Via l’equitazione dal pentathlon: cavalli e Giochi, rapporto a rischio

La prova di salto ostacoli non farà più parte della disciplina olimpica poiché ritenuta un ostacolo alla crescita e allo sviluppo di quello sport

Bologna, giovedì 4 novembre 2021 – Adesso è ufficiale: la prova di salto ostacoli non farà più parte del programma del pentathlon moderno a partire dall’edizione delle Olimpiadi di Parigi 2024. Lo ha deciso la Uipm (Unione Internazionale Pentathlon Moderno) ma al momento non è ancora stata ufficializzata la scelta della disciplina sportiva che sostituirà l’equitazione.

Formalmente parlando, la decisione sembra non sia da collegarsi allo sconcertante accaduto delle Olimpiadi di Tokyo, quando la concorrente tedesca Annika Schleu ha dato uno spettacolo davvero penoso in sella a un cavallo totalmente ‘contrario’ a offrire la propria collaborazione… eufemisticamente parlando (non aggiungiamo sul tema una sola parola in più, ma vi invitiamo a leggere il bellissimo articolo di Maria Cristina Magri  sulla questione di cui trovate il link qui in basso). Ha detto infatti Joel Bouzou, uno dei vicepresidenti dell’Uipm: “L’equitazione è un freno alla crescita del nostro sport, sia dal punto di vista della pratica sia dal punto di vista dei costi. Sul tema abbiamo cominciato a riflettere fin dal 2018”.

Sia come sia, tale vicenda non può non suonare come un campanello d’allarme ben sonoro nei confronti delle tre discipline olimpiche tradizionalmente presenti nel programma dei Giochi, cioè salto ostacoli, completo e dressage. E’ vero che il pentathlon è una cosa e lo sport equestre è un’altra: ma pur sempre di cavalli si sta parlando nello specifico. E in effetti da tempo si discute sulla presenza di salto completo e dressage alle Olimpiadi: perché si tratta di discipline che hanno altissimi costi di organizzazione e gestione, perché talvolta si sono dimostrate pericolose sia per i cavalli sia per i cavalieri, perché per un pubblico di non addetti ai lavori non è semplice comprenderne i meccanismi e le regole, in alcuni casi in passato perché si sono creati problemi sanitari per i cavalli in entrata e in uscita con conseguente necessità di decentrare lo sport equestre dal resto del programma olimpico.

Il Comitato Olimpico Internazionale dal canto suo a ogni edizione delle Olimpiadi si trova al cospetto delle ormai solite e ben note necessità: ampliare il numero degli sport olimpici, ampliare il numero dei Paesi presenti, scongiurare ogni possibile rischio a danno dell’integrità fisica degli atleti (che nel nostro caso sono anche i cavalli), produrre uno spettacolo appetibile e facilmente fruibile per un pubblico non solo presente sul luogo delle gare ma anche (e forse soprattutto, di questi tempi… ) per chi è a casa davanti alla televisione o a un computer o perfino davanti allo schermo di un telefono…

Inutile dire che dal nostro punto di vista lo sport equestre deve assolutamente rimanere dentro la famiglia olimpica. Assolutamente. Diversamente, le conseguenze sarebbero a lungo termine quasi catastrofiche, riducendo le tre discipline a una sorta di terreno di incontri privati tra protagonisti ormai completamente scollegati dallo sport vero e proprio, senza dire che perfino le organizzazioni istituzionali – la Fise su tutte – perderebbero qualunque tipo di senso. Uno scenario al quale davvero non vogliamo nemmeno pensare… E tuttavia qualche brivido di preoccupazione non può non essere avvertito alla luce di quanto annunciato a proposito della presenza dei cavalli nel pentathlon. Una cosa è certa: da qui a Parigi 2024 il dibattito sarà certamente intenso…

IL COMMENTO DI MARIA CRISTINA MAGRI
https://www.cavallomagazine.it/etologia/pentathlon-salviamo-il-soldato-schleu