Cavalieri della Fenice: quando le battaglie sono affari di famiglia

Una famiglia in sella per rievocare antiche battaglie: sono i Cavalieri della Fenice, agli ordini del comandante (e papà) Fausto Fregni

I Cavalieri della Fenice, foto dalla loro pagina Facebook
Reggio Emilia, 17 novembre 2022 –  Per Fausto Fregni le battaglie sono un affare di famiglia.
Con il gruppo dei Cavalieri della Fenice, di cui fanno parte anche i figli Eleonora e Gabriele, questo acrobata-cascatore di 58 anni organizza spettacoli di combattimento dinamico con i cavalli nel suo centro di addestramento e preparazione a Salvaterra, per poi esportarli in giro per l’Italia e l’Europa, ovunque sia ancora potente il richiamo delle epiche battaglie a cavallo che si consumavano nel Medioevo.
Una passione diventata mestiere, in cui gli alleati più preziosi per Fregni sono appunto i suoi gran corsieri, che rimangono colleghi e amici per sempre.
Fausto, da dove le viene l’interesse per le rievocazioni storiche?
“La mia storia inizia dal judo. Nell’ambiente delle arti marziali, nel corso di un workshop, ho conosciuto degli stuntmen con i quali mi sono cimentato in una prova e in seguito un gruppo di giovani di Modena con una viva passione per la rievocazione storica, due di questi laureati in Storia. Proprio con il mio inserimento abbiamo creato i Cavalieri della Fenice”.
Chi assiste ai vostri spettacoli rimane impressionato dal realismo che sapete imprimere alle scene. Dunque, non avete paura di nulla? E i vostri destrieri?
“Noi siamo addestrati agli scontri sui cavalli, e come stunts a terra. Il nostro lavoro consiste nel fare cose pericolose, sì, ma attraverso una serie di tecniche che impediscono di farsi davvero male. Elaboriamo delle situazioni, ma soprattutto la capacità di gestire le armi nella maniera più sicura possibile. La preparazione include i cavalli, a cui insegniamo a non temere i duelli, che si tratta di un gioco. Questo approccio li porta a non avere paura neanche del fuoco. Un altro modo di far conoscere cose che normalmente il cavallo teme, mostrate in una maniera da non fargli correre nessun pericolo. Con molta dolcezza e tranquillità. Attraverso un sistema di premi, e mai di punizioni. L’animale deve essere sicuro che non gli accadrà niente”.
Vanta anche un certo repertorio di collaborazioni.
“Sì, con la nostra attività di combat stunt horse noi lavoriamo con la Rai, Sky, Netflix e la cinematografia internazionale. Siamo stati impegnati in alcuni programmi di Alberto Angela e in un promo per la Festa del Cinema di Roma”.
Da quanto tempo organizza questa tipologia di spettacoli?
“Da oltre vent’anni. L’ultimo ci ha visto in scena a Modena, alla rassegna Mutina Boica, fra le rievocazioni storiche più grandi d’Europa. Dal 2010 portiamo la parte della cavalleria. Ci ha chiamati il Comune di Baiso, mentre all’estero siamo ospiti di eventi a tema in Francia, Austria, Germania e Spagna”.
Chi è nel nucleo storico dei cavalieri?
“Oltre ai miei figli Gabriele ed Eleonora, i principali operatori del gruppo sono Simone, Fabio, Andrea e Mirko. Ci alleniamo due giorni a settimana anche d’inverno”.
I cavalli sono gli stessi o subiscono frequenti rotazioni?
“Restano con noi sulla scena finché riteniamo che siano adatti agli spettacoli. Poi rimangono nostri, al Circolo ippico la Fenice Horse, a Salvaterra, dove li mettiamo al pascolo a fine carriera. Si godono la vecchiaia”.
Che cos’altro è compreso nel vostro fitto calendario di eventi?
“Svolgiamo attività di battesimi della sella, passeggiate a cavallo, abbiamo una scuola di equitazione e organizziamo matrimoni e cerimonie in carrozza”.
Il fiore all’occhiello è…?
“A Fano, una corsa delle bighe con pariglie di cavalli: proprio come Ben Hur”.
Da una Agenzia Monrif di Lara Maria Ferrari