La storia di Tolga, da jockey a cavaliere paralimpico ipovedente

Tolga era un fantino e ha perso la vista dopo una caduta in corsa, che gli ha procurato un grave trauma cranico: ora è il primo cavaliere paralimpico della Turchia

Tolga con uno dei cavali con cui si allena, Balfi - Photo EPA/SEDAT SUNA
Ankara, 23 giugno 2022 – Quello che ci ha colpito sono i suoi occhi: perché subito non si capisce che non vedono, sembrano ‘solo’ infinitamente tristi.

Invece Tolga Dokuyucu, cavaliere paralmpico della Turchia, è non vedente a causa di un trauma cranico che si è procurato 5 anni fa cadendo  durante una delle corse al galoppo che celebravano il 75° anno dell’ippodromo di Ankara,

Aveva 30 anni Tolga al momento dell’incidente ed era un fantino: i cavalli sono stati sempre la sua passione, aveva cominciato a montare all’età di 7 anni e poi ha scelto il galoppo come professione.

Quella brutta caduta gli ha cambiato per sempre la vita: il trauma cranico, una gamba rotta, cure mediche molto costose per recuperare.

Dopo aver perso la vista  per vivere a Dokuyucu (che è sposato e ha due figli) non è restato altro che cominciare a vendere accendini, salviette e penne alle uscite della metropolitana.

Tolga alla metropolitana di Ankara, foto Epa/SEDAT SUNA

Ma nonostante tutte le difficoltà, Tolga è riuscito a tornare in mezzo ai suoi amati cavalli e ora fa parte del team equestre paralimpico della sua nazione.

O meglio è la squadra di questa disciplina, visto che Tolga è il primo atleta speciale del Paradressage turco.

Dokuyucu si sta allenando per  le Paralimpiadi estive di Francia 2024.

In una sua intervista con l’EPA Tolga ha detto: “Dopo l’incidente pensavo che non sarei più stato in grado di andare a cavallo. Ora mi sto preparando per i Giochi Paralimpici, il mio obiettivo è tornare a casa con una medaglia. Perché i cavalli sono una luce per me”.

Lo sono per tutti noi, in fondo: ma per Tolga probabilmente molto, molto di più.

Per realizzare il suo sogno francese Tolga ha bisogno anche di sponsor: speriamo li trovi, e che lo sostengano nel raggiungere i suoi obiettivi.

Tolga durante un allenamento – EPA/SEDAT SUNA

Qui un’altra storia che viene dalla Turchia, quella di Mert.