Caro prezzi in scuderia: un pericolo con tante facce

Crescono i prezzi delle materie prime e dei carburanti e le ripercussioni arrivano dritte dritte fino in scuderia. Campanella d’allarme dalle associazioni sul caro-alimenti

Bologna, 4 luglio 2022 – I dati parlano chiaro: a inizio marzo, l’indice dei prezzi delle materie prime agricole elaborato dalla Banca Mondiale ha subito un incremento del 40% rispetto al gennaio del 2021. Nel periodo, sono lievitate le quotazioni del mais e del grano che sono rincarati rispettivamente del 43% e dell’83% rispetto a gennaio dell’anno scorso, secondo l’indice dell’istituzione internazionale.

E la Banca Mondiale, quando ha redatto questi dati, non aveva ancora fatto i conti con la siccità, altro motivo di riduzione delle produzioni, con annesso incremento dei prezzi.

Del resto lo vediamo tuti i giorni quando facciamo la nostra spesa… Pasta, pane… È tutto aumentato a dismisura.

Ma, secondo quanto riportato in una recente intervista a Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, non dobbiamo farci illusioni… Il prezzo del pane è solo la punta dell’iceberg. «I cereali toccano il 70% del fatturato dell’industria alimentare. Si tratta dei due terzi dell’industria alimentare che ha a che fare con questo tipo di produzioni, per esempio per dare da mangiare gli animali…».

Cavalli compresi.

 

I conti nella mangiatoia si fanno in fretta…

Se prima dello scoppio del conflitto in Ucraina un quintale di mais aveva prezzi che oscillavano da 18 a 20 euro circa, a maggio ne costava già 40. Un quintale di mangime ‘generic’ si aggira oggi tra i tra i 70 e 80 euro, ma per prodotti più ‘mirati’, l’acquisto singolo (ovvero senza la scontistica sulla quantità) propone una media dai 20-30 euro in su a sacco (20 kg).

Un bel peso sulle spalle dei singoli proprietari che si gestiscono il cavallo a casa. E un aggravio altrettanto pesante per i centri che amministrano l’alimentazione di più cavalli e si vedono costretti ad aumentare le pensioni, con il rischio, non remoto, di perdere clienti.

Il pericolo di questa situazione, al di là della perdita – a parità di costi – di potere di acquisto, è che i piccoli proprietari, gli appassionati che costituiscono il microcircolo del sistema equestre, si trovino a dover operare scelte difficili, che facciano necessariamente passare il benessere dei propri cavalli, in secondo piano. Come per esempio la scelta di mangimi meno qualitativi, più poveri o, nei casi peggiori, il ricorso a veri e propri razionamenti.

E attenzione, non è solo una questione di denaro. Spesso, anche il reperimento delle materie prime mette in difficoltà…

Soluzioni? Forse ci vorrebbe un aiuto ai centri e ai piccoli proprietari censiti. Forse si potrebbero istituire delle centrali d’acquisto tra piccoli proprietari per ammortizzare almeno i costi dei trasporti e magari godere di migliori scontistiche.

Il problema non va sottovalutato. Alcune associazioni d tutela stanno già ricevendo richieste d’aiuto da parte di proprietari in seria difficoltà. E potrebbe essere solo l’inizio.