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Home | Etologia & Benessere | Horse Angels: il ritorno dei cavalli da lavoro in Europa

Horse Angels: il ritorno dei cavalli da lavoro in Europa

Meno polemiche, più proposte: disciplinare la tutela degli equini da lavoro, responsabilità dei proprietari per il benessere degli animali, orari di lavoro ammissibili, certificazioni di buona salute, sanzioni per chi è abusivo o sfrutta gli equini senza rispetto, diritto ad un fine carriera al prato come pensionati

9 Agosto 2021
di Roberta Ravello
Horse Angels: il ritorno dei cavalli da lavoro in Europa

Cavalli dei Fiaker viennesi davanti all'hotel Intercontinental: si sono occupati della consegna dei pasti gratuiti preparati nelle cucine dell'hotel destinati alle persone più indigenti durante il lockdown del 2020 - EPA/CHRISTIAN BRUNA

Cesenatico, 9 agosto 2021 – Dall’associazione Horse Angels una proposta interessante.

Cavalli da lavoro nelle città e nei campi?

Potrebbe sembrare un’idea bizzarra, da nostalgici reazionari, eppure in Francia ci sono ora 130 consigli comunali (compresa Parigi) che usano i cavalli per compiti come la raccolta dei rifiuti, l’accompagnamento scolastico dei minori in comuni decentrati, la manutenzione dei parchi, lo spazzamento stradale, l’ estrazione di legname da foreste ecologicamente sensibili, ecc., e questo numero è cresciuto costantemente negli ultimi 10 anni.

L’aumento dei prezzi del carburante e una crescente preoccupazione per l’ambiente hanno portato molte autorità locali in Francia a considerare i cavalli da lavoro come un elemento essenziale della loro strategia di sviluppo sostenibile.

Ciò ha portato ad un vasto aumento della disponibilità di moderne attrezzature trainate da cavalli.

Alcune piccole aziende francesi producono spazzatrici stradali, decespugliatori e tutti i tipi di rimorchi trainati da cavalli per la raccolta dei rifiuti o per il trasporto di persone, compresi i portatori di handicap.

Né sono solo le autorità locali a utilizzare sempre più gli equini da tiro o soma. Sempre più interessati sono anche i gruppi industriali di multinazionali più grandi. Veolia, leader mondiale nei servizi ambientali, ha vinto un contratto multimilionario di 13 anni per gestire sei navette trainate da cavalli da 50 persone che porteranno i turisti da e verso il famoso Mont St Michel.
E naturalmente gli agricoltori, in particolare quelli biologici, stanno ora seriamente considerando gli animali da tiro come un’alternativa economicamente praticabile ai macchinari alimentati a combustibili fossili per alcuni lavori.
I cavalli sono un’opzione particolarmente interessante per le piccole aziende agricole che producono colture di alto valore, come orti o vigneti. In quel tipo di ambiente, spesso hanno un senso economico.
E se l’azienda opera in un sistema biologico o biodinamico, il letame che l’animale produce può essere utilizzato anche per fertilizzare il terreno, aggiungendo un’ulteriore attrattiva all’opzione dell’animale da tiro.
Anche nel Regno Unito il cavallo da lavoro sta tornando.
Il trasporto di legname con i cavalli è un’area di crescita nel Regno Unito negli ultimi 20 anni.
Laddove il danno al suolo della foresta è inaccettabile per motivi ambientali, o dove sono coinvolti pendii ripidi, i cavalli hanno dimostrato di essere un’alternativa di successo all’estrazione meccanizzata.
Il National Trust, tra gli altri, impiega regolarmente i cavalli in supporto ai taglialegna. Ci sono circa 15 taglialegna “equestri” a tempo pieno nel Regno Unito e la domanda per il loro servizio è così alta che la British Horse Loggers Society sta organizzando un programma di apprendistato per addestrare i taglialegna più giovani a fare il servizio con gli equini da lavoro.
Le autorità britanniche locali – lungimiranti – hanno iniziato a utilizzare cavalli pesanti per servizi di pubblica utilità: la città di Aberdeen, ad esempio, utilizza squadre di cavalli in una varietà di compiti, come la manutenzione dei parchi, lo sgombero dei rifiuti e l’irrigazione delle piante nel centro della città.
In questo modo, impiegando i cavalli, si dà loro modo di vivere una vita longeva e dignitosa, laddove l’alternativa per loro sarebbe non esistere. Eppure non solo ci possono aiutare a combattere i cambiamenti climatici, ma anche ad essere persone migliori, se sono adeguatamente tutelati a livello normativo.

In Irlanda sono 200mila gli equini impiegati nelle campagne e nel trasporto turistico e il Paese non potrebbe essere leader europeo del turismo equestre, se non offrisse agli equini da lavoro turistico adeguata tutela e non obbligasse gli operatori a formazione adeguata con patenti ed assicurazioni.

E l’Italia?
Il cavallo, come il bue, l’asino o il mulo, stanno sostituendo lentamente e nella modesta misura di un 20% il mezzo a motore che inquina e consuma petrolio. Equini sono impiegati per il trasporto di legname sulle nostre colline, per il trasporto di turisti a sella o in carrozza nelle città, campagne, parchi, ville, località turistiche. Asini sono impiegati nella raccolta della differenziata in comuni con centri storici non attraversabili da automezzi a motore per la raccolta di rifiuti; somarelli lavorano regolarmente in tutta Italia per i trekking someggiati. Di più, gli equini sono tornati anche a lavorare i campi, con associazioni che fanno corsi di formazione per chi vuole sostituire l’aratro meccanizzato con quello a traino equino.

 

Sono nel numero di decine di migliaia in Italia le persone che attualmente impiegano equini da lavoro, senza alcuna normativa che obblighi i proprietari al possesso responsabile, a tutela degli animali e a tutela di terzi.

Al momento in Italia gli equini sono in una fase di ripartenza per il turismo verde, quando un tempo erano l’unico mezzo di circolazione. Rispetto al passato però servono nuove regole per l’utilizzo degli animali, per tutelarli, visto che sono esseri senzienti, non veicoli.

Tale disciplina di normare gli equini da lavoro è stata richiesta anche dal Parlamento Europeo, perché tale impiego non avvenga, come sta succedendo Italia, senza alcun vincolo o norma per la tutela degli animali.

Un ritorno al passato più ecologico grazie ai cavalli è possibile, ma questi vanno tutelati in base alla sensibilità moderna.

Irrigidirsi dicendo che i cavalli oggi non servono più come lavoratori, anziché produrre tutela nei loro confronti, li abbandona alla triste sorte dell’anarchia e del banditismo di certi ambienti cavallari italiani.

Per questo ci siamo rivolti come petizione a Senato e Camera italiani, nonché a diversi ministri, perché politici di buona volontà ci aiutino a fare quello che il Parlamento europeo ha chiesto, disciplinare negli stati membri la tutela degli equini da lavoro, legiferando sulla responsabità dei proprietari per il benessere degli animali, sugli orari di lavoro ammissibili, le certificazioni di buona salute animale al lavoro, le sanzioni per chi è abusivo o chi sfrutta gli equini senza il rispetto a loro dovuto e ogni altra norma utile a sancire che si tratta di animali senzienti con, per quanto ci riguarda, il diritto ad un fine carriera al prato come pensionati.

Vi terremo aggiornati su eventuali sviluppi di questa campagna stampa per normare in Italia gli equini da lavoro, per il bene collettivo, ma soprattutto per il bene di cavalli, muli, asini e pony, la cui tutela oggi è affidata a un codice di buona pratica “a sottoscrizione volontaria”, privo di validità giuridica e delle sanzioni ai trasgressori. Solo le sanzioni, provviste da una legge quadro parlamentare, possono obbligare le persone al rispetto degli equini da lavoro, non i codici, neanche quelli ministeriali, che forniscono solo linee guida di sensibilizzazione, ma che non hanno valore in un tribunale in caso di abuso dell’equino.

Firmato: Roberta Ravello, lrpt Horse Angels odv

www.horse-angels.it

Tags: attacchi benessere animale cavalli da lavoro horse angels
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