Negli ultimi anni il Mounted Games ha progressivamente definito la propria identità all’interno del panorama equestre federale italiano, fino a essere riconosciuto in maniera sempre più chiara come disciplina autonoma e agonistica.
Un passaggio che non va dato per scontato e che trova ulteriore conferma nello stage di sviluppo organizzato dalla Federazione Italiana Sport Equestri che si terrà presso l’Arezzo Equestrian Centre il 27 e 28 dicembre; iniziativa che si inserisce in un percorso più ampio di attenzione e investimento sulla specialità.
Il Mounted Games, infatti, non va confuso con le discipline ludiche. Nell’ambito dell’attività promozionale, il settore “ludico” oltre ad implementare le capacità relazionali dei giovani atleti, raccoglie una serie di specialità concepite come avviamento all’equitazione, che permettono ai più giovani di sperimentare in modo divertente le basi di discipline agonistiche più strutturate.
Così come il carosello avvicina al dressage, la gimkana al salto ostacoli, la gimkana cross al completo; i pony games introducono ai Mounted Games. In questo contesto, il pony games rappresenta una fase propedeutica stimolando lo sviluppo di capacità motorie e di coordinazione, per poi accedere al Mounted Games che costituisce la versione pienamente agonistica della disciplina.
Se in passato il confine tra pony games e Mounted Games non era sempre nettamente delineato, oggi la distinzione è diventata chiara. Il Mounted Games richiede una preparazione tecnica e atletica elevata, una solida competenza equestre e un livello di abilità che va ben oltre la sola coordinazione occhio-mano. Se quest’ultima rimane una componente fondamentale, per accedere ai livelli più alti è ormai indispensabile saper montare cavalli altamente performanti, con grande sensibilità, consapevolezza tecnica, equilibrio e precisione.
È in questo quadro che si colloca lo stage di sviluppo federale, rivolto a giovani atleti sotto i 18 anni (o al limite dei 18) che abbiano già preso parte ad almeno un Campionato Italiano in categoria Pro. La selezione dei partecipanti colloca lo stage in una fascia di livello medio-alto del Mounted Games italiano, confermandone la finalità formativa avanzata.
Come spiega Andrea Farinetti, atleta, tecnico e membro della Commissione Consultiva Mounted Games, lo stage rappresenta uno dei segnali concreti della volontà federale di investire nel settore. Dopo il Trofeo sperimentale introdotto nella stagione precedente (destinato a diventare Trofeo Federale previe alcune modifiche migliorative) questa iniziativa testimonia un’attenzione strutturata e continuativa.
Un’attenzione confermata anche dall’elevato numero di iscrizioni, che ha portato la Federazione ad affiancare a Filippo Chiarenza, inizialmente designato come solo tecnico, anche Alessia Farinetti, neonominata tecnico della Nazionale Mounted Games per il 2026.
Il lavoro dello stage si articola su tre aree principali. La prima è l’attività tecnica in campo a cavallo, condotta dai tecnici federali. La seconda riguarda la preparazione atletica, affidata a Edoardo Bossi, con particolare attenzione alla salvaguardia del corpo dell’atleta e alla gestione equilibrata degli sforzi. La terza area è quella teorica, sviluppata in aula, e affronta due temi ritenuti centrali: la sicurezza e la preparazione mentale alla competizione.
Il tema della sicurezza verrà affrontato in una prospettiva specifica del Mounted Games agonistico. In gara, infatti, si verificano situazioni difficilmente riproducibili durante l’allenamento quotidiano, dove solitamente si lavora su una o due linee di gioco alla volta. In competizione, invece, possono trovarsi contemporaneamente in campo fino a sette o otto corsie, con numerosi binomi che si muovono in parallelo ad alta velocità. In gare a squadre, il numero di binomi presenti nello stesso momento può arrivare a diverse decine, con un livello di concitazione elevato e rischi oggettivi che richiedono grande consapevolezza.
La sicurezza, sottolinea Farinetti, non è separabile dalla tecnica equestre. Molti incidenti potenziali nascono da errori di assetto, da manovre improvvise non preparate correttamente o dalla mancanza di attenzione verso ciò che accade nelle corsie adiacenti. Insegnare ai giovani atleti a gestire il cavallo in modo corretto, a preparare le girate, a controllare il proprio equilibrio e a comunicare in maniera chiara con il cavallo significa ridurre concretamente il rischio in gara. La sicurezza diventa così un risultato diretto di una buona equitazione.
Accanto a questo, lo stage affronta il tema della preparazione mentale, spesso trascurato anche nei livelli agonistici più alti. Farinetti porterà il proprio contributo come atleta e tecnico con una lunga esperienza di gara, maturata anche in contesti internazionali. L’obiettivo è aiutare i ragazzi a comprendere come gestire agitazione, pressione e ansia da prestazione, elementi che possono compromettere l’esecuzione anche di esercizi ripetuti a lungo in allenamento.
Nel Mounted Games, la rapidità di esecuzione, gli spazi ristretti, la presenza simultanea di altri binomi e la velocità elevata impongono decisioni immediate e reazioni pronte, sia sul piano tecnico sia su quello emotivo. In questo contesto, una preparazione mentale adeguata diventa fondamentale per permettere all’atleta di riprodurre in gara ciò che ha costruito a casa.
Lo stage intende inoltre richiamare l’attenzione su un equilibrio spesso sbilanciato verso la sola tecnica di gioco. Se la capacità di eseguire rapidamente le prove e di maneggiare il materiale è essenziale, altrettanto importante è sviluppare una maggiore consapevolezza della biomeccanica del cavallo, delle sue esigenze fisiche e psicologiche e delle tecniche equestri che permettono movimenti agili e sicuri in spazi ridotti. Un approccio più completo, che integri equitazione, tecnica di gioco e preparazione mentale, è visto come una chiave per la crescita futura della disciplina.
In questo senso, lo stage non si limita a trasmettere contenuti, ma si propone anche come momento di sensibilizzazione per atleti e tecnici, con l’obiettivo di colmare alcune lacune ancora presenti e di promuovere una cultura del Mounted Games sempre più matura, consapevole e strutturata. Un ulteriore passo nel percorso di riconoscimento e sviluppo di una disciplina che oggi si afferma, a tutti gli effetti, come agonistica e autonoma nel panorama equestre nazionale.
























