Le regole di massima per l’alimentazione

Fieno sempre disponibile, mai digiuni lunghi e 30/40 litri d’acqua al giorno con clima mite. Ecco trucchi e segreti per il nostro cavallo.

Roma, 24 aprile 2024 – Con l’aiuto della Dottoressa Clarita Cavallucci, medico veterinario Libero Professionista,  nutrizionista PhD (Centro per lo Studio del Cavallo Sportivo, Dipartimento di medicina veterinaria di PG), veterinario FISE e Testing FEI, abbiamo ripercorso a grandi linee le fasi di alimentazione del cavallo partendo dall’assunzione degli alimenti passando per i processi digestivi di sintesi e il loro assorbimento.

L’aspetto della prensione degli alimenti e della masticazione è molto importante nel processo digestivo, è quindi altresì fondamentale che la tavola dentaria sia ben curata; il cavallo ha i denti a crescita continua e purtroppo gli alimenti che siamo soliti somministrare non hanno la capacità di limare detta crescita; in natura questa azione è propria dell’erba fresca, che contiene la silice.

Dalla bocca, dove la masticazione stimola anche la produzione di saliva, l’alimento progredisce verso l’esofago e arriva poi allo stomaco, in questa camera metabolica l’alimento rimane pochissimo tempo ma già qui avviene una parziale digestione enzimatica delle proteine e  una iniziale digestione microbica  dei carboidrati solubili. La digestione della fibra nello stomaco è molto limitata.  Lo stomaco ogni giorno produce molti litri di succo gastrico che contiene Acido cloridrico, Pepsinogeno e Lipasi gastrica.

Successivamente nell’intestino tenue si ha una scissione degli elementi nutritivi da parte degli enzimi, si completa la digestione dei carboidrati semplici, dei lipidi, degli aminoacidi, dei minerali e delle vitamine, grazie ad un’azione meccanica (peristalsi).

La digestione dell’amido inizia con l’azione dell’amilasi pancreatica; comunque i cavalli non sono in grado di digerire grandi quantità di amido ma per contro digeriscono bene gli zuccheri semplici. La bile, secreta dal fegato, oltre a neutralizzare l’acido proveniente dallo stomaco, serve anche ad emulsionare i grassi per favorire l’azione degli enzimi. Nell’intestino tenue la digestione enzimatica consente di sfruttare efficacemente le proteine di qualità e i glucidi facilmente digeribili presenti nella razione. Ma nel tenue il passaggio dell’alimento è abbastanza rapido, circa un ora, per poi raggiungere il cieco. Questo è una camera metabolica che può contenere anche 30 litri di alimento. 

Il Grosso intestino, composto dal cieco, dal piccolo colon e dal grande colon, è l’ambiente ideale per le fermentazioni microbiche ed il riassorbimento dell’acqua.

Interessante nel cavallo è la digestione nel grosso intestino perché qui ci sono dei batteri che degradano la fibra portando alla produzione di acidi grassi volatili che sono l’acido acetico, l’acido propionico e l’acido butirrico che danno tantissima energia al cavallo; la fibra è fondamentale per questo.

Sempre nel grosso intestino avviene la produzione delle vitamine, soprattutto l’elaborazione delle vitamine del gruppo B (idrosolubili).  Le vitamine  liposolubili (A,D,E, K) invece  il cavallo non è in grado di sintetizzarle ed ha quindi necessità di assumere dei precursori. Queste vitamine sono molto importanti  per i nostri soggetti poiché fondamentali per apparati e processi: la vitamina A è considerata epitelio protettrice, la Vitamina D è essenziale nei processi di ossificazione, la Vitamina E è antiossidante ed ha un ruolo significativo sia nella riproduzione ed anche, insieme al Selenio, nel metabolismo muscolare; la vitamina K è fondamentale per la coagulazione del sangue. 

I cavalli possono trovare questi nutrienti  nei foraggi verdi, nella frutta fresca ed in  alcuni cereali,  comunque i concentrati bilanciati ed integrati dell’industria mangimistica, ne contengono perché addizionati alla formulazione.

L’alimentazione e tutti i suoi nutrienti sono fondamentali per la salute del cavallo in qualsiasi momento fisiologico della sua vita e, conseguentemente, relativamente alla disciplina sportiva a cui è dedicato.

Gli aspetti di base sono legati soprattutto alla sua natura di erbivoro monogastrico, quindi alla sua fisiologia e anche al fatto che egli in natura è una preda.

È un soggetto che normalmente si alimenta al pascolo con poche e costanti quantità di cibo durante l’arco della giornata: si stima che un cavallo in libertà passi intorno alle 18/19 ore al giorno pascolando, assumendo quindi l’erba a sua disposizione selezionandola, scegliendo accuratamente le essenze vegetali.

Questa tipologia di alimentazione è dettata dalla sua anatomia, essendo come detto un erbivoro monogastrico, ha uno stomaco molto piccolo, pari a circa l’8/10% rispetto a tutto il suo apparato gastroenterico, con una capienza limitata che esplica la necessità di un’alimentazione di moderate quantità e costante. 

Come già detto, lo stomaco secerne acido cloridrico continuamente, sostanza che serve a degradare gli alimenti che entrano nello stomaco. Le pareti di quest’ultimo sono naturalmente protette, ma la somministrazione di cibo dev’essere ben regolamentata perché, se un cavallo viene lasciato molte ore a digiuno (mai superare le 4 ore!), dette pareti possono essere intaccate provocando gastriti fino ad arrivare in casi estremi a delle ulcere.

I cavalli in cattività e dunque scuderizzati devono  avere sempre l’alimento fibroso a disposizione. 

Il cieco è una grossa camera metabolica di fermentazione dove sono presenti numerosi microrganismi che hanno l’onere di elaborare gli alimenti. La microflora intestinale ha tre ruoli fondamentali: degradazione di glucidi, riconversione delle sostanze azotate ed elaborazione delle vitamine del gruppo B. Queste funzioni sono messe in atto  dai batteri cellulosolitici e dai batteri proteolitici che degradano le proteine;  grazie a questo processo possiamo definire il cavallo un animale ecologico, in quanto anche le proteine che sfuggono alla digestione nella parte antistante del digerente, vengono rielaborate portando a una riconversione delle sostanze azotate. 

Il cavallo non ha la cistifellea, è dunque un animale che ha un’ottima capacità di utilizzare i lipidi (i grassi) che, rispetto ai carboidrati ed alle proteine, hanno oltre il doppio di calorie, avendo quindi il grosso beneficio di fornire energia con poco ingombro.

L’alimento principale per il cavallo è il foraggio, va tenuto in debita considerazione che almeno il 2% rispetto al suo peso vivo deve essere rappresentato dalla fibra, perché questo consente all’animale di far funzionare correttamente il suo apparato digerente. 

Il cavallo tenuto in box per la maggior parte della giornata, ha necessità di avere a disposizione del fieno per tutelare non solo il benessere fisico ma anche quello mentale; nel momento in cui viene limitato in un box possono sopraggiungere delle problematiche come stereotipie (ballo dell’orso, ticchio di appoggio, ecc).

Anche la lettiera in paglia, che permette al cavallo di assumere della fibra quando ne ha necessità, è un aiuto fondamentale nel caso che il soggetto ci sia abituato e non sia vorace.

La paglia non è un elemento facilmente digeribile ma è fonte di fibra, purché sia di buona qualità. Può essere utilizzata in parte mista al fieno, per mantenere equilibrato il peso di soggetti che tendono ad essere in sovrappeso.

Il fieno è l’alimento principale e come tale la sua qualità dev’essere elevata e deve rappresentare nella razione totale giornaliera del soggetto, la quota di maggiore presenza e suddivisa in tre somministrazioni, nel caso in cui non sia costantemente disponibile (rete o balloni). Ad esempio un soggetto di 500 kg deve assumere almeno 10/12 kg di fieno al giorno. Anche in questo caso va detto che le indicazioni quantitative sono sempre da considerare in relazione alla situazione del momento.

Sul fieno non bisogna lesinare, bisogna saperlo valutare e scegliere in maniera corretta perché il cavallo non è un ruminante, quindi non ha la capacità di degradare un fieno grossolano (legnoso). Deve essere scevro da inquinamento e muffa, deve ricordare l’erba di partenza: quanto più è presente la foglia tanto più è di qualità; deve avere una buona percentuale proteica (non meno del 7/8%) e un buon odore.

È inutile aspettarsi giovamento dalla somministrazione di concentrati di qualsivoglia formulazione, se c’è un fieno che non è di qualità.

Un’altra regola fondamentale è quella di dispensare il concentrato giornaliero dopo la somministrazione del foraggio. La quantità del concentrato non dovrebbe mai superare i 2 kg per ogni somministrazione e la quota totale giornaliera dipende sempre dal soggetto (età, condizione corporea e temperamento), dal tipo di attività sportiva e dal momento fisiologico (fattrici gravide, puledri in accrescimento, stalloni in fase riproduttiva).

Da tenere in debita considerazione è l’approvvigionamento di acqua, anche se non è un nutrimento è essenziale per tutte le reazioni chimiche. 

Il beverino non è molto gradito ai cavalli; secondo delle ricerche infatti la quantità d’acqua bevuta da questo strumento diminuisce del 15/20% rispetto alle loro esigenze. 

È preferibile renderla disponibile in grossi recipienti, così da poter controllare anche quanto il cavallo beve, si consideri che la quantità media giornaliera è di 30/40 litri con un clima mite. L’acqua non deve essere mai troppo fredda.

La somministrazione dei  concentrati, che può andare da un minimo di 2 kg al giorno ad un massimo di 4/5 kg, a seconda della disciplina sportiva e del momento fisiologico; deve seguire la somministrazione del foraggio in quanto quest’ultimo stimola la masticazione e quindi la secrezione di enzimi e sostanze atte a digerire, e quindi permette al concentrato di essere aggredito in maniera più incisiva. Va inoltre precisato che le quantità da somministrare sono indicazioni di massima da considerare anche a seconda del soggetto e della gestione/stabulazione adottata.

É preferibile utilizzare concentrati che abbiano subito trattamenti termici (schiacciati, fioccati, pellettati, estrusi) che portano a una parziale gelatinizzazione dell’amido abbassando la fermentescibilità degli alimenti. 

L’unico cereale che può permettersi di essere utilizzato anche in maniera integrale è l’avena, che è equilibrato avendo una buona quantità di fibra e proteina e un contenuto quantitativo di amido inferiore rispetto all’ orzo e mais.

Vista la scarsa qualità del foraggio degli ultimi anni, causata non da noncuranza da parte degli agricoltori ma dal meteo avverso, sarebbe auspicabile utilizzare delle fonti di fibra alternative, come per esempio le polpe di barbabietola esauste (già private dello zucchero, presentandone una percentuale bassissima intorno al 3/4%); la crusca di riso, le buccette di soia, tutti sottoprodotti della lavorazione di altre materie prime.

Le polpe di bietola,  vendute sotto forma di pellet,  devono essere necessariamente messe in ammollo prima della somministrazione; una quantità giornaliera di 200/300 grammi diluita in 1 litro/1,5 litro d’acqua, fino a rendere il prodotto come un pastone. Sono molto utili per la regolazione dei processi intestinali; allo stesso modo si consiglia l’utilizzo almeno una o due volte alla settimana di pastoni disintossicanti, che possono essere fatti con semi di lino cotti; l’ebollizione porta ad ottenere le così dette mucillagini che hanno un effetto depurativo  fondamentale.

Altra cosa molto gradita e utile al sistema digerente del cavallo è la somministrazione di frutta fresca e di ortaggi (senza esagerare! 3/4 carote un giorno, 2 mele un altro giorno, un mazzetto di cicoria, che contiene inulina e aiuta molto l’intestino).