Trasporto, cavalli e responsabilità: morto il quinto cavallo dell’incidente di Savona

E’ stato addormentato per sempre uno dei due cavalli sopravvissuti all’incidente di ieri sulla A6 nelle vicinanze di Savona, arrivato alla Clinica Veterinaria dell’ Università di Torino in gravissime condizioni. Ma i nostri cavalli li trasportiamo davvero secondo le regole?

Savona, 15 giugno 2018 – E’ salito a 5 il numero dei cavalli morti in seguito all’incidente avvenuto ieri mattina in autostrada verso le 6 e 30 nei pressi di Savona: il baio soccorso dal mezzo specializzato in grandi animali delle Ambulanze Veterinarie d’Italia (pronto intervento: 331 4824724) che lo aveva portato alla Clinica Veterinaria dell’Università di Torino non ce l’ha fatta, è stato sottoposto ad eutanasia a causa dei gravi traumi riportati.

Questo terribile incidente riporta alla ribalta i problemi relativi al trasporto equidi con finalità sportive: ne parliamo con Catia Brozzi, presidente dell’Associazione Nazionale Italiana Trasportatori Equidi.

Il vostro mestiere è trasportare cavalli: a cosa pensate quando succedono incidenti come questo?

«Al dolore di chi ha perso i prori compagni di sport e di vita: sappiamo bene che i cavalli diventano parte della famiglia di ogni persona che lavora con loro. E che gli incidenti possono capitare a tutti, sia a chi porta in giro i propri cavalli per passione che a chi per lavoro trasporta quelli altrui».

Già, cavalli propri e cavalli altrui: quali sono le norme che regolano queste due diverse situazioni?

«Il problema è che non si fa mai un chiaro distinguo tra le norme relative al benessere animale durante il trasporto e quelle che regolano il trasporto su strada e il codice civile. Per essere chiari, il trasporto cavalli può essere fatto in conto proprio o da terzisti: nel primo caso tu porti il tuo cavallo con il tuo mezzo, sia esso van o trailer, e basta: per assurdo, in questo caso non sei nemmeno tenuto a sottostare al regolamento sanitario. Esclusivamente con un trailer, e solo se non superi i 35 quintali, puoi portare cavalli altrui in via amichevole, ma solo con il trailer, quello che attacchi dietro la macchina, non con un van. C’è un escamotage che viene spesso utilizzato per aggirare questa regola, ed è il comodato d’uso gratuito del cavallo trasportato: ma va registrato con data certa, e perché il contratto sia valido il cavallo in gara deve poi essere montato dall’intestatario del comodato, non dai suoi allievi o altre persone. Altrimenti è solo un modo per ricevere un compenso senza l’obbligo di emissione di fattura, né del pagamento dell’Iva e delle tasse conseguenti».

E chi è che invece può trasportare cavalli per conto terzi?

«I trasportatori professionisti, come quelli iscritti all’Albo di Anite e regolarmente certificati: che possono trasportare tutti i cavalli di chi li affida loro dietro regolare compenso. Persone preparate per questo specifico lavoro, che fanno solo questo lavoro: gente che sa di dover guidare a lungo, in orari assurdi ed è preparata ad affrontare quello specifico genere di fatica e responsabilità. Che emette regolare fattura per la prestazione erogata, e paga le tasse sulla stessa».

Le cose non stanno sempre esattamente così…

«Certamente la circolare ministeriale del 2008 ha creato confusione, tanto che a volte nemmeno i giudici sanno bene come gestire certe situazioni. Eppure è così semplice: se trasporti il tuo cavallo si tratta di trasporto in conto proprio, se trasporti i cavallo di altri si tratta di un conto terzi. Ma lo sappiamo tutti, spesso e volentieri l’istruttore usa il camion proprio o quello del centro ippico per trasportare i cavalli degli allievi, e si fa pagare per questo servizio: e vorrei sapere quante volte viene emessa regolare fattura, per questi trasporti».

La legislazione ha troppe falle?

«Direi piuttosto che il vuoto normativo permane dal momento che non c’è una chiara indicazione dei Ministeri coinvolti – Traporti, Interni e Salute – su cosa deve controllare un organo di Polizia: ma la legge parla chiaro, con un trasportatore in conto terzi regolare c’è una regolare certificazione con emissione di fattura. Altrimenti si continua a fare come si è soliti fare in un ambiente, come quello dell’equitazione sportiva, dove il sommerso è più che diffuso».

Che massimale assicurativo hanno di solito i trasportatori?

«La vettoriale, che risponde in ragione di circa 3 Euro al kg. di peso del cavallo (ci si basa sul valore di listino del mercato bestiame), ma che è facilmente integrabile dal cliente che lo richiede pagando la differenza per il trasporto del proprio cavallo; ricordiamo che ai fini assicurativi l’effettivo valore del cavallo è dato dai premi vinti in carriera e dalla sua fattura di acquisto. Sempre che ci sia una fattura di acquisto per quel cavallo, ovviamente».

I vantaggi di un trasporto effettuato da un professionista?

«Intanto che è meno caro di quello che non si pensa di solito: provate a fare una telefonata e a chiedere un preventivo ai nostri iscritti, forse la differenza con il trasporto offerto in nero non è poi così tanta. Ma avrete il vantaggio di un operatore preparato, che conosce i cavalli e anche la strada, che non si improvvisa istruttore né commerciante ma fa soltanto il suo mestiere, senza guidare nelle ore rubate al sonno o ad un altro tipo di lavoro. E che ha tutte le carte in regola per farlo questo lavoro, perché c’è da ricordare che quando viene rilevata un’infrazione nel trasporto di un cavallo, le multe che partono sono tre: una per il guidatore, una per il proprietario del mezzo e una per il proprietario del cavallo».

Qui il sito di Ambulanze Veterinarie Italia, toccando ferro.