Cavalli e domesticazione: il parere dei francesi

Da uno studio francese pubblicato su Nature, una nuova ipotesi sulla datazione della domesticazione dei cavalli basata sui genomi

Un grafico che riassume le località in cui sono stati ritrovati i resti di cavalli primordiali e le loro affinità genomiche

Bologna, 20 ottobre 2021 – Nature, la prestigiosa rivista scientifica internazionale, torna a parlare di cavalli. E dello snodo storico in cui la loro domesticazione li unì alla storia dell’uomo.

Un argomento che ha un po’ lo stesso fascino (e anche la stessa importanza) che circonda il primo utilizzo della ruota. Infatti, con la domesticazione, il cavallo iniziò di fatto a trasportare l’uomo, i suoi averi e le sue merci verso il futuro… Lungo un percorso che è durato per secoli.

È di pochi giorni fa la notizia di una datazione che faceva risalire l’inizio del connubio cavallo-civiltà con l’Età del bronzo. Ed ecco prontamente la risposta di altri studiosi. Questa vota francesi.

Secondo gli scienziati del Centre National de la Recherche Scientifique, dell’Université Toulouse III e dell’Université d’Évry, i primi cavalli furono addomesticati nel Caucaso settentrionale, tra il 2000 e il 2200 a.C.

Il team, formato da 162 ricercatori, ha definito che la domesticazione è avvenuta nelle steppe del Ponto-Caspio, nel Caucaso settentrionale. E da lì, questi cavalli, si sono poi diffusi nel resto dell’Eurasia in pochi secoli.

Gli scienziati francesi hanno sequenziato i genomi di 273 cavalli vissuti tra il 5.500 e il 200 a.C., confrontando i risultati ottenuti con le informazioni derivanti dallo studio dei genomi di esemplari moderni.

Ne è emerso che, fino a poco più di 4.500 anni fa, in Eurasia vivevano tipi diversi di cavalli. Tra il 2000 e il 2200 a.C., un profilo genetico precedentemente confinato alle steppe pontiche iniziò a diffondersi. Sostituendo in poco tempo tutte le popolazioni di cavalli selvaggi dall’Atlantico alla Mongolia.

 

Cavalli diversi

Tra le principali differenze tra i cavalli ‘originari’ dell’Eurasia e quelli ‘più moderni’ delle steppe del Ponto-Caspio, i ricercatori hanno scoperto due differenze sorprendenti a livello genetico. Una legata a un comportamento più docile e l’altra a una spina dorsale più robusta. Due elementi che indubbiamente si conciliano abbastanza coerentemente con l’idea di un cavallo adatto a essere attaccato o montato.

Ma differenze a parte, secondo gli studiosi francesi rimane il fatto che, secondo le loro analisi, la domesticazione venne dopo rispetto alle migrazioni dalle steppe indoeuropee verso l’Europa avvenute nel terzo millennio a.C. Che quindi, sarebbero avvenute forse senza, o solo in parte, l’aiuto del cavallo.