Marco Porro: che bravi i nostri cavalieri

Il commissario tecnico della nazionale di salto ostacoli parla dopo il ritorno dal Campionato del Mondo di Herning: è il momento di fare il bilancio della nostra gara e di fissare gli obiettivi futuri

Marco Porro (ph. UM)

Bologna, giovedì 18 agosto 2022 – Il mondiale di Herning è stato per Marco Porro il primo campionato internazionale alla guida dell’Italia nel ruolo di commissario tecnico. La nostra squadra si è classificata al 13° posto su ventidue rappresentative, due dei nostri binomi hanno raggiunto la finale individuale riservata ai migliori venticinque (Lorenzo de Luca su F One Usa infine 13° e Antonio Garofalo su Conquestador 21° su un totale di 103 concorrenti). Il Campionato del Mondo di Herning è stato anche la prima tappa di qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024: avrebbero ottenuto il biglietto olimpico le prime cinque squadre (infine e in ordine di classifica Svezia, Olanda, Gran Bretagna, Irlanda e Germania).

Più soddisfatto per aver avuto due cavalieri italiani nella finale come non accadeva esattamente da vent’anni, oppure più deluso per il risultato della squadra?

«Deluso dalla squadra assolutamente no, non lo sono affatto. Diciamo che con un pizzico di fortuna e con un po’ più di attenzione avremmo potuto evitare qualche errore ed entrare nella seconda manche riservata alle prime dieci. Non ce la saremmo giocata di certo per le prime posizioni, ma se ci fossimo piazzati al 7° o 8° posto non avremmo rubato niente a nessuno. E comunque consideriamo che come noi dai primi dieci sono rimasti fuori anche gli Stati Uniti… E parliamo degli Stati Uniti… E loro non hanno qualificato per la finale individuale nemmeno un cavaliere. Ovvio che con il senno di poi ci viene da dire che avremmo potuto fare di meglio: ma non bisogna dimenticare che avevamo una squadra giovane, tre dei nostri erano al debutto in un Campionato del Mondo… ».

Volendo fare un’analisi retrospettiva, come legge oggi il cammino di avvicinamento al Campionato del Mondo, a gara mondiale terminata?

«Siamo partiti quest’inverno cercando di individuare nuovi binomi in funzione dell’appuntamento di Herning. Abbiamo dovuto dosare molto i cavalli, abbiamo lavorato nel massimo rispetto delle loro esigenze, alcuni centellinandoli, per esempio non sono mai riuscito ad avere insieme Chaclot e F One Usa, poi il cavallo di Riccardo Pisani ha avuto un leggero infortunio e non lo abbiamo potuto impegnare… Conquestador con Antonio Garofalo ha fatto benissimo lo Csio di La Baule, poi ha fatto lo Csio di Roma da cui è uscito un po’ stanco e quindi ha preso il suo riposo, si è ripresentato nello Csio di Knokke in splendide condizioni, dopodiché ha fatto un training molto facile giusto per mantenere il tono atletico e a Herning lo abbiamo visto in grandissima forma».

Anche il binomio Francesca Ciriesi/Cape Coral lei lo ha impegnato con grande attenzione.

«Sì, Francesca Ciriesi e la sua cavalla hanno fatto molto bene il Gran Premio Rolex a Roma, poi ugualmente bene le Coppe delle Nazioni di Rotterdam e Falsterbo facendo un errore a percorso».

A Herning Francesca Ciriesi è stata protagonista di una vicenda davvero dolorosa, con la caduta e quindi l’eliminazione nella prima manche della seconda prova…

«Un incidente che davvero non ci voleva: lei però è stata bravissima nella prima prova, ottenendo un risultato molto importante per la squadra. Non è un discorso consolatorio, ma è stato proprio un incidente come è accaduto nel caso di cavalieri di altre nazioni anche molto importanti».

Lei come ha vissuto i giorni di Herning: con emozione, sofferenza, ansia… Non capita spesso di essere il commissario tecnico di una squadra che fa un Campionato del Mondo!

«Io la vivo bene. Non sono tipo da stare sul Kiss & Cry, io lì non ci vado, non vado nemmeno in sala stampa, faccio fatica a parlare con i giornalisti… A me piace stare in campo. Quando la Fise mi ha dato l’incarico sapevo di partire con poche munizioni però avevo una gran voglia di lavorare con i ragazzi. Da febbraio li ho seguiti ovunque, ho fatto con loro tutti i tour, mi sono confrontato con il tecnico di ciascuno, abbiamo fatto un programma. Sapendo che non saremmo stati competitivi nelle gare di avvicinamento al mondiale, perché i cavalli dovevano essere dosati con accortezza».

Beh, un risultato eccellente c’è stato senza alcun dubbio, quello della condizione dei cavalli… Conquestador e F One Usa sono andati addirittura in crescendo.

«Sì, penso di sì: a Herning erano tutti freschi, in forma, fisicamente pronti al meglio».

Rimane sempre sospesa ormai da anni la qualificazione alle Olimpiadi… A posteriori si potrebbe forse pensare che a Herning sarebbe stato comunque troppo difficile ottenerla?

«Ma sì, un Campionato del Mondo lo si prepara partendo con due anni buoni di anticipo, e con risorse a disposizione… ».

Prossimo obiettivo in funzione olimpica quindi il Campionato d’Europa 2023, che tra l’altro sarà a Milano.

«Sì, certo. Pian piano stiamo crescendo con binomi nuovi. La costruzione è lenta e da parte mia e dei cavalieri c’è tutta la voglia di andare avanti: speriamo che qualcuno si accorga di questa nostra voglia, la voglia di riportare l’Italia in alto, e che magari ci compri qualche cavallo… mi piacerebbe, tanto».

Parlando sempre della qualificazione olimpica, che le prime cinque squadre del Campionato del Mondo siano europee è un bene, dal nostro punto di vista.

«Certo, non le avremo come avversarie a Milano nella corsa verso Parigi 2024. Il che però non renderà le cose troppo facili perché ce la dovremo vedere con altre formazioni comunque molto agguerrite. Dovremo prepararci bene e centellinare al massimo l’impegno dei cavalli».

Un altro dei nostri presunti obiettivi dovrebbe essere il ritorno in Prima Divisione di Coppa delle Nazioni. Ma da un punto di vista concreto, ci servirebbe? Una volta si diceva che era fondamentale esserci per preparare al meglio i campionati internazionali, ma noi quest’anno pur non essendoci abbiamo comunque gareggiato in molti Csio a cinque stelle di massimo livello…

«Ecco, ottimo argomento. La Svezia quest’anno molto probabilmente retrocede. La Svezia… che ha vinto le Olimpiadi e adesso il Campionato del Mondo. La realtà è che tutti se lo chiedono: alla fine questa Prima Divisione a cosa serve? A noi e sicuramente anche alla Svezia e probabilmente anche ad altre nazioni mancano cavalli per poter fare tutto… Tuttavia cercheremo ugualmente di ritornare in Prima Divisione se non altro perché in questo modo si partecipa alla finale di Barcellona, evento che offre l’ultima possibilità di conquistare un posto alle Olimpiadi. Ma per tutto il resto esserci o non esserci non ci cambia proprio nulla… La nostra priorità deve essere in ogni caso Milano 2023».

Torniamo a Herning. Cosa ha pensato durante la prima giornata del mondiale, quando è andata in scena la prova a tempo in tabella C?

«Ho pensato che i ragazzi fossero perfino più pronti di quanto io stesso potessi pensare… Vederli in quella gara è stato magnifico… ».

Tra l’altro una prova che storicamente è quella che ci ha penalizzato di più, nei campionati internazionali…

«Esatto… invece io li guardavo e pensavo tra me e me ma quanto bravi sono! Gli errori che abbiamo visto in seguito si possono togliere, non sono stati errori dovuti a mancanza di mezzi, o a incapacità, no… Sono stati tutti errori dovuti a emozione, a mancanza di esperienza. Qualcuno lo si sarebbe potuto evitare: ma io sono veramente molto soddisfatto dei nostri ragazzi e dei loro cavalli. Adesso dobbiamo continuare così, aggiungendo un tassello dopo l’altro: e andare avanti».