Duccio Bartalucci: orizzonte salto ostacoli

Il selezionatore azzurro parla a ruota libera: Verona, le convocazioni azzurre, il percorso di Coppa del Mondo, gli obiettivi del 2021, i nostri cavalli e i nostri cavalieri…

Duccio Bartalucci (ph. UM)

Bologna, venerdì 23 ottobre 2020 – La Fieracavalli di Verona e il concorso internazionale di Coppa del Mondo si stanno avvicinando: la Fise due giorni fa ha ufficializzato i nominativi dei cavalieri italiani convocati per l’appuntamento scaligero. Questa disgraziata stagione 2020 sta per finire: il 2021 è all’orizzonte e le incertezze sul futuro dello sport (noi rimaniamo a questo, in questa sede) sono ancora molte. Di tutto questo parliamo con il commissario tecnico Duccio Bartalucci.

Con quale spirito ci stiamo avvicinando a questa Fieracavalli?

«Lo spirito è quello di grande attesa… Devo dire che sia dall’Italia sia dall’estero mi chiamano in continuazione per sapere se Verona c’è, se Verona si fa… questa è la domanda ricorrente. Come bene sappiamo tutti Verona c’è e si fa».

Non era ovviamente mai capitato di arrivare alla viglia della nostra tappa di Coppa del Mondo in queste condizioni…

«Negli altri anni con un’attività agonistica continua e importante si avevano riscontri più sicuri circa i nomi da inserire nell’elenco dei convocati. Quest’anno è stato tutto molto più difficile, è stato necessario considerare ovviamente quello che cavalli e cavalieri hanno fatto fin qui, ma anche valutare le prospettive per la prossima stagione. E tenere sempre in gran conto un valore importante nella conduzione di un gruppo di atleti, cioè quello che potremmo definire dello… spogliatoio, le varie opportunità, gli equilibri. È chiaro che non ci si può ridurre al dire Tizio nell’ultima gara ha fatto 4, Caio 8, allora convoco Tizio: non si gestisce una squadra con questo criterio».

Quindi in concreto come è arrivato a individuare i nomi che la Fise ha comunicato due giorni fa?

«Intanto bisogna dire che quest’anno in accordo con il comitato organizzatore abbiamo ampliato il numero dei potenziali cavalieri in Gran Premio portandolo da quaranta a cinquanta. Questo però ha avuto come conseguenza il fatto che un certo numero di concorrenti dovrà ottenere la qualifica per il Gran Premio nella gara alta del primo giorno, il premio n. 3. Quindi noi abbiamo sei posti con accesso diretto al GP, sei con necessità di qualifica, quattro senza accesso al GP e quattro per lo small tour. I primi dodici selezionati da me, gli altri otto da Marco Porro, e questi sono i nominativi di pertinenza Fise. Poi ci saranno i cavalieri invitati dal comitato organizzatore, ma al momento di questi non conosco ancora i nomi».

Tra i sei con necessità di qualifica c’era inizialmente anche Alberto Zorzi, che però è purtroppo rimasto vittima di un infortunio: come verrà sostituito?

«Inserendo Filippo Tabarini, che faceva originariamente parte del gruppo dei quattro senza Gran Premio selezionati da Marco Porro. E convocando al suo posto Simone Coata».

Ma come mai Alberto Zorzi non era stato inserito nel gruppo dei sei con accesso diretto al Gran Premio?

«A metà del mese di settembre dovevo decidere i sei da inserire con accesso diretto al Gran Premio. In quel momento mi è stato detto dal comitato organizzatore di Verona che la presenza di Alberto Zorzi come tutti gli anni avrebbe fatto parte di un accordo stabilito con la scuderia di Jan Tops, e dunque di non inserirlo nel gruppo Fise. Per me andava benissimo, anzi, decisamente meglio: perché così avrei avuto comunque Alberto Zorzi e allo stesso tempo un posto in più da assegnare a un altro cavaliere. Poi però una settimana fa mi è stato detto che l’accordo non è stato raggiunto: per fortuna io in quel momento avevo appena finito di parlare con Roberto Turchetto, dal momento che sia lui sia Emanuele Camilli sono due cavalieri che io avrei considerato per Verona, ma entrambi hanno invece deciso di rimanere in Portogallo dove si trovano da tempo con tutti i loro cavalli… Così ho potuto inserire Alberto Zorzi, ma ovviamente solo nel gruppo di quelli che devono qualificarsi per il Gran Premio. Ho poi telefonato ad Alberto per spiegargli la faccenda, dicendogli che se quella comunicazione l’avessi ricevuta prima ovviamente lui sarebbe stato tra i sei per il Gran Premio senza alcun dubbio: non solo per il suo indiscutibile valore di cavaliere, ma anche per gli ottimi progressi fatti dal suo Vauban du Trio, con il quale lui costituisce un binomio di grandissimo valore in prospettiva futura. Altrettanto ovviamente mi dispiace tantissimo per il suo infortunio: spero con tutto il cuore che si rimetta al più presto, anche perché stava venendo da una situazione di progressione molto interessante con il suo cavallo. In ogni caso il valore del binomio rimane intatto e inalterato».

Parlando di Coppa del Mondo, la situazione in vista della finale del prossimo anno non è facile con il gran numero di tappe di qualificazione annullate a causa della pandemia: l’Italia come si pone di fronte a tutto ciò?

«Una delle tappe annullate è proprio quella che precede Verona, cioè Lione. Noi su Lione avevamo un posto a disposizione e l’avremmo destinato a Emanuele Gaudiano, non solo perché con Chalou costituisce il nostro binomio di punta, ma anche come riconoscimento… diciamo morale: lui aveva conquistato la finale di quest’anno e poi la gara è stata annullata… Stessa cosa per Emilio Bicocchi, ma oggi il binomio Bicocchi/Evita non esiste più. Adesso vedremo che ne sarà delle prossime tappe: in ogni caso se come penso Emanuele ha voglia di provare a farla questa benedetta finale, allora sarà chiaramente lui la prima scelta in rappresentanza dell’Italia nel percorso di qualificazione».

Spingendo lo sguardo un po’ più in là… Covid permettendo, la stagione 2021 si annuncia molto stimolante, pur con tutte le incognite del caso…

«Sì, le incognite sono molte ma dobbiamo sforzarci di pensare positivo e credere che tutto quello che è in programma l’anno prossimo si possa effettivamente svolgere. Se così sarà, si tratterà di una stagione molto impegnativa che coinvolgerà un elevato numero di cavalieri italiani».

Anche perché sarà necessario identificare i nuovi binomi di punta: molte cose sono cambiate dal 2019, ultimo anno di sport… normale, diciamo.

«Eh sì, vero. Alcuni binomi importanti che si erano confermati l’anno scorso li avremo ancora, penso a Emanuele Gaudiano e Chalou, a Paolo Paini e Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio, a Giulia Martinengo e Elzas, a Riccardo Pisani e Chaclot… Poi abbiamo Filippo Bologni e Quilazio, protagonisti di progressioni molto positive, Emanuele Camilli e Jakko che già alla fine del 2019 si erano messi in bella luce con la vittoria della Coppa delle Nazioni a Gijon. Lorenzo de Luca ha due cavalli nuovi molto interessanti, di Alberto Zorzi e Vauban du Trio ho già detto, Luca Marziani sta montando un Lightning che sembra molto promettente, naturalmente Piergiorgio Bucci con il cavallo con il quale ha vinto il Campionato d’Italia, Casago, un soggetto di prospettiva, Antonio Alfonso ha un cavallo da seguire con attenzione. Poi ci sono ragazzi molto interessanti come Francesca Ciriesi, Filippo Tabarini e i fratelli Garofalo… Ma non vorrei dilungarmi nell’elenco perché il rischio di dimenticare involontariamente qualcuno è sempre possibile… ! Diciamo che per fortuna abbiamo una situazione tale per cui dovremmo riuscire ad affrontare il 2021 con una… panchina lunga, indispensabile per pensare di fare bene non solo la Prima Divisione di Coppa delle Nazioni ma anche il circuito di Coppa delle Nazioni Eef.  La Eef infatti nel malaugurato caso in cui le cose non dovessero andare bene in Prima Divisione ci potrebbe dare una possibilità di rimanervi l’anno successivo. Quindi dovremo essere capaci di fare una programmazione strategica davvero all’altezza della situazione».

E non saranno gli unici obiettivi del 2021, questi…

«Sì, ci saranno anche i Giochi del Mediterraneo, senza contare che il 2021 è l’anno che precede il 2022, quando in calendario ci sarà quel Campionato del Mondo con cui si ricomincerà la corsa alla qualifica olimpica».

Oltre al Campionato d’Europa che la Fei aveva prima cancellato e poi reintrodotto…

«Ci siamo battuti tantissimo perché ciò accadesse, e per fortuna la Fei ha fatto marcia indietro, restituendo un’opportunità di sport molto importante per tutta l’Europa. Per i cavalli che dovranno affrontare il Campionato del Mondo nel 2022, con l’obiettivo di riuscire a conquistare la qualifica alle Olimpiadi, poter fare l’anno precedente il Campionato d’Europa è un vantaggio non da poco».

 

GLI AZZURRI PER VERONA

CON ACCESSO DIRETTO AL GRAN PREMIO
Piergiorgio Bucci (Casago e Cochello)
Lorenzo de Luca (Catwalk Harry e Nuance Bleu Z)
Emanuele Gaudiano (Chalou)
Filippo Bologni (Quilazio)
Paolo Paini (Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio)
Riccardo Pisani (Chaclot)

CON NECESSITA’ DI QUALIFICA PER IL GRAN PREMIO
Filippo Tabarini (Exquise du Pachis)
Emilio Bicocchi (Sevillana del Terriccio e Rondine del Terriccio)
Giulia Martinengo Marquet (Elzas)
Luca Marziani (Lightning)
Ludovica Minoli (Jus de Krack)
Francesca Ciriesi (Cape Coral)

SENZA ACCESSO AL GRAN PREMIO
Francesca Arioldi (Icos e Postino)
Simone Coata
Fabio Brotto (Vanità delle Roane e Vaniglia delle Roane)
Federico Ciriesi (Calais d’Argilla Z e Call Me Spock)

SMALL TOUR
Filippo Martini di Cigala (Unite dell’Esercito Italiano)
Giovanni Consorti (Garezzo)
Emanuele Bianchi (Zycalin W)
Andrea Messersì (Calgary Z)