Ogni volta che c’è un incendio e va a fuoco un terreno, un bosco, un’area verde si pensa immediatamente al danno ambientale che i roghi implicano con una enorme perdita della nostra preziosissima biodiversità. Che comprende anche gli animali, vittime ignare ‘dell’umano genio’.
I roghi, e questa estate ne è tragica testimone, sono spesso frutto di incuria del territorio, della mano dell’uomo, della speculazione. Qualche volta sono perfino casuali. Molto raramente sono addebitabili all’autocombustione.
In Sicilia è bruciata per intero la Riserva dello Zingaro, un’area estesa di rara bellezza, in cui erano compresi oltre a esempi di flora mediterranea, anche asini, muli e cavalli. Dei re-wild di cui nessuno ha detto nulla e che si spera siano riusciti a mettersi in salvo.
L’ultimo rogo, divampato alle 16 di lunedì 11 agosto, ovvero oggi pomeriggio, ha riguardato le pendici di Monte Nero a Veroli, tra le zone di Giglio e Castelmassimo, in Ciociaria. È bruciata l’intera montagna, con molti degli animali che la abitavano. Tra questi diversi cavalli che non sono riusciti a fuggire in tempo. Canadair ed elicotteri sono intervenuti a dare manforte ai vigili del fuoco che sono intervenuti per cercare di arginare le fiamme.
Quella del Monte nero non è una zona nuova a questo genere di disastri. E anche se al momento non c’è niente di accertato, gli inquirenti non escludono che si possa trattare di un incendio doloso.