Addio ad Anneli Drummond-Hay

E’ mancata questa mattina una donna formidabile in sella come pure nella vita in senso più generale, protagonista di un’esistenza da romanzo e di una serie di avventure sportive e agonistiche quasi incredibili…

Anneli Drummond-Hay con Xanthos (a sinistra) e in gara su Olympian nel Campionato del Mondo di L'Aia 1994 (ph. UM)

Bologna, domenica 31 luglio 2022 – Il mondo dello sport equestre internazionale ha perso oggi uno dei suoi protagonisti più straordinari: è mancata infatti Anneli Drummond-Hay, una donna formidabile, prima ancora che un’amazzone portentosa.

La vita di Anneli Drummond-Hay è un romanzo drammatico, entusiasmante, commovente… Non per nulla, la principessa Anna d’Inghilterra nella prefazione da lei stessa redatta nell’autobiografia della campionessa britannica uscita di recente (“Merely a Rider”, Edizioni Quiller, www.quillerpublishing.com) ha commentato con sollievo: “Grazie a Dio… Anneli si è decisa a raccontare la sua storia!”.

Nata il 4 agosto 1937, figlia della figlia del Duca di Hamilton e di un nobile scozzese, Anneli cresce durante gli anni della guerra e del dopoguerra in una famiglia aristocratica ma senza più denaro: lei non va né mai andrà a scuola, cresce insieme all’unico cavallo di famiglia – un pony – risparmiato dalle requisizioni dovute alla guerra.

Una serie di avventure rocambolesche (letteralmente: tra le quali anche una fuga da casa in sella al suo pony e un sacco riempito di mele… ) conduce infine Anneli all’incontro con il cavallo della sua vita: Merely A Monarch, nato nel 1955. Con lui ancora giovanissimo Anneli vince il completo internazionale di Burghley nel 1961 e quello di Badminton nel 1962… ! Una serie di successi fenomenali in completo, disciplina però al tempo ancora preclusa a livello olimpico alle donne così Anneli decide di dedicarsi al salto ostacoli: e fino al 1970 con Merely A Monarch (e con Xanthos) costituisce un binomio dai risultati magnifici. Anneli e Merely sono grandi protagonisti sia in Gran Premio sia in Coppa delle Nazioni a Roma, Londra, Ginevra, Toronto, Madrid, solo per citare alcuni dei più importanti campi ostacoli del mondo durante quegli anni.

Il 1963 è un anno magnifico per Anneli Drummond-Hay con Merely A Monarch (vittorie in Coppa delle Nazioni a Roma e Londra, e 3° posto in GP in Piazza di Siena), binomio che infatti viene inserito nella lista dei probabili olimpici in vista di Tokyo 1964 in tutte e tre le specialità… completo (prima Olimpiade aperta alle donne), dressage e salto ostacoli! Lei però opta per il solo salto ostacoli, ma prima dei Giochi cede alle offerte di acquisto da parte di un proprietario con la promessa che Merely continuerà a rimanere sotto la sua sella: invece poco dopo il cavallo viene affidato a David Broome… Addio Olimpiadi. Tuttavia il nuovo binomio non funziona secondo le previsioni, nonostante la maestria di un cavaliere magnifico come Broome, e così Merely ritorna ad Anneli. Saranno poi altre due le Olimpiadi che Anneli perderà per circostanze dell’ultimo momento.

Nel 1971 Anneli sposa un uomo sudafricano e ne acquista la nazionalità (in seguito per sempre mantenuta). Smette di montare a cavallo, o comunque di partecipare a manifestazioni agonistiche per un lunghissimo periodo, durante il quale il suo matrimonio fallisce. Ma trova un cavallo – giovane, nato nel 1984 – di grande qualità, Olympian: in seguito con lui per i colori del Sudafrica partecipa nel 1994 al Campionato del Mondo di L’Aia, la sua ultima grande competizione, sebbene la carriera agonistica prosegua poi fino al 2001.

Recentemente Anneli Drummond-Hay aveva avuto gravi problemi di salute, che tuttavia sembravano superati con la stessa risolutezza e determinazione con cui lei ha sempre risolto le difficoltà della sua vita: sia che si trattasse di uno dei percorsi di cross più difficili del mondo o di quello dei massimi Gran Premi internazionali di salto ostacoli, o di problemi di vita in senso più generale. Invece questa mattina la notizia terribile: Anneli Drummond-Hay ci ha lasciato. Ci ha lasciato fisicamente, sì: in realtà il significato della sua presenza nel mondo dello sport equestre non se ne andrà mai.