La lettera dell’Associazione Ippica Nuova al MIPAAF

Pubblichiamo l’analisi della situazione del trotto in Italia e le proposte che l’Associazione Ippica Nuova ha indirizzato al Ministero per le riforme e la gestione delle attività per il prossimo biennio 2022/2024

Bologna, giovedì 2 dicembre 2021 – Di seguito il testo firmato da Giorgio Sandi, Presidente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Nuova Italia, indirizzato alla Direzione Generale per la Promozione della Qualità Agroalimentare e dell’Ippica del MIPAAF

La situazione finanziaria
Il Montepremi disponibile è costituito dalla voce “spese per gli interventi di sviluppo nel settore ippico” ed è stato fissato nella legge finanziaria in € 88.288.751 (da integrarsi poi con i proventi derivanti dal PREU (Prelievo Erariale Unico) che nel 2018 ammontavano a € 7.947.00 e nel 2019 in € 7.047.000).
A fronte di tale disponibilità ed ipotizzando sia stata mantenuta la storica ripartizione tra trotto e galoppo (60% trotto e 40% galoppo), il trotto dovrebbe avere uno stanziamento a MP di € 52.973.250 (più la quota parte del PREU di circa 4/4,5 milioni). In realtà, a quanto risulta alla scrivente, nel 2020 sarebbe stato stanziato un MP di soli euro 46.476.720 (mancherebbero quindi circa 6,5 milioni di euro + il PREU) e nel 2021 un montepremi di € 45.214.100, con una differenza tra disponibile e stanziato di euro 7.759.150 + PREU).
Dove è stata impiegata la somma non a montepremi negli scorsi anni?

Come sono state programmate le corse?
La programmazione delle corse negli ultimi anni viene effettuata più sulla base delle richieste delle Società di corse che di quanto sarebbe utile per gli operatori del settore, sia in termini di distribuzione sul territorio in termini di date e di dotazioni messe a disposizione ed ancora di ripartizione per fasce di età etc. Ciò anche per il fatto che gli ippodromi hanno una parte della propria remunerazione/sovvenzione legata alle giornate di corse disputate e di conseguenza ai risultati commerciali ottenuti e non in funzione del ruolo svolto a favore dell’ippica.
I risultati vedono oggi una distribuzione del Montepremi sul territorio che non tiene conto dei cavalli effettivamente presenti nel bacino di utenza e della produzione allevatoriale ma del peso relativo delle singole società di corse, con una parcellizzazione delle somme per singoli ippodromi (che si sentono in concorrenza con gli altri ippodromi e non fanno fronte comune per attirare pubblico e scommesse ad altre manifestazioni sportive) perdendo una indispensabile visione di insieme, la sovrapposizione di giornate di corse tutte uguali tra impianti vicini, l’impossibilità per i cavalli di qualità medio/alta di correre (la programmazione privilegia i soggetti migliori ed i peggiori – categorie F e G -, tagliando fuori la gran parte dei cavalli intermedi, quelli delle categorie A, B, C, D ed E), troppe corse uguali in impianti vicini etc.
Inoltre, nel corso di questi ultimi due anni è continuamente aumentato il numero e la dotazioni dei Gran Premi – togliendo risorse al montepremi ordinario – che sono arrivate nel 2020 a rappresentare il 19,5% circa del montepremi totale e nel 2021 il 19,25% (quando all’estero rappresentano meno del 10% del totale). Senza togliere il valore premiante che devono avere i GP, tale percentuale è oggi sicuramente eccessiva, per la soddisfazione di pochissimi proprietari che avendo i soggetti migliori conquistano somme importanti a fronte della stragrande maggioranza degli altri operatori che sono costretti a portare a correre i propri soggetti per poche centinaia di euro (spesso, anche piazzandosi, non coprono nemmeno le spese vive del viaggio).

La programmazione per fasce di età
L’attuale programmazione per fasce di età è stata presentata per favorire la vendita dei puledri ma produce alcune storture:

  • Solo meno di 700 puledri su circa 2000 nati corrono effettivamente a due anni (nel 2020 sono stati 679)
  • Una parte di questi, avviato troppo presto ad una stagione di corse usuranti e concentrate nel tempo – si corre da luglio a dicembre, 6 mesi – non corre più negli anni successivi e viene “scartato” senza avere il tempo di crescere normalmente
  • A tre anni corrono circa 1.000 cavalli (1043 nel 2020) di cui una parte di quelli che si sono salvati a due anni ed una parte di quelli che la natura ha scelto di far debuttare più tardi. Le corse più importanti, per il regolamento attuale, sono di fatto riservate o danno enormi vantaggi a quelli che sono più precoci e penalizzano i soggetti che vengono rispettati (tra cui poi si svilupperebbero i campioni!)
  • Già a quattro anni si comincia a vedere un primo sfollamento (i cavalli che hanno corso a 4 anni nel 2020 sono stati 936 e così via) che si acuisce negli anni successivi come da tabella che segue:
    • 2 anni – lettera C 679
    • 3 anni – lettera B 1043
    • 4 anni – lettera A 936
    • 5 anni – lettera Z 526
    • 6 anni – lettera V 363
    • 7 anni – lettera U 296
    • 8 anni – lettera T 234
    • 9 anni – lettera S 180
    • 10 anni – lettera R 124
    • 11 anni – lettera P 56
    • 12 anni – lettera O 38
    • 13 anni – lettera N 20
    • 14 anni – lettera M 15
    • Altre lettere (importati) 94
  • La scelta quindi di privilegiare la carriera dei puledri (6 mesi di corsa) a cui dare premi più sostanziosi di tutte le altre fasce di età per avere un senso deve mirare al miglioramento della razza equina italiana secondo principi di ragionevolezza; si scontra tuttavia con la realtà oggettiva che porta le scuderie italiane a spingere all’impiego in corsa dei puledri di due anni a svantaggio dei meno precoci. Le conseguenza di ciò sono che molti puledri hanno una stagione di corse brevi ed a già a tre anni sono usurati ed inoltre le scuderie con soggetti meno precoci non trovano da correre. Una sia pur minima riproposizione degli stanziamenti per classi di età si impone, tenendo anche conto che lo scommettitore ippico gioca poco sui puledri privilegiando i cavalli di età maggiore, più conosciuti ed affidabili.

La nostra proposta
Purtroppo la circolare di programmazione in vigore negli anni 2020/2021 ha mostrato tutti i limiti che avevamo evidenziato insieme a tutte le Associazioni rappresentative fin da prima dell’emissione.  I punti di convergenza tra i rappresentanti delle Associazioni, con differenti sfumature in funzione dei ruoli ricoperti ma in sostanziale allineamento sui principi, erano queste, purtroppo non raccolte dall’estensore della Circolare:

  1. Istituzione di una Consulta tecnica costituita da rappresentanti delle Categorie del trotto attraverso le proprie Associazioni riconosciute e rappresentative (ndr come peraltro anticipato dal Sottosegretario Battistoni a Verona). E’ importante l’autorevolezza dei componenti tale commissione!
  2. Istituzione di un Ufficio Centrale di Programmazione a struttura collegiale composto dai più qualificati handicapper in collaborazione con la Consulta tecnica, per coordinare la gestione del montepremi sugli ippodromi in funzione delle aree ippiche di riferimento (nord est, nord ovest, centro nord, centro sud, puglie, sicilia) in funzione dell’obiettivo di far correre tutti i cavalli fino alla categoria E, limitando il montepremi per i soggetti delle categorie F e G, evitando la concorrenza tra gli ippodromi e la dispersione del montepremi disponibile;
  3. Superare la scelta di dotazioni a fasce fisse per gli ippodromi che rendono impossibile programmare adeguatamente per gli ippodromi con dotazioni ridotte; da rivalutare la possibilità di ripristino, con i necessari adeguamenti, nelle giornate di possibile sovrapposizione tra impianti, dei campi “uno, due e tre” sperimentati con successo nel 2019;
  4. Con lo scopo di dare un valore ed un montepremi certo ai cavalli di 5 e 6 anni e ridurre – seppur marginalmente – il disponibile per i due anni per incrementare i tre anni, passare dalla attuale ripartizione del montepremi ordinario (a cui si sommano le somme stanziate per i GP) dall’attuale
  • 11% ai due anni
  • 27,5% ai tre anni
  • 23,3% ai quattro anni
  • 38,0% ai 5 anni ed oltre
  • 0,2% riservato alle preferenze dei gestori degli ippodromi

a

  • 10,5% ai due anni
  • 28,0% ai tre anni
  • 23,5% ai quattro anni
  • 20,0% ai cinque e sei anni
  • 18,0% agli anziani
  1. Ritornare ad una distribuzione equilibrata delle risorse disponibili (non oltre 7,2 milioni ai Gran Premi ed il resto a montepremi ordinario); a tale scopo, ripristinare il calendario storico dei Gran Premi, abolire i recenti GP inutili, ridurre i premi al traguardo dei GP sovradimensionati (Mipaaf, Europa ed altri) adeguando le dotazioni al valore storico ed allevatoriale della corsa e riversare sul montepremi ordinario quanto risparmiato; allegata proposta di calendario e dotazione.
  2. Ripartire il montepremi sul territorio in funzione della reale presenza di cavalli (anche utilizzando il codice stalla) ed i bacini ippici.
  3. Prevedere nuovamente i Fillies per tutti i Grandi Premi di Gruppo 1 relativi ai cavalli di 3 e 4 anni, da disputare sulla distanza di 1.600 mt. e su piste da 1.000 mt.
  4. Prevedere che tutti i Grandi Premi e relativi Fillies siano regolati da appositi Disciplinari da emanare di concerto con la Consulta Tecnica, alla luce dell’importanza degli stessi per la filiera ippica;
  5. Per i Gran premi dei 3 anni inserire come parametro le somme vinte nel trimestre come parametro di pari peso a quello delle somme vinte in carriera;
  6. Sempre per i Gran premi, ripristinare il meccanismo dei numeri PRIMA della dichiarazione dei partenti;
  7. Sempre per i Gran Premi, effettuare in pubblico e con ripresa televisiva i sorteggi relativi ai numeri
  8. Inserire il limite dei tre cavalli iscritti da parte di un singolo allenatore (come da nuovo  regolamento in Francia in vigore dalla fine di novembre 2020); aumentare la vigilanza sul fenomeno dei prestanomi e sui comportamenti scorretti in corsa da parte di cavalli in rapporto di allenamento (vale a dire che si comportano come se facessero scuderia);
  9. Apertura alla partecipazione alle corse italiane di cavalli esteri solo in regime di reciprocità con i singoli Paesi Uet.
  10. Ripristinare le condizionate per gli anziani – adeguando i valori – utilizzando le corse per Categorie solo per i cavalli di E-F e G; adeguare i valori anche per le reclamare.
  11. Prevedere una quota parte del montepremi (come di cui della somma stanziata per gli “anziani”) specifico anche per i cavalli di 5 anni e di 6 anni (come sopra) per mantenere un valore per tali soggetti.
  12. Prevedere comunque l’abbattimento per le somme vinte nei dodici mesi precedenti per i neo 5 anni ai fini degli inserimenti nel circuito degli anziani (laddove vi siano corse aperte a 5/6 anni ed anziani).
  13. Fissare a 10 anni l’età limite per le corse degli anziani (da valutare la possibilità di estendere ad 11 anni per il solo 2022 e per i soli cavalli italiani).
  14. Adottare una sola corsa Tris/Quartè/Quintè giornaliera da costruire a cura dell’ufficio centrale di programmazione e del Comitato Tecnico secondo i seguenti parametri:
    • Montepremi almeno pari al centrale di giornata
    • Possibilità di sponsorizzazione
    • Individuazione dei cavalli ammessi a correre la Tris (a cura Comitato)
    • Categorie mai inferiori alla E
    • Da costruire corse con i nastri privilegiando le piste grandi con due/tre nastri e invitando cavalli che vengono da fuori piazza per rendere le corse attrattive per il gioco
    • Riformare la scommessa unificandola sull’esempio di quanto accade in Francia (è il gioco che sostiene l’intera ippica francese con le sue 365 corse annuali producendo da sola 1,8 miliardi di incasso con oltre 360 milioni di entrate!). Punto chiave: portare la percentuale del premio per il giocatore al 68% dell’incasso, come in Francia!!
  • Altre proposte:
    • Sviluppare un circuito delle corse “al montato”, disciplina nuova per l’Italia ma di grandissimo successo in Francia e Svezia. Il montepremi disponibile all’estero per queste corse è molto elevato ma i cavalli italiani, non avendo la possibilità di forgiarsi sulle piste di casa, raramente riescono a primeggiare all’estero.
    • Sviluppare un circuito per le corse in pista piccola (quelle dove il pubblico è più vicino alla corsa) con fasi regionali, macroregionali e poi nazionali per creare un meccanismo (eventualmente a squadre) ed avvicinare nuovo pubblico, dando un motivo in più per seguire le corse
    • Avviare una scuola trotto con i pony per i bambini (anche in collaborazione con i centri di allenamento pubblici e privati) così da cogliere l’opportunità di avvicinare le famiglie alle corse (sull’esempio di quanto avviene con successo nell’equitazione). All’estero tale formula è molto sviluppata e di successo!