In Polonia, un dietro le quinte tra dressage e politica

Olga Safronova ospite in Polonia con un visto umanitario come rifugiata. «Gareggerò e mi allenerò con la nazionale polacca»

Nella foto, Olga Safronova in occasione della qualifica olimpica per Tokyo guadagnata a Mosca nel 2019 ©FEI/Martirosova Katya

Bologna, 13 settembre 2021 – Da questo mese in Polonia ci sarà una nuova stella nei rettangoli internazionali di dressage. Si tratta di Olga Safronova, fino a poco tempo fa, amazzone ingaggiata nelle schiere della Bielorussia.

Nonostante la qualifica conquistata nei difficili rettangoli di Mosca, la Safronova aveva patito l’esclusione dal team olimpico della sua nazione poco prima dei Giochi. E proprio da questo fatto sarebbe scaturita l’incresciosa situazione che ha portato la Polonia a offrire all’atleta e al marito un visto umanitario come rifugiati.

La dressagista, all’indomani dell’esclusione del proprio cavallo Sandro D Amour dalla selezione olimpica, in quanto ‘unfit’, avrebbe apostrofato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko con commenti al vetriolo riguardo all’autoritarismo e alla poca trasparenza della classe politica e sportiva del proprio paese.

A seguito dei commenti decisamente ‘nervosi’, la Safranova avrebbe definitivamente perso la possibilità di fare parte della missione olimpica bielorussa. E, in compenso, avrebbe guadagnato lo status – cosa ancora più seria – di nemico pubblico nazionale.

A metà agosto, grazie al lavoro dell’avvocato Joanna Kluzik-Rostkowska, Olga e il marito hanno potuto beneficiare di un visto umanitario accordato dal governo polacco e, grazie agli addetti del consolato di Lviv, in Ukraina, hanno potuto partire senza ulteriori difficoltà.

 

Fonte: AP