166° Anniversario della Polizia di Stato: a cavallo!

Ieri anche a Milano grande festa per il 166° Anniversario della Polizia di Stato: è stata l’occasione per vedere i grigi cavalli della Fanfara della Polizia che per la prima volta hanno sfilato sotto la Madonnina. E noi ne approfittiamo per raccontarvi di loro e di Iside…

12 aprile 2018 – Grande festa ieri per il 166° Anniversario della costituzione del corpo della Polizia di Stato e a Milano, per l’occasione, hanno sfilato per la prima volta i cavalli grigi della sua Fanfara.

Che sono vecchi amici della nostra rivista, ovviamente: ne approfittiamo per ricordarvi Iside, la nostra cavalla-copertina per il numero 254 di gennaio 2008.

Iside, poliziotta e musicista

Metti una sera di luglio a Modena, con il Festival delle Bande Militari che colora e sveglia di musica questa piccola città così sobria: cornamuse rimbombano sotto i portici, luci da show americano tagliano la facciata del Palazzo Ducale e la cuciono addosso a piazza Roma per fare da palcoscenico a questo rutilante Tattoo per il quale sfilano, suonano e danno spettacolo le migliori bande degli Eserciti di tutto il mondo. 

E quest’anno tra gli altri c’era anche la Fanfara a cavallo della Polizia di Stato: 19 imperturbabili cavalli grigi 19, 76 zoccoli lustri che scandivano la musica mettendo anche la loro nota tra quelle di flicorni, timpani, trombe e tamburi. Al termine della serata è in programma un grande concerto, tutte le bande schierate per suonare insieme la Marcia Militare di Schubert.

L’onore di dirigere tocca proprio al Direttore della Fanfara della nostra Polizia che smonta di sella e si incammina verso il palco lasciando i suoi alle spalle delle altre formazioni, vicini alla facciata del palazzo Ducale.

Ma c’è qualcuno tra loro che decide di fare un piccolo, silenzioso spettacolo per conto suo, la cavalla del Direttore: controlla con la coda dell’occhio quando fa piede a terra, lo segue con lo sguardo mentre raggiunge la pedana, il palafreniere che la tiene sottomano non deve mettersi di mezzo perché lei lo scansa col testone.

Mentre lui dirige lo tiene continuamente inquadrato: testa alta e orecchie puntate niente la distrae, né musica né applausi né luci, la grigia ha occhi solo per lui che finalmente scende dal palco, torna, rimonta in sella e allora la cavalla tira un sospirone da schiantare il sottopancia e sbruffa le farfalle fuori dal naso, felice.

Potevamo fare finta di nulla con una cavalla del genere? Ovviamente no e grazie al permesso del dott. Marcello Fulvi (Questore di Roma) siamo andati a trovarla a Trastevere sul posto di lavoro, la caserma La Marmora, che ospita la Fanfara e una delle quattro Squadre della Sezione a cavallo che la Polizia ha qui.

Siamo nel cuore della città, passata la porta carraia della caserma entriamo in un grande cortile con un verdissimo paddock al centro, i tetti bassi delle scuderie di fine ottocento fanno da cornice e cercano di tenere fuori il resto di Roma che prova comunque a spuntare qua e là con qualche chiesa barocca, come se niente fosse; i “butteri” (il personale civile che si occupa delle scuderie) finiscono gli ultimi lavori della mattina, i cavalli sono legati all’ombra e tra di loro troviamo subito la bimba che ci interessa, Iside.

Ha solo sette anni ed è la più giovane dei 25 cavalli della Squadra, si vedono ancora le tracce della puledrona saura che doveva essere non tanto tempo fa: è una bella cavalla elegante, viene dall’allevamento della Polizia a Ladispoli e sarà anche una poliziotta ma al momento sembra stia decisamente tentando una evasione, scassinando con precisione e metodo il nodo della longhina che dovrebbe tenerla nei ranghi. Il Maestro Direttore della Fanfara (Diplomato al Conservatorio, nonché amatissimo cavaliere della grigia sospirosa) è l’Ispettore Capo Silverio Mariani, che gentilmente si presta a scambiare qualche chiacchiera con noi mentre Iside si sgranchisce le gambe in compagnia di un collega nel paddock.

Ispettore, questa cavalla sembra decisamente molto affezionata a Lei: è solo una nostra impressione o c’è davvero qualcosa tra di voi?

“Lo ammetto con piacere perché anche lei è speciale per me. L’ho scelta quando aveva soltanto tre anni andando anche contro i consigli dei cavalieri più anziani perché il cavallo di testa della Squadra ha una grande responsabilità: la sua serenità e sicurezza sono fondamentali per gli altri che seguono, montati da cavalieri impegnati a suonare uno strumento (addirittura i cavalli dei timpani sono guidati soltanto con le gambe, tramite le redini assicurate alle staffe). Ma lei ha ripagato tutta la fiducia che le ho dato dal primo inserimento, quando mi sono reso conto che la musica non le dava problemi. Sul lavoro è seria e non si lascia turbare da nulla e devo dire che sono anche un po’ geloso quando la monta qualcun altro, ma per fortuna non capita troppo spesso. Poi in scuderia è coccolona, giocherellona e anche vanitosa, le piace stare davanti a tutti gli altri quando si esce e questo va benissimo, visto il suo ruolo. “

Mentre parliamo la vita di scuderia prosegue come al solito, due agenti sono appena rientrati dalla pattuglia e smontano di sella cominciando subito a sistemare i loro cavalli; una di loro fa parte della fanfara, sezione timpani.

Siete contemporaneamente poliziotti, musicisti e cavalieri?

“Noi della Fanfara siamo tutti agenti operativi della Squadra a Cavallo e quindi usciamo regolarmente di pattuglia per il servizio di controllo e prevenzione nei parchi di Roma. Quelli che adesso sono i nostri musicisti sono agenti, ovviamente già esperti cavalieri, che tre anni fa si sono messi a disposizione per imparare a suonare uno degli strumenti. Grazie a tutto il loro impegno siamo riusciti ad ottenere risultati notevoli, e abbiamo potuto far rivivere la tradizione della Fanfara come scorta d’onore allo Stendardo concesso al nostro Reparto a Cavallo”.

Ma adesso è ora di lasciare Iside e il suo collega al loro lavoro, usciranno di pattuglia e noi li seguiremo per un poco tra la gente: Iside rileva gli anteriori con fare molto civettuolo ma vanno tranquilli e sereni anche in mezzo a torme di turisti estasiati che sparano fotografie a due dita dal loro naso o dai posteriori.

Piede sicuro e mai una incertezza nemmeno ai Fori Imperiali sulle pietre sconnesse e lisce della pavimentazione romana, salite e discese acrobatiche e confusione non sono cose che li preoccupano.

Magari mentre lavorano ripassano a mente il brano che la Fanfara ha provato l’ultima volta, uno di quelli che ha la musica più bella: quella che va allo stesso ritmo dei loro zoccoli.