Vaquero Horse Riding: la variante californiana!

Una disciplina della monta da lavoro dove la velocità non conta, ma tutto il focus è sulla capacità equestre del binomio: è il Vaquero Horse Riding

Vaquero Horse Riding, foto di Annalisa Durighello
Rovigo, 16 febbraio 2022 – Il 12 e 13 Febbraio 2022 si è tenuto a la Bisa Resort di Trecenta, provincia di Rovigo, il 2° Vaquero Horse Riding and Competition a cura di Fausto Sturaro.

Il Vaquero Horse Riding è una competizione equestre che ripropone alcune fasi dell’antico lavoro che svolgevano i vaqueros, guardiani di mandrie a cavallo nell’area sud-ovest degli Stati Uniti e limitrofi.

Oggi si é quasi del tutto persa la necessità di lavorare il bestiame da cavallo ma questa antica cultura equestre é ancora viva tra gli appassionati e ha dato le basi all’equitazione western moderna.

Ogni squadra era formata da due binomi, uno incaricato di scegliere il vitello e l’altro di prenderlo con il rope reso sganciabile grazie all’applicazione del break-away, una placchetta di plastica che impedisce all’asola di stringere troppo una volta preso il vitello.

I punteggi sono stati tutti molto alti e tutte le squadre meritano i complimenti, una menzione speciale però va ai primi classificati Andrea Montella e Alessandra Fendi.

Cosa ci è piaciuto di questa disciplina?

La calma, il fatto che l’importanza non sia attribuita al tempo in cui vengono fatte le cose ma alla qualità dell’addestramento del cavallo.

Il che è anche molto più ‘zootecnico’ e credibile in termini di lavoro col bestiame del far galoppare cavalli e vitelli qua e là per un rettangolo, correndo dietro ai secondi.

Foto Romilda Martignoni

Perché i mandriani a cavallo di qualsiasi latitudine lo sanno bene: le vacche e i vitelli non devono perdere peso, e i cavalli devono lavorare per tante lunghe ore in un giorno, quindi farli galoppare deve essere una eccezione in emergenza.

Ci ha raccontato la nostra impagabile Chiara Angelini, di cui già vi avevamo parlato qui: “E’ proprio lì il punto, la velocità non conta. Sei anni fa ho fatto un clinic con Jeff Sanders, horseman californiano di 6° generazione: mentre  facevamo lavoro in piano, con  spalla in dentro e lavoro su due piste spiegava perché nella monta da lavoro il vitello deve stare calmo, e che il cavallo deve essere montato con la prospettiva di stare in sella tutto il giorno”.

In seconda battuta, anche qui troviamo bellissimo il fatto che una tecnica fortemente connotata dal lavoro col bestiame sia in realtà aperta e affrontabile da ogni tipo di binomio.

Al 2° Vaquero Horse Riding and Competition si sono infatti confrontati binomi con radici per così dire ‘americane’, ortodossi del mondo western come amazzoni e cavalieri con cavalli olandesi da salto o altri assolutamente non specializzati in questo campo.

E come si comportano i cavalli non abituati ai vitelli quando ne incontrano uno?

“Il cavallo per natura è dominante sul bovino, ma ogni cavallo ha una sua energia particolare. Ce ne sono di quelli che al vitello basta guardarli per spostarsi, e altri che vengono platealmente snobbati. Poi ci sono anche quelli un po’ intimoriti: come ogni essere vivente,  vanno interpretati a seconda della loro indole”.

Fondamentale la capacità di lavorare bene a una mano: ci vuole abilità per guidare il cavallo e contemporaneamente sciogliere il rope, prendere la mira, lanciarlo mettendo il cavallo giusto e tenendo anche il vitello inquadrato nella giusta posizione.

La prossima tappa del Vaquero Horse Riding and Competition si terrà al Ranch del Mare, in provincia di Rovigo: vi terremo aggiornati sulla data.

Foto di Romilda Martignoni