In quell’alternanza dei tanti sentimenti che caratterizza l’animo umano, c’è il momento del dolore e quello del ricordo. Il secondo, quasi sempre ci porta – o almeno ci prova – a rimettere le cose in equilibrio con il primo.
Patrizia Cima ci ha lasciato ieri dopo aver combattuto – con una resilienza che ha lasciato tutti senza fiato – contro un male che in poco tempo aveva già scritto, purtroppo, l’epilogo di una parte della sua storia. E dopo lo sgomento, oggi c’è un’immagine che torna prepotente…
È di pochissimo tempo fa, a Castellazzo, sotto il portico davanti all’ingresso della club house. In una ‘chiacchiera’ veloce, mentre la presentavo a una persona, con la freschezza e la semplicità che sono state la sua cifra di sempre mi ha ricordato che «…Anch’io ho fatto tanto tempo fa le segreterie di concorso. Marina (sua figlia, ndr) ha cominciato con me».
Erano gli anni dei ‘foglioni’ compilati a mano, dei tempi calcolati con il ‘pallottoliere’, dei completi con la marcia e il cross, delle gare alla quali anche lei aveva partecipato accanto ad alcuni dei più bei nomi dell’equitazione italiana.
Patrizia Lagomarsino è stata una bambina, poi una ragazza, poi una donna di cavalli per tutta la vita. Senza protagonismi ma con una passione straordinaria, inalterata nel tempo. La passione per i cavalli e per lo sport. A questo si è poi aggiunta la passione di trasmettere tutto ciò anche agli altri, ai suoi allievi.
Credo che il ruolo di ‘maestra’ le piacesse molto perché insieme all’equitazione, Patrizia aveva tanto da dire anche su come si vive, con stile, vicino ai cavalli.

Guardando una sua vecchia foto di quando era ragazza, ho pensato a tante altre ragazze. Fare paragoni tra ieri e oggi sarebbe anacronistico, è ovvio, però… Lo stile, la classe che Patrizia ha portato in campo con educazione per tutta la vita sono doti che non conoscono i gap generazionali. Sono doni naturali che si possiedono e si coltivano. Il rigore in campo, la passione in sella, la classe nella vita e quella discrezione delicata da un lato ci mancheranno ma dall’altro adesso saranno insegnamenti che si amplificano perché unici.
Quest’anno il mondo equestre ha perduto diverse delle sue stelle polari che stanno illuminando ora un altro cielo. Patrizia è sicuramente tra queste.























