Il microchip parla inglese

Tutti gli equidi ben riconoscibili in tutto il Regno Unito grazie al chip, al passaporto e al Central Equine Database del ministero

Il microchip è uno strumento eccellente per stabilire l'identità di un cavallo e di chi ne è responsabile

Bologna, 5 ottobre 2020 – Dall’inizio di questo mese, le autorità locali potranno comminare sanzioni ai proprietari di cavalli, pony e asini che non abbiamo microcippato e dotato di passaporto i propri animali. Questo avviene in Gran Bretagna dove si rafforza così una normativa entrata in vigore nel 2018.

Il requisito legale per l’impiego del microchip infatti risale al giugno di due anni fa ed era volto a incrementare il benessere animale e definire le responsabilità in caso di abusi. Con la nuova normativa, tutti gli equidi – compresi quelli nati prima del 30 giugno 2009 – devono disporre di un passaporto valido e di un microchip coerente.

Oltre a queste misure, i proprietari sono tenuti a verificare e controllare che i dati dei propri cavalli siano correttamente registrati presso il Defra Central Equine Database (una sorta di anagrafe equina generale informatizzata del Department for Environment, Food & Rural Affairs), attraverso l’impiego del lettore per il chip. Nel caso ci fossero errori nei dati, questi devo essere segnati all’ente che rilascia i passaporti – il PIO.

Rispetto alle nostre normative nazionali – che non comprendono tutti gli equidi ma solo alcune categorie – la normativa britannica pare decisamente all’avanguardia, soprattutto per quanto riguarda la questione dell’anagrafe informatizzata degli equidi, antica memoria mai completamente decollata nel nostro paese e invece attenzionata direttamente dal Defa, l’equivalente di Sua maestà del nostro ministero per le politiche agricole.