Siamo tutti in attesa

Alla vigilia del nuovo giro di vite, il popolo dei cavalli si interroga. O meglio, cerca risposte

Bologna, 4 novembre 2020 – Oggi è la giornata delle Forze Armate e dell’attesa. Attendiamo di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti e attendiamo di sapere qualche cosa del Dpcm, il regolo elastico della nostra esistenza in tempi di pandemia.

Le domande che tutti ci stiamo ponendo in questo momento – così come molte altre cose – sono le stesse dello scorso marzo.
Si può andare in scuderia?
Si può montare a cavallo?
Si possono fare le gare?
Si può andare da una regione all’altra nel caso che la scuderia sia per esempio in Toscana e il cavaliere in Emilia?
Cosa è previsto in senso lato per gli sport equestri?
Chi sono gli atleti professionisti?
Chi sono i cavalieri di interesse federale?
Arriverà un aiuto per chi non può svolgere l’attività di centro ippico?
Arriverà un aiuto per il mantenimento dei cavalli delle scuole?
Zona gialla, zona rossa, zona verde…

Contrariamente a quanto accadrà per il presidente degli Stati Uniti (entro massimo il 12 di novembre ci sarà una risposta definitiva che durerà almeno quattro anni), per quanto riguarda i Dpcm e il futuro del mondo equestre e sportivo potrebbe non essere così ‘semplice’.

Le restrizioni cambiano in considerazione dei numeri. Le maglie si stringono in maniera inversamente proporzionale alla diffusione del virus e le misure vengono assunte in maniera graduale. C’è un governo centrale, ci sono le regioni e la possibilità discrezionale di rendere ancora più severe le decisioni prese a livello nazionale. Insomma, la situazione, al di là dei cavalli, è complessa.

Se sia o non sia una politica giusta, non è materia per il segmento dello sport che di sicuro non vuole prendersi la responsabilità di contagi virali né di quelli economici, ma che nel contempo chiede di non essere ignorato.
A chi non piacerebbe che tutto ciò non fosse successo… O almeno che fosse già finito.
Ci piacerebbe poterci muovere liberamente e fare altrettanto liberamente tutto ciò che fa parte delle nostre scelte. Scuderie e cavalli compresi.
Tra le altre cose, ci piacerebbe poter lavorare come abbiamo sempre fatto…

Nella giornata dell’attesa, purtroppo i numeri ci indicano che la pandemia si è presa altre 353 vite. Persone. E se c’è chi insinua che non tutti i morti siano vittime Covid, fa poca differenza.
Naturalmente di fronte a perdite umane, ogni cosa si ridimensiona e ciò che sembra fondamentale lo diventa un po’ meno.

Per tornare alle tante domande di cui sopra e a tutte quelle che animano le pagine dei social equestri, tanto per essere chiari e limpidi, oggi non ci sono risposte per il popolo dei cavalli. Tante domande e, al momento, nessuna certezza. C’è un indirizzo sosfise@fise.it, ci sono le FAQ sui siti governativi ma niente di definitivo, esaustivo e certo per quanto ci riguarda.

Siamo contenti? Certo che no.
Vorremmo più chiarezza, questo sì. Vorremmo meno complicazioni e regole più delineate. Dopo di che potremmo perfino essere i primi difensori del nostro settore, promuovendone l’applicazione in maniera decisa e rigorosa. Prima si inizia, prima si finisce.

Già, perché anche la giornata dell’attesa a un certo punto va archiviata. E non appena le notizie saranno certe, Cavallo Magazine sarà a disposizione dei nostri lettori per dare risposte altrettanto certe a ciascuna domanda.

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