Giuseppe Cimarosa ha ideato e dirigerà il 7 giugno 2025 alla Fiera Mediterranea del Cavallo di Tenuta Ambelia, a Militello Val di Catania lo spettacolo ‘D’Amore e di nebbia’.
La nuova versione di uno degli spettacoli più amati tra quelli portati in scena dal Teatro Equestre CImarosa, e che sarà solo una delle attrazioni dell’evento organizzato da Maria Baleri e che quest’annno ha Giuseppe Cimarosa come direttore artistico del Gala.
Per li momento – solo per il momento – concentriamoci su ‘D’Amore e Nebbia’.
Uno spettacolo che respira con la terra e cammina, danza e sogna al passo del cavallo in un intreccio struggente di teatro, arte equestre e visione poetica.
“D’Amore e di Nebbia” si impone come una creazione unica, dove la nobiltà e la memoria dei cavalli autoctoni siciliani, in particolare il Cavallo Siciliano e il leggendario Sanfratellano, diventano protagonisti vivi e vibranti di un racconto che affonda le radici nella storia e nell’anima della Sicilia.
Non è solo teatro: è rito, è viaggio.
“D’Amore e di Nebbia” è un’opera visionaria che celebra il rapporto profondo tra uomo, natura e animale, facendo del cavallo non un semplice “presenza scenica”, ma un portatore di memoria, forza e sacralità.
In scena, la Sicilia prende vita tra luci e ombre, nel corpo dei suoi figli umani e animali, in un continuo rincorrersi tra il visibile e l’invisibile.
CAVALLI SICILIANI: RADICI IN MOVIMENTO
I cavalli scelti non sono casuali: il Cavallo Siciliano, rustico, elegante, legato alla terra con un passo antico; e il cavallo di San Fratello, maestoso, nero come la lava e dolce come il vento dei Nebrodi, entrano in scena come messaggeri di una cultura ancestrale.
Essi danzano con l’attore, respirano con il pubblico, diventano simboli viventi di un’identità che resiste.
TEMI E SIMBOLI
Luce e Oscurità, Amore e Potere, Radici e Smarrimento. Nel loro incedere scenico, cavalli e attori si confrontano con la Nebbia: metafora del potere che offusca, del tempo che cancella, della corruzione che tradisce.
Ma anche con l’Amore, quello vero, che cura, che salva, che fa ricordare.
Il messaggio è chiaro: non lasciamoci inghiottire dalla nebbia, ma ritroviamo l’armonia con ciò che siamo, con chi eravamo, con chi potremmo essere.
LINGUAGGI CHE SI FONDONO
Musica tradizionale e lirica, teatro e danza, corpo umano e corpo equino: tutto si unisce in un “canto primigenio” dove i confini si dissolvono.
La scena si trasforma in un affresco vivo, dove la natura diventa spettacolo, e lo spettacolo torna a essere natura.
UN ATTO D’AMORE E DI RESISTENZA
Giuseppe Cimarosa firma un’opera potente e poetica, che onora la Terra, i suoi animali, la sua gente.
È un grido dolce e deciso: “Amiamo la Luna, ma salviamo la Terra.”
E mentre l’attore abbraccia il cavallo, e la musica si fonde al galoppo, la Sicilia ci parla: e noi, finalmente, ascoltiamo.
