Londra, 29 giugno 2020 – Per noi italiani Edoardo VIII di Gran Bretagna è quel signore molto chic che depose la corona per sposare la pluri-divorziata americana Wallis Simpson.
Per i britannici invece è stato uno dei loro re, seppure solamente per un anno: regnò dal 20 gennaio all’11 dicembre del 1936.
Pochi mesi ma densi di avvenimenti e carichi dal punto di vista psicologico visto che già da prima dell’incoronazione Edoardo aveva manifestato le sue intenzioni riguardo la Simpson e quindi trovato da discutere sia in famiglia che nella Chiesa Anglicana, di cui ogni monarca inglese si ritrova a capo.
Tra le altre cose in quel periodo Edoardo subì anche un attentato: mentre era a cavallo durante una parata militare il 16 giugno 1936 un irlandese, George McMahon, attentò alla sua vita con un revolver.
Il fatto è tornato recentemente alla ribalta delle cronache grazie ad un articolo del Guardian che lo storico Alexander Larman ha scritto basandosi sugli studi da lui svolti sul diario di McMahon.
C’è da dire che l’attentato non riuscì granché bene: l’irlandese, mischiato alla folla, non riuscì nemmeno a sparare perché una sveglissima signora pigiata vicino a lui nella folla vide il braccio sollevato con l’arma impugnata e gli si appese con ferma decisione, gridando per dare l’allarme.
Il tutto si risolse con MacMahon acciuffato dagli agenti di polizia e il revolver volato tra i piedi del cavallo montato dal sovrano senza fare danni, a causa del cazzotto tirato da un poliziotto all’attentatore.
La notizia sarebbe che l’attentatore avrebbe avuto legami con l’Italia di Mussolini, essendo noto come doppiogiochista del MI5 e informatore prezzolato riguardo faccende d’armi in Abissinia, e che l’attentato sarebbe stato insabbiato e derubricato a “porto abusivo d’arma e di munizioni atte ad uccidere”.
Perché l’understatement britannico è proverbiale, a maggior ragione se si tratta di cose importanti: secondo Larman, visto che l’attentato era così scandaloso “la cosa migliore che l’establishment potesse fare era essenzialmente neutralizzare l’attentatore bollandolo come mitomane”.
Per noi invece importa solo una cosa: che Edoardo VIII abbia comunque lasciato il posto al padre di Elisabetta II, suo fratello minore Giorgio VI.
Così noi adesso possiamo bearci di questa regina delle amazzoni, un titolo che vale oltre ogni confine e senza distinzione di forme di governo.
Fonte: Agi