L’Italia a Vejer: male e bene

Una Coppa delle Nazioni il cui esito finale va analizzato e interpretato: il risultato è negativo ma l’accaduto dimostra anche valori positivi importanti

Il campo ostacoli su cui a Vejer si è svolta la Coppa delle Nazioni (ph. ClipMyHorse Live TV)

Vejer de la Frontera, sabato 28 novembre 2020 – Non è andata bene per l’Italia la Coppa delle Nazioni dello Csio di Spagna a Vejer de la Frontera oggi, una gara con la partecipazione di ben diciassette squadre. Gli azzurri non sono riusciti a raggiungere la seconda manche e quindi il risultato di per sé non può che essere considerato negativo: senza dubbio. Ma mai come in questo caso non ci dobbiamo fermare al risultato: dobbiamo invece analizzare ciò che è realmente accaduto sul campo, perché oggi ciò che è accaduto sul campo è più importante del risultato.

Primo binomio a partire dei nostri Lucia Vizzini su Gijs. Grande interesse e attenzione su di loro: una coppia relativamente nuova, prima Coppa delle Nazioni per questo cavallo di grandi doti e di prospettiva. Percorso che inizia in modo entusiasmante: quattro ostacoli su cui Gijs mette in mostra in modo eloquente tutta la sua qualità. Arriva il quinto, la riviera. Lucia Vizzini attacca da lontano, Gijs aumenta la sua potente falcata e… stacca un tempo prima! Si riceve naturalmente dentro lo specchio d’acqua, con conseguente e – dato… l’atterraggio – inevitabile volo a terra. Eliminazione. Per fortuna senza conseguenze fisiche né per lui né per la sua amazzone. Un senso di vero e proprio dolore pensando a quello che deve aver provato Lucia Vizzini in quell’istante: questo era il suo ritorno in Coppa delle Nazioni dopo un periodo molto difficile vissuto subito dopo la sua ultima presenza in squadra, quella di Piazza di Siena 2019, che lei però ha saputo attraversare e risolvere con grande forza d’animo e determinazione. Quello che le è accaduto oggi tuttavia dimostra bene come anche lo sport abbia risentito nel suo meccanismo più profondo del tempo maledetto che stiamo vivendo. Sì, perché la domanda è inevitabile: quante riviere avranno saltato in gara prima di oggi Lucia Vizzini e il suo cavallo? Quante volte Lucia Vizzini avrà potuto sperimentare la migliore tecnica di avvicinamento per il suo cavallo alla riviera? Quante volte Lucia Vizzini avrà potuto sperimentare se con Gijs è meglio partire da lontano oppure avvicinarlo molto nel caso in cui il suo salto sull’acqua dia ampie garanzie? Probabilmente nessuna. E perché? Perché concorsi dove verificare tutto questo sono stati cancellati dal calendario agonistico oppure non hanno dato la possibilità di parteciparvi. Ecco perché. Lucia Vizzini e Gijs hanno fatto insieme molte bellissime gare in GP a varie stelle nella parte di stagione agonistica successiva al primo lockdown determinato dalla pandemia – quella minima parte di stagione possibile… – ma su campi ostacoli dove probabilmente la riviera nemmeno esiste. Un maledetto incidente, insomma. E una cosa è certa: non ci fosse stato questo maledetto incidente, Gijs avrebbe chiuso il suo percorso senza errori o al massimo con una barriera: non esiste la riprova, ovviamente, ma la sensazione è questa.

Filippo Tabarini è partito per secondo. Poteva mai il cavaliere azzurro immaginare di fare la prima Coppa delle Nazioni della sua vita con questo potente carico di responsabilità sulle spalle dato da ciò che poco prima era accaduto a Lucia Vizzini? No, ovvio. Anzi: di solito il secondo a partire è proprio il più… protetto tra i quattro, se tutto va in modo ‘normale’… Ma la sua è stata una prestazione estremamente positiva: freddo e controllato, Tabarini ha chiuso con un errore mettendo in mostra tutto il valore della sua Exquise du Pachis, cavalla con la quale lo scorso settembre ha conquistato la medaglia di bronzo nel Campionato d’Italia (unico binomio capace di chiudere con due percorsi netti la seconda e decisiva prova, tra l’altro). Davvero una prestazione bellissima.

Antonio Garofalo e Conquestador, terzo binomio azzurro in campo. Garofalo aveva il difficile compito di dare una direzione positiva al cammino della nostra squadra: in poche parole, doveva fare zero dopo l’eliminazione di Lucia Vizzini e dopo le 4 penalità di Filippo Tabarini, sperando poi nel risultato di Lorenzo de Luca. Sono venuti invece due errori, dei quali uno – sul muro n. 7 – davvero infinitesimale, un risultato pesante date le circostanze: ma, ancora una volta, al termine di una prestazione essenzialmente positiva, ennesima conferma del valore di un binomio che sta dando una regolarità ammirevole al proprio cammino agonistico e che con tutta probabilità ha ancora margini di miglioramento.

Ecco Lorenzo de Luca su Nuance Bleue: il nostro formidabile asso in sella a una cavalla che affrontava la prima Coppa delle Nazioni della sua vita, entrati in squadra in sostituzione di Emanuele Camilli su Jakko. Dunque grande curiosità nel vedere come Nuance avrebbe affrontato questa sua prova. Lorenzo de Luca a quel punto era interessato più al risultato personale in funzione della qualifica per il Gran Premio, dato che con le 12 penalità di Tabarini/Garofalo l’accesso alla seconda manche per la nostra squadra era pesantemente compromesso. Tutto veramente magnifico fino all’ostacolo n. 7, il muro, a cui si arrivava dopo una curva a 180 gradi: lì Lorenzo de Luca ha girato un po’ stretto per recuperare terreno, ma non certo in modo esagerato, e Nuance… si è fermata! Sorprendendo tutti, ma forse molto sorpresa a sua volta… Quindi penalità per la fermata, penalità sul tempo massimo, e infine anche un errore: 11 punti, al cospetto dei quali sembrerebbe improprio parlare di una buona prestazione, eppure quello che ha fatto vedere la cavalla del campione azzurro è stato esattamente questo.

Quindi come si vede mai come in questo caso l’esito di una Coppa delle Nazioni per l’Italia ha dato due risposte differenti, in sostanza: quella della classifica e del punteggio, del tutto negativa; e quella della prestazione offerta in campo da ciascuno dei nostri quattro cavalli, di contenuto decisamente migliore. “Non è andata come previsto e come speravamo, ovviamente”, dice il tecnico azzurro Marco Porro, “ma io non sono affatto pessimista: in questo momento in Italia abbiamo cavalieri esperti con cavalli di poca esperienza, e cavalieri di poca esperienza con buonissimi cavalli: dobbiamo quindi cercare di amalgamare queste situazioni nel corso del prossimo anno, il risultato di oggi è molto esemplificativo di questa realtà”.

LA CLASSIFICA DELLA GARA
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