Venezia, i cavalli e la musica delle parole

Nel libro di Arianna Ulian ambientato a Venezia i cavalli parlano a chi è abbastanza sensibile da ascoltarli, e capirli. Solo fantasia secondo voi?

Venezia è il palcoscenico di questa storia
Bologna, 13 gennaio 2021 – Dicono i libri non si debbano giudicare dalla copertina, dicono.

Ma a chi scrive queste righe invece il vestito che si sceglie per fare andare nel mondo un volume racconta tanto, e il libro di cui vi parliamo questo mese che ha Venezia per sfondo ne è la riprova.

Compatto, elegante e coerente: così appare  già da subito, senza nemmeno il bisogno di aprirlo.

Carta vergata, e la grafica chiara, priva di qualsiasi cosa superflua è come se ti preparasse a quello che troverai cominciando a leggerlo: che è armonia, una misuratissima e ricercata pulizia di espressione che riesce a fare a meno di virgolette, caporali e punti esclamativi costruendo una storia che non si riesce a smettere di leggere fino alla sua fine.

Perché ha un ritmo nell’esprimere emozioni e pensieri che lega l’attenzione, e viene naturale accordarsi al suo passo.

Così si cammina per calli e campi di Venezia seguendo le preoccupazioni di Angelo, giovane direttore tecnico agli ordini di un regista geniale per assunto che vuole girare proprio lì il seguito del mitico film western “Il mio nome è Nessuno”.

Sembra di vedere in filigrana dietro ogni scena del libro legata al film il mezzo sorriso amaro di Henry Fonda: che forse sorride dell’idea così bislacca, o magari del fatto che in realtà Venezia sia un luogo estremo nello stesso modo in cui lo è il Far West.

Poi c’è il vero protagonista, quello senza il quale nulla funzionerebbe: Gerolamo detto Momo, un bambino sensibile e tenero, così serio nei suoi pensieri acuti.

Momo è l’unico che si preoccupa dei cavalli scritturati per il film e lasciati ad aspettare sull’isola di San Secondo, mentre gli uomini sbrogliano carte e burocrazia e parole che impastoiano il loro arrivo sul set.

I cavalli soffrono, sono abbandonati a loro stessi.

Momo si accorge di loro e li sente sentire.
E qui di tutte le pagine arrivano le più belle, per noi: perché quando i cavalli parlano lo fanno con parole alte, scelte.

Poche perché efficaci, pulite perché vere.

Con una semplicità rigorosa e diretta che è propria dei veri animi nobili, come lo sono i cavalli.

E i bambini.

Un bellissimo libro questo di Ulian: anche sotto la copertina.

La questione dei cavalli di Arianna Ulian, Laurana Editore – Milano