Tra finzione, bufale e realtà: abbiamo perso l’occhio?

Non sappiamo più distinguere la realtà dalla finzione: perché c’è differenza tra una bufala e un cortometraggio, tra un inganno ed una piccola opera d’arte

Milano, 4 luglio 2017 – Cominci dal primo mattino a difenderti dalle bufale: apri i social (Facebook, Twitter e compagnia bella) tra brioche e caffé e ancora insonnolito fai una scrematura veloce degli ultimi post o dei tweet più recenti – questo è bello, questo no, quello è sensazionale l’altro incredibile e questo è una bufala.

Bufala, bello, bufala, bufala, bufala, bello…ci cresce il pelo sullo stomaco virtuale, l’occhio sorvola e arraffa particolari random mentre il cervello cerca di farsi un’idea di quello che non ha praticamente avuto il tempo di vedere.

Certe volte ci si prende, altre no: come nel caso del bellissimo video girato da Hermes, un vero e proprio film istituzionale della maison francese (il titolo è “Un cheval dans la ville”) dove un azzimatissimo Simon Delestre, in perfetta tenuta da concorso, galoppa per le strade di Parigi saltando seggioline di bistrot e cataste di motorini in mezzo al traffico della Ville Lumière con un possente morellone dalle trecce opime.

Non uno dei suoi soliti compagni di concorso ma un solido cascadeur dell’equipe di Mario Luraschi, il Padre di tutti gli stunt-men a cavallo: i due nel cortometraggio sembrano davvero volare in una Parigi che si incanta a guardarli, le scene sono così belle e il montaggio così ben fatto che….sembrano finti.

Già, qui casca l’asino: guardando il video tanti hanno espresso il loro apprezzamento ma diverse persone hanno semplicemente atichettato questo piccolo capolavoro di sapienza equestre come una bufala, un fotomontaggio.

Ma perché? Non sappiamo più che i cavalli sanno anche camminare sull’asfalto (questo sicuramente aveva dei ferri che gli permettevano di non scivolare, magari con le punte al vidiam), non ci accorgiamo più di quando stiamo guardando un salto sulla sabbia o se invece l’inquadratura taglia fuori qualcosa per lasciarci credere che…?

Non ci accorgiamo che un montaggio accorto avvicina due galoppate che evidentemente si sono svolte in posti differenti, non facciamo caso al cambio di inquadratura e nemmeno alla bellezza dell’equitazione che stiamo vedendo, non capiamo la differenza tra un lavoro difficile ben eseguito su solide basi e una sbruffonata improvvisata da qualche fannullone.

Eppure è una questione di tatto, di buon senso, di occhio oltre che di capacità di osservazione: sta a vedere che anche ‘sti video di Facebook possono essere utili a fare esercizio…qui una delle scene dietro le quinte del video di Hermes, buona visione.

Anzi: buon esercizio!