La cronaca dice che…
Gli agenti della Polizia di Stato, della Polizia Locale di Misterbianco, nel catanese, ed il personale del Servizio di Sanità Pubblica Veterinaria-Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’Asp di Catania hanno proceduto al controllo di un sito segnalato da alcuni cittadini che avevano notato un cavallo all’interno di un fatiscente box e una discarica a cielo aperto. La Polizia Locale, acquisita la notizia, l’ha condivisa con la Squadra a Cavallo della Questura di Catania e con i medici veterinari dell’Asp al fine di procedere, in piena sinergia, al controllo, che è stato effettuato nella mattinata di mercoledì scorso. Una volta all’interno del terreno segnalato, nei pressi di Via Lenin, a Misterbianco, i poliziotti della Squadra a Cavallo e il veterinario dell’Asp si sono dedicati alla verifica delle condizioni di salute dell’animale presente. Dal controllo è emerso che il cavallo era stato censito nella banca dati in quanto gli era stato applicato il microchip, ma le condizioni del box non erano idonee per il suo allevamento. Infatti, essendo costruito in lamiera, al suo interno la temperatura era molto elevata. Il cavallo è stato, quindi, sottoposto a vincolo sanitario e trasferito dal proprietario presso un’azienda autorizzata fuori provincia. I medici del Servizio Veterinari dell’ASP hanno comminato al proprietario sanzioni per oltre 3.500 euro in quanto in quel luogo non poteva essere esercitata l’attività di allevamento e perché comunque non erano stati effettuati i test per l’anemia infettiva. L’uomo è stato denunciato per maltrattamento di animali…
E fin qui tutto come da copione. Quello che però lascia sbigottiti è, anche tra la gente di cavalli, la reazione che spesso notizie di questo genere raccolgono sui social.
Non è raro che ci siano commenti del tipo… “ma in fondo i cavalli mi sembravano ben tenuti”… Oppure “sempre e solo per orpelli burocratici. È ora di finirla con la storia dei codici stalla”… “la solita burocrazia italiana”…
Beh, ‘giusto per’, invitiamo davvero a guardare, dall’inizio alla fine, il video del luogo dove la Polizia ha eseguito questo ultimo intervento e ha trovato il box abusivo.
Reti di letti arrugginite, transenne di ferro arrangiate, recinzioni di filo spinato e altro materiale da discarica… Non c’è una cosa che si può vedere nel video che non sia potenzialmente mortale per il cavallo. Senza contare che blocchetti di cemento e lamiera di cui si compone il box abusivo, a 40 gradi sono già di per sé una insidia mortale.
Ignoranza? Incuria? Mancanza di possibilità di tenere il cavallo diversamente? Non sappiamo quale sia la risposta o se si possano adottare tutte insieme.
Sta di fatto che il cavallo non ne ha colpa e di sicuro non se lo merita.