Jumping: James Smith appiedato dalla Fei

«Metodi di training che non hanno posto nel nostro sport». Questo il commento della Fei alle immagini che hanno determinato l’immediato appiedamento del cavaliere britannico

James Smith al Sunshine Tour 2023 ©Sunshine Tour

Bologna, 19 marzo 2024 – Sono in molti a ritenere che la presa di posizione ferma della Fei in merito alle pratiche di training irrispettose del cavallo e del suo benessere suoni un po’ come la celeberrima frase di Tancredi ne Il Gattopardo. “Perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”.

Eppure, ci sono diversi indizi (… più di due fanno una prova…) che invece ci si trovi di fronte a un cambio di passo. Sostanziale e non solo di facciata.

I casi di training illegale sono sempre meno ‘coperti’ anche ad alti livelli e accanto alle denunce fioccano anche sanzioni severe.

Dopo i casi raccapriccianti documentati in alcune scuderie di dressage (quelli di Andreas Helgstrand e Cesar Parra sono solo i più recenti), ora è la volta del jumping britannico. Il cavaliere scozzese James Smith sarebbe stato pizzicato a ‘lavorare’ durante uno dei circuiti internazionali in Spagna con l’aiuto della sua groom.

Nelle immagini arrivate dritte dritte alle autorità sportive attraverso una pagina Facebook, si vedrebbe chiaramente la groom di Smith che dà una toccatina con un bastone lungo. Ai posteriori mentre il cavallo è sul salto. In inglese si chiamerebbe ‘rapping’, in Italia si chiama ‘sbarrare’. In entrambi i casi, rimane una pratica tanto illegale quanto diffusa. Storico lo scoop di Stern del 1990, in cui si frantumò (ma solo per breve tempo) la reputazione di Paul Schockemöhle. Poi in tempi molto più recenti toccò a Beerbaum che venne tuttavia scagionato dalla giustizia sportiva che in Germania aveva allora una differente regolamentazione in materia… Insomma, la ‘toccatina’ per far sì che il cavallo si esprima con maggiore attenzione in gara – per sé o per gli allievi – è una tentazione diffusa tra chi vuole vincere a ogni costo.

E spesso, ‘ogni costo’ corrisponde alle ire della giustizia sportiva. Che ha da tempo compreso quanto sia necessario che lo sport si proponga con dei valori condivisibili e non mostrando la sua faccia più deteriore.

Tornando al caso di Smith, in primis la British Showjumping ha ‘bloccato’ la groom complice. Rischia ora di non potersi più ri-tesserare presso quella che in Gran Bretagna equivale al dipartimento salto della nostra Federazione.

Per quanto riguarda il cavaliere scozzese trentunenne, tre volte medagliato agli Europei pony e due volte rappresentante britannico in Nations Cup, è al momento stato appiedato e inibito da qualsiasi partecipazione a eventi della Fei o nazionali fino a nuovo ordine. Ovvero fino a quando le immagini e le circostanze in cui sono state ‘catturate’ saranno pienamente valutate e saranno condotte tutte le necessarie indagini.

«I metodi di training che si vedono nelle immagini non hanno posto nel nostro sport. Sono contrarie ai nostri regolamenti e non saranno tollerate. Il benessere dei cavalli è la priorità per British Showjumping, per la British Equestrian Federation e per la Fei. Continueremo a lavorare fianco a fianco per assicurare che regole e regolamenti che riguardano il benessere dei cavalli siano rispettati e rafforzati» dichiara la Fei con una nota in merito al caso.

Attendiamo sviluppi…