Il cavallo Bardigiano: un concentrato di qualità

Scopriamo la razza originaria dell’Appennino emiliano con Nuvola, una cavalla che ha rubato il cuore della sua proprietaria: che, sappiatelo, ha anche scritto questo articolo

Nuvola, foto Maria Cristina magri
Bologna, 6 marzo 2020 – La prima volta che l’ho vista aveva il campano al collo: noi cercavamo una tranquilla cavalla da passeggiata per me, signora di mezza età fuori allenamento, lei era tornata in anticipo dal pascolo estivo a causa di una ferita che si era procurata accidentalmente e per questo il suo proprietario, Angelo Bernabò, ce l’ha fatta vedere per prima.

Lei è Nuvola, Bardigiana baia nata nel 2013: stava tranquilla nella sua posta, quando mi sono avvicinata è stata gentile ed educata ma un po’ riservata. Tonda come una mela, gli occhi grandi e dolci, due orecchie piccole e gentili su un musino cesellato ed elegante e…niente, mi sono innamorata a prima vista, e alla faccia di tutte le più elementari norme di compravendita non ho fatto nemmeno in tempo a guardarle gambe e piedi che già me la volevo portare via.

Per fortuna che c’era anche mio marito, medico veterinario ippiatra di lungo corso: ci penserà lui a ragionare mi dicevo, mentre Angelo portava la cavalla fuori dalla sua posta per farcela vedere muoversi. Ma Nuvola non ha fatto in tempo a fare tre passi di numero, tre contati, che mio marito ha sentenziato deciso: “Va bene, la prendiamo”.

Troppo in fretta, direte? Invece no: l’abbiamo portata a casa una settimana dopo, sono ormai quasi due anni che Nuvola è con noi e non ci siamo mai pentiti della scelta, mai.

Perché Nuvola esprime al meglio le qualità della sua razza, nata sui monti e sui boschi dell’Appennino tra Parma, Piacenza e Genova: è forte e gentile, dolce e calma, decisa e saggia, poderosamente bella e resistente, rustica e affidabile.

Domata in modo impeccabile da Kim Bertorelli, Nuvola non ha mai tradito il suo giudizio: prima di portarla a casa l’avevo montata a Le Carovane e di lei Kim mi aveva detto che non l’aveva mai vista dire no, o creare problemi. Ed è vero: pur avendo pochissime settimane di sella, la nostra Nuvoletta una volta cominciato a svolgere il suo lavoro si è dimostrata la serietà fatta cavallo, un vero concentrato di amichevole disponibilità.

E dimostra al massimo grado la qualità che più mi colpisce, da sempre, nei cavalli Bardigiani: la complicità che instaurano con i loro umani. Sarà che sono stati selezionati per essere cavalli di famiglia, ché la gente di Bardi e dintorni teneva a casa una cavalla di questa razza a cui si metteva la sella e serviva a tutti i componenti per gli spostamenti più impegnativi; sarà che i loro allevatori custodi li hanno selezionati perché siano così, volenterosi e generosi e senza grilli per il capo ma la loro voglia e il loro piacere di fare qualcosa con te e per te è il tratto che più colpisce del loro carattere.

Tutto il piacere che può dare un cavallo senza nessuna complicazione, questa è la mia Nuvoletta: il suo metro e quarantasette al garrese la rende comodissima in passeggiata, anche quando occorre smontare e rimontare spesso per aprire e chiudere cancelli; ma se non è alta in compenso è solida e compatta, perfettamente in grado di portare un adulto anche più pesante di me. Non si spaventa mai di nulla, posso dire di averla vista una volta leggermente sorpresa – ma come lo possiamo essere noi quando suona un campanello all’improvviso mentre siamo impegnati in una lettura interessante.

Non guarda le macchine, non guarda l’acqua, non si preoccupa di cani latranti furiosamente né di un portone di ferro che il vento sbatte all’improvviso; vive in una scuderia aperta con qualche ettaro di pascolo con un’altra cavalla Bardigiana, Frida, e due asinelli simil-amiatini ma non fa difficoltà ad allontanarsi da sola, come non ne fa quando è il suo turno di rimanere nel box.

Non si muove quando monto in sella, non discute nessuna direzione che io le possa far prendere e non prova nemmeno a mangiare un filo d’erba quando è montata; quando camminiamo insieme per il pascolo, se c’è una salita un po’ dura e io rimango indietro lei si ferma, si gira, mi guarda con quei suoi occhi dalle ciglia frangiate e aspetta di riavermi al fianco prima di ripartire.

Lei, Frida e i due asini hanno a disposizione un pascolo di circa 10 ettari, tutto in dislivello: per farli venire in scuderia basta chiamarli (per nome ovviamente, che se no a cosa serve dare un nome ai cavalli?) e tempo 20/25 minuti loro arrivano, tutti e quattro a ranghi serrati. Ora che c’è questa ondata di caldo (mentre scriviamo è il 29 giugno 2019) li lasciamo liberi di andare e venire perché pascolino di notte durante le ore più fresche, ero un po’ preoccupata perché non chiudendoli in scuderia la sera pensavo che al mattino non avrei trovato le mie cavalle pronte per essere montate: macché, stanno fuori tutta notte ma alle 7 loro sono sempre lì, ad aspettarmi.

Avrà qualche difetto questa cavalla?

Ma certo, ovviamente: una tendenza imbarazzante a trasformare l’erba in muscoli, ad esempio questa primavera abbiamo dovuto diminuire le ore di pascolo perché è veramente diventata troppo “ben curata”, come dicono gli allevatori dalle sue parti. Poi anche quando non tocca a lei essere montata e cerca di infilare la testa nella capezza al posto di Frida è un po’ scorretta, diciamolo, e bullizza regolarmente i suoi compagnuzzi di scuderia per mangiarsi anche le loro carote o il loro fioccato (d’inverno ne diamo un po’ assieme a una faldina di fieno, la sera): ma non sa cosa vuol dire opporsi a chi si occupa di lei.

E di lei mi occupo io, ed è una gioia quotidiana: poi ha anche un trotto magnifico, tira fuori insospettate doti da cavalla da cross quando affrontiamo al galoppo i passaggi che uniscono le terrazze dell’uliveto o quando siamo fuori in passeggiata, ha una bocca dolce e facile e andature costanti ed energiche,..

Ma la cosa più bella è anche semplicemente sentirla quando ingrana le ridotte e affronta le salite con un entusiasmo da 4×4, sfruttando tutta la generosità che le permettono un petto largo come un letto a due piazze e un cuore instancabile, affidabile e attento.

Un cuore Bardigiano, ecco.

Carta d’identità

Razza: Bardigiano

Mantello: Da baio ordinario a morello maltinto, con una preferenza per baio oscuro e castano

Altezza: Tra i 135 e i 149 cm. al garrese

Testa: Piccola, con profilo preferibilmente camuso, fronte larga, narici grandi e mobili, occhi grandi, vivaci ed espressivi, orecchie corte e ben dirette

Collo: Ben proporzionato, di giusta lunghezza, ampiezza e muscolosità, tendenzialmente arcuato specialmente nei maschi

Garrese: Mediamente rilevato, asciutto e di lunghezza media

Spalla: Di media inclinazione e lunghezza, muscolosa

Petto: Aperto, alto e ben muscolato

Linea dorsale: Di media lunghezza, elastica, ben diretta e sostenuta

Groppa: Ampia, di giusta lunghezza, mediamente inclinata

Arti: Asciutti, avambraccio forte e muscoloso, tendini ben distaccati, pastoia relativamente corta, robusta e di media inclinazione

Piedi: Ben conformati, grandi dall’unghia solida, elastica e compatta

Criniera: Preferibilmente doppia, ricca e folta; coda ben attaccata, abbondante di crini

Le parole chiave del Bardigiano

Carattere – Calmo, gentile, collaborativo e pieno di buona volontà: la disponibilità è senza dubbio il suo punto forte

Potenza – Una costruzione così solida, da meso-brachimorfo tendente al mesomorfo è lo specchio della sua forza, garantita da masse muscolari di tutto rispetto e da una energia che si esalta sui terreni difficili

Resistente ma con finezza – E’ un solido montanaro, instancabile e bene allenabile grazie a quelle gocce di sangue nobile che gli scorrono nelle vene, ravvisabili nei suoi tratti più gentili e in una bocca delicata ed educata

Andature – Passo deciso e sicuro, trotto cadenzato, galoppo naturalmente ben riunito mercé le reni corte e l’equilibrio derivante dal suo modello così compatto

Versatilità – Il suo ruolo è storicamente quello del cavallo di famiglia, capace di portare la sella e il basto ma anche di essere attaccato. Adesso si fa notare anche nella monta da lavoro, nell’horse-ball, negli show (vedi alla voce Filippo Gozzi)e dà buona prova di sé anche nelle categorie di approccio di tutte le discipline equestri. Ideale per la riabilitazione equestre, al top nel trekking

Frugalità – Ottimi trasformatori, prosperano anche solamente con un buon pascolo a disposizione del loro sanissimo appetito; prima che occorra una integrazione seria ci vuole davvero un lavoro intenso

Affidabilità – Nascere al pascolo, in mezzo ad un branco che ha la possibilità di espletare il suo ruolo educatore forma già la base di questa preziosa qualità. Aggiungete ancora una dose abbondante di saggezza innata e capirete perché sono così apprezzati anche all’estero: in Germania ci sono più di 600 Bardigiani, lo sapevate?

L’altra Bardigiana, Frida: due cavalle per una famiglia

Nuvola, nata nel 2013 da Mogliore e Ambra, è stata acquistata per diventare una cavalla da passeggiata, Frida semplicemente per farle da dama di compagnia: temevamo che stare da sola con due asini non sarebbe stato il massimo per la puledrona di Bardi così abbiamo preso anche lei, 14 anni, figlia di Ares e Pina. Che ci ha grandemente sorpresi in positivo: non ci aspettavamo nulla, si è invece rivelata come una cavalla estremamente esperta, evidentemente ben montata, con un ottimo e fine addestramento. Più elegante di Nuvola, anche se un poco meno tipica con il suo aspetto un po’ orientaleggiante, Frida è una signora perfetta: potrebbe caderle un meteorite di fianco al naso che lei non farebbe un plissé, sopporta con savoir-faire la prepotenza giovanile di sua nipote (Nuvola ha Ares come nonno paterno) e non si lascia mai stupire da nulla. Ha un solo vizio: appoggiare la sua bella testa sulla tua spalla, e le scappa sempre un sospirone profondo quando finalmente si mette lì a farsi coccolare. Tutte e due hanno già portato grandi e piccoli di casa al loro esordio in sella, e hanno ricevuto i complimenti di cavalieri esperti, abituati a cavalli di taglia e molto più insanguati.

Quello più bello? Quando è venuto da noi l’amico Roberto Bruno, celebre esperto di equitazione classica e doma vaquera che, dopo essere uscito in passeggiata con entrambe, in un gelido pomeriggio di inverno ha chiesto: «Ma non usciamo ancora con le cavalle? Mi è rimasta la voglia di andare fuori con loro».

E’ il fascino del Bardigiano, che ci volete fare: chi lo impara a conoscere, lo ama.