A dire la verità il nome corretto è ‘Canto degli Italiani’, scritto nel 1847 dal giovane Goffredo Mameli, poeta e patriota che sarebbe morto due anni dopo e musicato da Michele Novaro.
E proprio con il nostro inno la Fanfara della Polizia di Stato, condotta dal Maestro Vice Ispettore Simone Carlino, ha inaugurato ogni serata del gala d’oro di Fieracavalli, ‘Bellezza’.
Attorno a loro le evouzioni dei soci del Gruppo Italiano Attacchi: misurate ed eleganti, sulla musica del Trinity di Franco Micalizzi, colonna sonora del film “Lo chiamavano Trinità”, e della marcia trionfale dall’Aida di Giuseppe Verdi.
Applausi per tutti, che l’abilità dei musicisti cavalieri e il fascino degli Attacchi d’epoca arrivano a tutti.
Peccato però che una parte del pubblico, piccola ma non esigua, non abbia ritenuto di alzarsi in piedi quando la Fanfara ha suonato il nostro inno nazionale.
Una mancanza di eleganza e rispetto, una vera gaffe sociale: perché ci si alza in piedi sempre, ovunque e comunque, quando viene suonato un inno nazionale.
Anche se i tavoli sono troppo vicini, le seggiole impicciano e si sta gustando una galantina di pollo.
Toccherà ricordarlo in corso d’opera, la prossima volta? Farlo annunciare dallo speaker, o magari scriverlo in chiaro sul programma del Gala?
Eppure dovrebbe essere una delle manifestazioni più automatiche e naturali di educazione, sia sociale che civica.
“O tempora, o mores! Senatus haec intellegit, consul videt; hic tamen vivit”: la frase è di Cicerone, la traduzione è “Che tempi, che costumi! Il Senato comprende queste cose, il console le vede; eppure quest’uomo vive!”.
In fiera la Polizia era presente anche con gli atleti del Gruppo Sportivo “Fiamme Oro”, l’Assistente Federico Ciriesi e l’Agente Francesca Ciriesi, che sono saliti sul podio a squadre dell’ ICT 2025 nel Team Poggi, classificandosi al secondo posto dietro il Gruppo Selleria Equipe.
La Questura di Verona era con il suo stand al Padiglione 4 con una ammirevole collezione di selle, finimenti e uniformi storiche del Reparto a Cavallo e due pattuglie ippomontate, provenienti dai Reparti a Cavallo delle Questure di Torino e Milano.
























