L’orrore di Messina

Ennesimo cavallo morto a Messina. Ma quando ci vorrà prima che la città dello Stretto dica basta? Siamo davvero di fronte a una barbarie che non si esaurirà mai?

I cavalli del Palazzo di Giustizia di Messina: un simbolo violato

Bologna. 8 luglio 2023 – Ancora una volta si torna a parlare di Messina, di Sicilia. Con le vacanze alle porte e il turismo che fa già presagire una stagione da record, tutto rimane incomprensibilmente come sempre.

E le situazioni che da sole basterebbero per far scegliere a tanti di andare a spendere i propri soldi in luoghi più civili, continuano come se l’onore e il benessere dell’isola fossero cosa di altri.

A Messina, sulla via Catania, angolo via Salandra, le luci del mattino di pochi giorni fa hanno dato l’ultima carezza a un cavallo già morto da qualche ora. Un baio steso a terra in una pozza di sangue.

Gli inquirenti stanno vagliando ogni ipotesi anche se quella della corsa clandestina finita male rimane una delle più accreditate. Del resto è già successo… E ogni volta si è chiesto alle forze dell’ordine che fosse davvero l’ultimo sacrificio. In molti casi è stato perfino promesso.

Invece tutto prosegue come sempre. A indicare che esistono più città in Sicilia con lo stesso nome. Forse anche più Sicilie.

C’è la Messina dello sviluppo e c’è quella della clandestinità. C’è la Palermo della voglia di legalità e c’è quella delle scommesse illegali. C’è la Catania del grande Vincenzo Bellini e c’è quella delle stalle abusive nei garage. C’è la Siracusa di Greci e Normanni e c’è la Mare-Monti degli appuntamenti all’alba con la morte.

Secondo le forze dell’ordine che hanno visionato e le registrazioni di videosorveglianza in zona, il cavallo avrebbe impattato contro il palo di un cartellone pubblicitario e non contro un muro come ipotizzato all’inizio. Sul luogo non è stato rinvenuto alcun calesse, ma sul mantello della vittima (quale altro nome è possibile dargli?) erano evidenti i segni dei finimenti.

L’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA) ha sporto una denuncia alla procura di Messina affinché si accertino i fatti e si puniscano le colpe.

Raccolto in rete anche l’intervento della senatrice Dafne Musolino che, sul proprio profilo Facebook scrive: «Questa ‘moda’ messinese delle corsette all’alba dei cavalli è crudele oltre che illegale. Quanti cavalli abbiamo sequestrato con il Comandante Giardina, trovandoli custoditi in stalle improvvisate e abusive lungo i torrenti o nel mezzo di campagne abbandonate! Chi ama gli animali non li sfrutta, non li droga per farli andare più veloci e di certo non li fa correre sull’asfalto consumando i loro zoccoli e causando tendiniti e lesioni articolari. Sono sicura che del caso si occuperanno le Forze dell’ordine individuando il responsabile, perché è chiaro che nessun animale si scaglia contro un muro a meno che non stia provando una forte sofferenza o si trovi in uno stato di coercizione. E della vicenda intendo occuparmene anche nella mia veste di parlamentare con una iniziativa specifica».