Scicli: la Cavalcata di San Giuseppe

A Scicli, nel ragusano, dopo tre anni di assenza è tornata la festa dei cavalli con i manti fioriti. Una tradizione già iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali (REI) dell’Unesco. Grande successo di pubblico. Vince il gruppo le Milizie

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Bologna, 19 marzo 2023 – Quest’anno, dopo tre edizioni sospese, la violaciocca è dovuta arrivare a Scicli, nel ragusano, un po’ da ogni luogo. E forse, acquistando a distanza, non sempre come la si sarebbe voluta ma… Gli artisti dei manti di Scicli non hanno avuto problemi a trovare la sintesi tra la loro arte e i petali profumati delle bardature.

Dei tableaux in cui, incollati fitti fitti per dare più consistenza alle immagini, i fiori hanno aggiunto magia alla magia. Ogni bardatura, ogni manto è arrivato puntuale all’appuntamento con un pubblico molto numeroso che le attendeva.

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E i cavalli? Al centro della scena ovviamente. Sotto alle bardature dalle quali si può cogliere il loro sguardo incorniciato dai petali. Cavalli di taglia, diversi Percheron e altri soggetti da tiro pesante, condotti a mano e con in groppa le leve del futuro della Cavalcata, hanno contribuito attivamente al successo del gruppo di appartenenza. Anche il portamento del cavallo, il suo modo di esibire il manto è punto di valutazione per le giurie che, in mezzo a tanta bellezza, hanno avuto un compito davvero molto arduo.

Difficile stabilire quanti fiori siano utilizzati in ogni bardatura. Il peso del manto va da una sessantina di chili per quelli più leggeri e riconducibili alle bardature tradizionali fino a 80-90 chili per quelle più imponenti e alte che non appoggiamo direttamente sul cavallo ma sono sostenute da telai studiati per non dare fastidio e non limitarne i movimenti.

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La Cavalcata, una sfilata a mano che dura circa 4 ore lungo le vie centrali di Scicli non ha criticità per i cavalli. Nessun passaggio rischioso, nessuna andatura pericolosa, nessuna fatica eccessiva. E loro, i cavalli, ricambiano sfilando tranquilli tra la folla, sempre difficile da mantenere oltre le transenne. Sono imponenti, fieri e tuttavia esprimono tranquillità, quasi fossero consci del loro compito in questa festa tradizionale religiosa così cara agli sciclitani.

Dietro a ogni bardatura ci sono mille storie, vicende umane. Una quantità infinita di ore di lavoro, fiori e soprattutto una tradizione molto sentita, che attraversa intere generazioni. Che in molti casi hanno lavorato fianco a fianco. E hanno sfilato insieme.

 

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Alla fine, tra le 14 bardature e i 39 gruppi, ha vinto le Milizie (345 punti), con un manto ideato dall’artista Sasha Vinci intitolato ‘Angelus Volat’. Secondo il gruppo Alfieri e terzo il Balatelle. Ma formalmente, visto il pubblico e il clima di grande festa, hanno davvero vinto tutti. Ha vinto Scicli che continua a sostenere questa festa tradizionale che è già iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali (REI), come previsto dalla convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco.

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Una tradizione antica

Scicli ama i cavalli. Ha una tradizione equestre solida e antica che affonda le proprie radici nel lavoro nelle campagne, quando asini, muli e successivamente i cavalli, erano compagni di lavoro e praticamente membri della famiglia.

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Amici con i quali condividere le feste più sentite, esattamente come quella dedicata a San Giuseppe e alla fuga della Sacra Famiglia in Egitto.

È questo il tema dei manti, in una rappresentazione in cui le coreografie artistiche vengono studiate di anno in anno. Anzi, già nel giorno precedente alla Cavalcata, mentre si incollano uno dopo l’altro i fiori colorati, c’è già chi parla della bardatura per l’anno successivo.

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Il cavallo, la bardatura con il bàlicu (questo il nome dialettale per indicare la violaciocca), le cianciane, i collari con le campanelle, le bisacce sono passaggi generazionali trasformati in oggetti. Passano cioè di padre in figlio così come la passione per questa festa che vanta natali molto antichi. Quando i cavalli erano solo dei ‘signori’ e il popolo bardava, sicuramente con meno sfarzo, prevalentemente asini e muli. Oggi, nonostante la ‘benevola’ rivalità tra i gruppi di bardatori, permangono figure legate alla Cavalcata che sono apprezzate in maniera perfettamente trasversale.

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Padua, Donzella (nelle foto sopra) e molte altre figure storiche della festa godono del rispetto e della riconoscenza di tutti i bardatori più giovani che a loro volta stanno instradando le ‘next generation’. Tanti infatti i bambini alla festa. Il più giovane di tre mesi, con costume tipo, in braccio alla mamma, mentre tra i cavalieri delle bardature il più piccolino è un bimbo di tre anni che ha sfilato su un ponino praticamente sommerso di fiori. Bellissima anche la sua bardatura mignon, che ha attirato i click di tutti i fotografi. Pronti a immortalare anche i manti della categoria dedicata appunto ai pony, gradito ritorno dell’edizione 2023.

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Una risorsa per il territorio

L’interesse che si accende sui cavalli bardati di Scicli è un vero e proprio volano per il territorio. Lo ha dimostrato l’eterogenea presenza sul palco delle autorità. Accanto ai sindaci delle città limitrofe e a Mario Marino, primo cittadino della città del commissario Montalbano, si sono visti alti ufficiali dell’Arma, rappresentanze della Regione e perfino della vicina Malta, aggiungendo un ulteriore tocco internazionale all’evento. Grande, infinito, il lavoro dell’Associazione culturale Gli Amici di Giorgione, cuore tecnico-organizzativo dell’evento che con Uccio Brancati ne ha reso possibile lo svolgimento prodigandosi affinché ogni cosa funzionasse per il meglio.

Uccio Brancati ©ASammito

Una bella festa insomma. Una testimonianza che il cavallo nella Sicilia profonda e più vera conserva un ruolo importante e antico, in cui si fondono con grande armonia tradizione, religione, storia e soprattutto grandissima passione equestre.