La Sardegna riscopre le sue radici…in Maluentu

“Malu? C’est moi!” è il crowfunding partito per fare di Maluentu, stallone Anglo Arabo allevato in Sardegna, l’emblema di un’intera razza oggi svalutata. Come? Acquistandolo e affidandolo a Lucie Bardin, allieva di Mauro Checcholi, verso traguardi internazionali…guarda il video!

Cagliari, 14 dicembre 2017 – Un crowdfunding per Maluentu.
Maluentu non è solo uno stallone Anglo Arabo nato e cresciuto in Sardegna, ma è anche l’emblema della Sardegna stessa, della storia di cavalli eccellenti nati e cresciuti sull’Isola, della genetica straordinaria, del coraggio, della potenza e versatilità che, nella storia, hanno reso questi cavalli veramente competitivi nel concorso completo e nel salto ostacoli ai più alti livelli mondiali. 

Maluentu è un cavallo, che nella sua tonda specificità, rischia di essere l’ultimo della sua stirpe, emblema di un’irriconoscenza da parte dell’Italia, verso un patrimonio preziosissimo, non preservato, né coltivato e valorizzato.

Figlio di Olympique London e Voilait (nata da Neoneli), Maluentu è il risultato di un allevamento sardo, fucina di genealogie davvero competitive, che praticamente non esiste più.  L’incontro di Lucie Bardin, amazzone caprilliana di origine parigina allieva di Mauro Checcholi, con Maluentu è stato un amore immediato, totalizzante. A parte la bellezza, il vigore, l’atleticità e la sensibile intelligenza di Maluentu, Lucie incontrandolo ha compreso l’enorme capitale che quel cavallo portava e porta in sé e che potrebbe andarsene con lui… .
 “Ho realizzato come questo cavallo”, racconta ancora emozionata Lucie, “rappresenti un’opportunità concreta per riportare agli antichi splendori sportivi gli straordinari Anglo Arabi allevati in Sardegna. Tra loro sono innumerevoli i grandi campioni, nel salto ostacoli e nel completo, scelti da giganti in queste discipline sportive come Michael Jung, solo per citare uno dei più famosi che monta questi cavalli. In Italia, invece, non stiamo dando a questa razza un futuro sportivo. È assurdo…”.

L’amazzone caprilliana, che attualmente lavora oltre che con Checcoli anche con Giulia Serventi per migliorare il salto ostacoli, sta sognando in grande.
Vuole non solo riuscire a comprare Maluentu, ma anche cercare di gettare un nuovo seme per l’allevamento e il relativo utilizzo sportivo dell’Anglo Arabo “di Sardegna”, riportandolo alla ribalta internazionale montato da cavalieri e amazzoni del nostro Paese.

“MALU? C’EST MOI!” allora è il nome del crowfunding per fare di Maluentu l’emblema di un’intera razza, acquistandolo e affidandolo all’amazzone Lucie Bardin al fine di portarlo in gara a livello internazionale. Come può arrivare questo aiuto? Con l’acquisto di cartoline e t-shirt brandizzate “Malu? C’est moi!”, fino alla prenotazione di lezioni di un’ora o stage di più giorni non solo con Lucie Bardin – e incentrati sul sistema naturale di equitazione, con focus su respiro e consapevolezza – ma anche con il doppio oro alle Olimpiadi di Tokio Mauro Checcoli e molte altre, anche curiose, opportunità visibili sul sito dedicato al progetto.

“Il progetto che anima questo Crowdfunding”, conclude Lucie Bardin che attualmente lavora all’Accademia Caprilli Eventing ASD a Santa Giusta in provincia di Oristano, “è fare di Maluentu l’emblema di un’intera razza valorizzando al contempo due eccellenze italiane quasi dimenticate: l’Anglo arabo allevato in Sardegna e il sistema naturale di equitazione”. Forza Italia, forza Sardegna, forza Maluentu!

Tutti i dettagli sul sito Anglo Arabo Sardo.

di Mariangela Cecchi