Sequestro a Catania: indovinate dove…

Mentre si sigla un accordo Fise per il cavallo come inclusore sociale, le forze dell’ordine non si fermano. Nuovo sequestro di quattro cavalli a Catania, detenuti in tre stalle abusive a San Cristoforo

Bologna, 15 gennaio 2024 – Continua con tenacia la lotta delle forze dell’ordine a Catania contro le corse clandestine, le zoomafie, lo sfruttamento e il maltrattamento dei cavalli. Le forze dell’ordine ne hanno dato notizia solo oggi anche se, in realtà, l’operazione risalirebbe a mercoledì scorso. In collaborazione con le pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, della Squadra a Cavallo, della Squadra Cinofili e della Polizia Scientifica, gli agenti dalla polizia del commissariato San Cristoforo hanno sequestrato 4 cavalli ‘custoditi’ in tre diverse stalle abusive.

Ancora una volta, il bliz è stato condotto praticamente a colpo sicuro. E ancora una volta il popoloso quartier San Cristoforo ha fatto da sfondo a tinte fosche all’operazione.

Con il supporto di personale veterinario dell’Asp, gli agenti hanno verificato tre stalle ubicate nel quartiere catanese ‘dei cortili’, dove sono stati trovato 4 cavalli in pessime condizioni igienico-sanitarie e senza microchip.

Immediatamente è scattata una denuncia penale per maltrattamenti di animali e la previsione di diverse contestazioni di illeciti amministrativi, a cura del personale Asp, a carico di un 40enne pluripregiudicato. Gli animali sono stati sequestrati e affidati a una struttura nel ragusano.

Durante le perquisizioni, gli agenti hanno inoltre rinvenuto diversi farmaci dopanti che verosimilmente erano destinati all’utilizzo sui cavalli durante le corse clandestine.

Una realtà difficile da immaginare

Quest’ultimo sequestro di San Cristoforo è l’esatta fotocopia di molti altri che si sono reiterati nello stesso quartiere in tempi recenti. Le forze dell’ordine si sono da tempo date come obiettivo l’individuazione delle stalle abusive nel centro urbano. Con il fine ultimo di contrastare i fenomeni legati alle corse clandestine di cavalli. Una vera e propria piaga che negli anni è diventata sempre più problematica e radicata sul territorio siciliano.

Per chi non conosce le periferie del sud, è difficile immaginare un sistema filtarnte e capillare come quello che permea quartieri come San Cristoforo. Oltre 18mila abitanti, con oltre la metà delle famiglie che vivono nel disagio sociale, sono l’humus ideale su cui impiantare ogni sorta di attività illecità. E dove sicuramente la cultura per il benessere dei cavalli (o degli animali in genere) pare argomento per i marziani. È così che proliferano stalle abusive che tutti vedono ma di cui nessuno parla. Almeno fino a quando non intervengono le forze dell’ordine.

Purtroppo, le azioni di controllo delle istituzioni – a Catania come in altri luoghi – possono solo fino a un certo punto quando la palude sociale lega le mani alla gente per bene. Che tuttavia esiste. Numerosa. E chiede che si metta fine a questo sfruttamento di animali che non hanno alcuna colpa.

 

Fare per cambiare

È notizia di oggi che il Comitato Regionale siciliano della Federazione Italiana Sport Equestri, tramite il suo presidente, Fabio Parziano ha firmato, nella sala riunioni della Prefettura a Catania un importante protocollo d’intesa  che prevede l’impiego del cavallo e la pratica degli sport equestri come fondamentale mezzo di un significativo segmento di programmi socio-educativi che riguarderanno non solo attività sportive, ma anche formative, educative e terapeutiche, finalizzate alla promozione sociale dei minori e dei giovani adulti destinatari dell’azione giudiziaria minorile sia civile che penale, con l’obiettivo della loro rieducazione e una migliore inclusione sociale.

Da sx: Santocono, Parziano, Librizzi, Mannino, Di Bella, Sammartino, Grella

 

«Oggi – ha affermato Fabio Parziano, Presidente del Comitato regionale FISE Sicilia – gli sport equestri sono in grado di offrire ancora una grande opportunità. Il progetto nasce grazie a un incontro che ebbi con l’illuminato presidente del Tribunale dei Minori di Catania, Roberto Di Bella e con la dott.ssa Aurora Russo che ringrazio insieme a tutte le altre istituzioni coinvolte. L’obiettivo a lungo termine che vogliamo darci e che vediamo un po’ come un sogno, è quello di potere trovare un reale sbocco lavorativo per questi giovani che hanno avuto minori opportunità. Credo che il cavallo, ancora una volta come tante volte nella storia, potrà aiutarci nel raggiungimento di questo intento», ha concluso Parziano.

L’altra faccia della medaglia?

Ce lo auguriamo per i giovani catanesi che avranno così un esempio diverso del possibile rapporto con i cavalli. E ce lo auguriamo anche per i cavalli che avranno catanesi diversi a tutelarli in futuro.