Concrete Cowboy: dalla vita vera al film

Un padre, un figlio, la vita in un quartiere difficile, l’importanza di poter vivere in una comunità solidale: è la storia che racconta Concrete cowboy

Una scena del film Concrete Cowboy di Ricky Staub
Philadelphia, 16 settembre 2020 – A proposito di festival e di film, questa pellicola di Ricky Staub cade a fagiolo.
Concrete cowboy si rifà alla cultura della gente di colore che è stata protagonista a pieno titolo, anche se ben poco ricordata dalla cinematografia ufficiale,  dell’epopea del West americano.
Ancora oggi questi cowboy e cowgirl di colore nei quartieri più poveri delle grandi città come Philadelphia mantengono i propri cavalli, che usano per insegnare l’equitazione ai ragazzi che abitano lì e dare loro un’alternativa alla violenza e alle gang.
Concrete cowboy prende spunto da questa realtà per raccontare una storia drammatica: un dramma familiare che parla della difficoltà dei rapporti padre-figlio, dell’importanza di conoscere le proprie radici e del contributo fondamentale della comunità nella costruzione di ogni individuo.
“Abbiamo girato il film 15 mesi fa, molto prima di tutto ciò che sta succedendo” spiega Idris Elba, attore e co-produttore del film, “ma è molto importante per noi come gruppo di film-maker raccontare il bivio a cui un giovane può arrivare in questo Paese, cosa succede prendendo una strada o l’altra. Abbiamo riflettuto su quanto sia potente l’eco di questa storia sulla fase che viviamo. Spero che abbia l’effetto di portare le persone a rivalutare il ruolo della comunità sulla vita e il futuro dei ragazzi. Perché spesso (per un cambiamento) serve uno sforzo comune. ‘Concrete Cowboy’ per noi arriva al momento giusto. Ricky ci lavora da quattro anni e l’America non cambia in un giorno. È lo stesso per la Gran Bretagna dove c’è un grande problema di criminalità. Ci sono molte lezioni da imparare nel raccontare storie come quelle nel film. Mi ha colpito profondamente, anche perché sono padre di due ragazzi e non vedo l’ora che mio figlio più piccolo lo veda”.
La pellicola diretta da Ricky Staub è stata tratta dal romanzo “Ghetto” di Greg Negri, nel cast oltre a Idrs Elba anche Lorraine Toussaint e Clifford «Method Man» Smith: ma soprattutto anche alcuni veri cowboy urbani come Jamil Prattis.
Staub per girare ha lavorato con la comunità locale di Philadelphia, con la gente che vive quotidianamente quel tipo di esperienze e di impegno.
Da notare che  Elba è allergico ai cavalli: «A volte non riuscivo a respirare. Prepararsi per il personaggio andava oltre imparare a cavalcare, ho costruito un reale legame con il cavallo, abbiamo capito a vicenda i nostri ritmi. Lui ha imparato a comprendere la mia voce e io per capire cosa fare, guardavo costantemente a Jamil».
Perché c’è sempre da imparare, per tutti e da tutti: in primis dai cavalli, e poi da quelli che vivono vicini a loro.
E quartieri pieni di ragazzi a rischio di malavita ci sono ovunque, anche in Italia.