Astronauti, cavalli e favole

L’atterraggio della capsula che ha riportato a terra Luca Parmitano e i suoi colleghi è avvenuto in Kazakhstan, terra di pastori e cavalli

Il pastore kazakho e il suo cavallo di fianco al paracadute della Soyuz MS-13 - EPA/SERGEI ILNITSKY

Astana, 7 febbraio 2020 – La neve, la steppa e un cavallo grigio che sgroppa con entusiasmo: probabilmente è un po’ sorpreso dal paracadute a strisce bianche e rosse che si allunga vicino ai suoi piedi, oltre che rallegrato dalla giornata di sole freddissimo che si intuisce dalla foto.

Il paracadute è quello che ha rallentato l’atterraggio della navicella russa Soyuz MS-13 con l’astronauta Esa Luca Parmitano, la sua collega della Nasa Christina Koch e il cosmonauta russo Alexander Skvortsov della Rscosmos, al ritorno dalla missione Esa Beyond: 210 giorni nello spazio, e per noi è affascinante che l’espressione più raffinata della tecnologia umana sia programmato che ritorni a terra in un posto dove i pastori ancora vivono con i cavalli il loro quotidiano.

Ci viene in mente (anche se c’entra poco) una favola di queste parti, al confine tra Kazakhstan e la Cina, che parla di un cavallo nevrile e di saggezza e di fortuna: ve la racconto.

C’erano una volta un vecchio e la sua famiglia che vivevano vicino alla frontiera del nord; il vecchio possedeva un cavallo pregiato che però un giorno fuggì oltre la frontiera, dove vivevano i barbari.

I suoi vicini si rattristarono molto con lui, il quale però si mostrò molto meno preoccupato, anzi, disse appunto “Chi può sapere che non sia una fortuna?”.

Aveva ragione: infatti dopo qualche mese il cavallo ritornò, addirittura insieme ad un secondo cavallo ancora più bello.

Arrivano i soliti vicini, stavolta per congratularsi della fortuna insperata.

Con ammirevole sangue freddo il vecchio rispose che non era detto che quella fosse davvero una buona cosa: e fu profetico, perché in effetti un giorno un suo figlio, mentre montava il nuovo arrivato, cadde dalla sella rompendosi una gamba.

I vicini accorsero nuovamente ma trovarono il vecchio per niente turbato: al contrario, si diceva convinto che anche quella sventura potesse non essere del tutto negativa.

I vicini, sbalorditi, si convinsero che il vecchio volesse soltanto dissimulare il dispiacere.

Poco tempo dopo però i barbari invasero le frontiere, scatenando una feroce guerra: tutti i giovani furono chiamati a partecipare alla battaglia, finendo sterminati e l’unico che scampò fu il figlio convalescente del vecchio.

Solo allora i vicini si convinsero della saggezza delle sue parole.

A proposito di saggezza: non sapete qual è la differenza tra astronauta e cosmonauta? qui un approfondimento.