Metti che non sapete proprio cosa regalarvi – o farvi regalare – a Natale…un bel viaggetto no?
Magari ad Alula, in Arabia Saudita, che avrete già sentito nominare mille volte per via delle gare internazionali di Endurance che vengono regolarmente organizzate lì.
In Arabia Saudita l’unico turismo ammesso sino al 2019 era quello religioso: i pellegrinaggi verso la Mecca, città venerata come luogo di nascita del Profeta Maometto e Medina, che custodisce la sua tomba sono uno dei doveri imprescindibili per i fedeli musulmani, che devono visitarli almeno una volta nella vita.
La città di AlUla si trova su uno degli itinerari più frequentati dai pellegrini diretti ai luoghi sacri dell’Islam, disegnato da canyon, rocce e wadi.
E per millenni è stata un prezioso punto di sosta anche per le carovane che percorrevano la Via dell’Incenso, grazie all’enorme oasi formata da più di tre milioni di palme che costituisce la sua spina dorsale verde.

Ma da qualche anno il governo saudita sta aprendo le porte del proprio paese e rilascia visti turistici, dando dà la possibilità a chi ama le vacanze (in modalità luxury, sia chiaro) di scoprire questi luoghi.
Dove 200.000 anni di storia umana e 7.000 di continua civilizzazione hanno lasciato segni leggibili ancora oggi sulle rocce, graffiti da mani dell’età del Bronzo – ma anche da quelle dei Romani, che la conquistarono nel 106 d.C.
Le architetture raffinate delle tombe di Hegra, il primo sito in Arabia Saudita riconosciuto Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco fanno da contrappunto ai resti dell’antica e popolosissima città vecchia.

Pensare che ora lì tra quelle sabbie galoppano i cavalli dell’Endurance, con le loro selle al carbonio e l’impressionante macchina logistica necessaria a gare Fei internazionali è qualcosa di forte per l’immaginazione di chiunque.
Forse perché ci sembra così netta la distanza tra la brillantezza sportiva della disciplina delle lunghe distanze e la polvere color cipria che sembra proteggere tutto quello che è lì, fermo da millenni.
Proprio questo è il fascino di questo paese, in fondo: il contrasto.
Tra la cultura nomade e la sua spartana nobiltà e i riflessi degli specchi della iper-moderna sala concerti Maraya, che riflettendo le rocce attorno a lei diventa quasi invisibile.
Un po’ la stessa cosa per gli amatissimi cavalli Purosangue Arabo: li hanno temprati le difficoltà di un ambiente ostile, eppure adesso possono essere veri e propri Iron-Horse come anche elegantissimi e quasi astratti campioni di morfologia.

Mondi che coincidono e convivono, e dove chi è pronto a un turismo di lusso – oltre che a quello sportivo, s’intende – è tenuto a rispettare usi e costumi locali.
E’ vietato per uomini e donne tenersi per mano in pubblico, oggi però le turiste di età pari o superiore a 18 anni possono viaggiare in modo indipendente, guidare e prenotare alloggi in hotel da sole.
Per loro non è obbligatorio indossare un copricapo o un abaya, segno della visione sempre più progressista del Regno dell’Arabia Saudita.
Cosa che può apparire curiosa, sui graffiti rupestri più antichi di AlUla non compaiono i cavalli: il mezzo di trasporto più diffuso e prezioso, prima dell’era islamica, era il dromedario.
Molto forte, estremamente resistente alla sete e alla fame, animale da soma ideale e indispensabile per i lunghi viaggi è lui il protagonista delle più antiche incisioni ancora oggi visibili.

La passione per i cavalli degli arabi deriva anche dal minuzioso lavoro di persuasione del Profeta Maometto, che aveva riconosciuto nei cavalli Asil un’arma potente di conquista.
Più veloci dei dromedari, erano i compagni indispensabili in razzie e battaglie.
Non per niente nel Corano è scritto alla Sura 8 Al-‘Anfal, versetto 60: “E preparate contro di loro quanta più forza e cavalli addestrati potete, per terrorizzare con ciò il nemico di Allah e il vostro, e altri ancora che voi non conoscete ma che Allah conosce. E qualunque cosa spendiate per la causa di Allah, vi sarà restituita e non sarete trattati ingiustamente”.
Se non siete già ad AlUla per esservi qualificati in una gara di Endurance, potrete provare l’emozione di una cavalcata sulle famose ‘Navi del Deserto’: ma se volete rimanere in tema equestre c’è la possibilità di visitare i numerosi siti archeologici anche in carrozza.
Perché questo territorio è un vero e proprio museo vivente, dove le testimonianze di una lunghissima storia convivono in una natura ricca di biodiversità.
Una delle azioni intraprese dalla Reale Commissione per AlUla è la realizzazione della Riserva Naturale di Sharaan, dove il controllo dell’eccessivo pascolamento e la reintroduzione di specie autoctone come le gazzelle, l’orice d’Arabia e i boschi di acacia.
L’esperienza che è rimasta nel cuore per chi è stato ad AlUla?
La possibilità di seguire anche le gare di Endurance in pallone aerostatico, che qui sono di casa con AlUla Skies Festival.
E anche nel regno del lusso più esclusivo basta alzare gli occhi al cielo, per ricordarci che ‘…una tempesta di sabbia passa, ma le stelle rimangono’.

Cinque famiglie per cinque cavalle
Al Khamsa, Le Cinque: sono le famiglie principali degli Arabi, che la leggenda riconduce ad ognuna delle fattrici che risposero al richiamo del Profeta.
Si racconta che Maometto avesse un centinaio di fattrici in un recinto, vicino al quale scorreva un ruscello.
Le cavalle erano senz’acqua da giorni e quando il Profeta fece aprire i cancelli si precipitarono verso l’acqua, assetate.
Maometto fece suonare l’adunata dal suo trombettiere: 5 cavalle si staccarono subito dal branco senza neppure bere, e nitrendo gagliarde arrivarono al galoppo dal loro padrone.
Benedicendole, il Profeta le battezzò una ad una: Abayah, Kuhaylah, Saqlawyah, Hamdanyah e Hadbah, e ad ognuna erano associate caratteristiche ben precise.

Tutte le spezie d’Oriente, e molto altro.
Un paese così ricco di diversità ambientali non può che esprimersi allo stesso modo anche nella sua gastronomia.
Datteri, grano, carne, pesce, verdure sono declinati secondo le diverse cucine regionali, in cui l’uso delle spezie più esotiche come cardamomo, pepe, zafferano, cannella è una antica consuetudine, proprio grazie alle carovane che lo attraversano da secoli.
Il piatto nazionale saudita è lo ‘jarish’, che si ricava dai chicchi di grano duro schiacciati: in alcuni dialetti arabi la parola ‘jarusha’ indica la trebbiatrice trainata da un cavallo che separa i chicchi dalle spighe.

Hegra
Iil primo sito archeologico saudita riconosciuto Patrimonio dell’Umanità. Testimonianza della civiltà nabatea, la stessa a cui dobbiamo Petra, è costituito da un complesso insieme di tombe monumentali, iscrizioni rupestri e pozzi d’acqua che sono l’espressione delle eccezionali capacità costruttive e idrauliche dei Nabatei già nel I secolo a.C.

Nuove possibilità, nuove professionalità – Per l’Arabia Saudita il turismo è un settore del tutto nuovo, e per affrontare questa nuova sfida la Commissione Reale di AlUla sta formando 200 giovani sauditi per integrarli nel progetto che permetterà ai turisti di esplorare i tesori culturali della zona.
Reclutati nella regione di AlUla, i 200 giovani (tutti in età scolare o al primo anno di università, ed equamente suddivisi tra ragazzi e ragazze) si trovano ora a Riyadh per ricevere una formazione nel settore dell’ospitalità, imparare nuove lingue, studiare agricoltura e tecnologie idriche e approfondire la storia culturale, sociale e naturale della loro regione d’origine.
AlUla Moments
Una serie di festival ed eventi per celebrare e svelare le storie di AlUla, scoprire i suoi segreti e celebrare le culture locali e internazionali.
Con 7.000 anni di civiltà tra le più raffinate, AlUla non è estranea agli incontri sociali e alle celebrazioni culturali.
Il calendario di AlUla Moments comprende cinque festival che offrono esperienze diverse di arte, cultura, musica, natura, benessere, attività equestri, ristorazione e astronomia.
L’AlUla Wellness Festival propone le più recenti pratiche per coinvolgere la mente, il corpo e l’anima; il Winter at Tantora, l’originale celebrazione di AlUla del patrimonio, della cultura, della moda e della musica; l’Ancient Kingdoms Festival offre eventi coinvolgenti che riconoscono le antiche civiltà che vivevano ad AlUla e nelle vicine oasi di Khaybar e Tayma; l’AlUla Skies Festival con le popolari mongolfiere e le esperienze di osservazione delle stelle; e l’AlUla Arts Festival che riunisce eventi ed esperienze di arte contemporanea e antica.
























