Dalla Sardegna al 4° Reggimento a cavallo dei Carabinieri

Arriveranno dalla Sardegna alcuni dei giovani cavalli di rimonta per il 4° Reggimento a cavallo dei Carabinieri: sempre più cavalli italiani per l’Arma

Foto Arma dei Carabinieri
Oristano, 8 ottobre 2021 – Sono tornati sull’Isola a cercare i loro nuovi cavalli.

Stiamo parlando degli ufficiali dell’Arma dei Carabinieri che nei giorni scorsi sono andati nell’Oristanese per valutare l’acquisto di alcuni puledri, necessari alla rimonta del 4° Reggimento a cavallo dei Carabinieri.

Della delegazione faceva parte anche il colonnello Francesco Maria Chiaravalloti, comandante del Reggimento: la nota ufficiale precisa che i nuovi soggetti andranno a  “…soddisfare le operazioni di rimonta, attraverso le quali si procede al reintegro degli animali più anziani, allo scopo di continuare e riaffermare una tradizione che da duecento anni collega la Benemerita alla Sardegna”.

E se pensate che il 4° Reggimento è quello che con suo Gruppo Squadroni Pastrengo dà vita al celebre Carosello con carica finale, così amato e spettacolare, capite bene che provvedersi di cavalli fini, belli e insanguati sia una necessità.

Non solo di rappresentanza, però: questi stessi binomi sono quelli che si occupano di particolari servizi di protezione per i capi di stato esteri in visita in Italia, come dei servizi di vigilanza attorno ad alcuni Centri di Permanenza Temporanea localizzati al di fuori delle aree cittadine.

Per entrambi i servizi la preparazione di uomini e cavalli deve essere scrupolosa, e le metodologia operative sono costantemente rivisitate per tenerle al passo con le nuove tecnologie e le nuove competenze, anche addestrative ed etologiche.

E lo scopo è sempre unico: dare un servizio ai cittadini, servire la gente.

Perché il cavallo aiuta i Carabinieri anche in questo: serve a rompere il ghiaccio, a instaurare un rapporto diretto di fiducia e vicinanza.

In più il Carosello non è solamente un modo per ricordare un evento storico, o esibire capacità tecniche: è qualcosa di cui siamo tutti orgogliosi, e che ci rappresenta tutti con onore, in tutto il mondo.

Che bello sapere che stanno entrando ancora a farne parte giovani cavalli della Sardegna: un motivo per essere ancora più orgogliosi: e già che ci siamo, facciamo un po ‘di ripasso di storia.

Pastrengo, la carica

Il 30 aprile del 1848 Carlo Alberto di Savoia, Re di Sardegna, avanzava nei pressi del paese di Pastrengo protetto da alcuni carabinieri della sua scorta. Improvvisamente venne a trovarsi sotto il tiro degli austriaci: il maggiore Alessandro Negri di Sanfront, che doveva proteggerlo, caricò il nemico alla testa di tre squadroni di Carabinieri Reali. Gli austriaci ripiegarono, Carlo Alberto si salvò e i piemontesi vinsero la battaglia. Nel 1883, in occasione delle nozze tra Tommaso di Savoia-Genova e Isabella di Baviera venne organizzato un Carosello per rievocare quell’episodio: i militari seguirono le loro evoluzioni nel campo di Piazza di Siena a Roma, ancora oggi teatro d’elezione del Gruppo Squadroni. Sempre a Piazza di Siena il 9 luglio del 1933 si svolse il primo Carosello Storico dei Carabinieri: ogni formazione vestiva una diversa uniforme storica dell’Arma.

Il Carosello

Agli ordini del Comandante del Gruppo Squadroni, in formazione completa è composto da due squadroni di 48 binomi ognuno più i 27 elementi della fanfara a cavallo; la formazione ridotta è di 24 binomi per squadrone più i 27 elementi della Fanfara a cavallo. Inoltre il Carosello, nelle due formazioni, è accompagnato in tutte le sue esibizioni, da un ulteriore fanfara, quest’ultima a piedi, che si alterna nelle musiche con la fanfara a cavallo e ha sede presso la Scuola Allievi Carabinieri di Roma. L’Alfiere è l’Ufficiale più giovane e porta lo Stendardo del 4° Reggimento, mentre il Luogotenente più anziano porta la Colonnella, che è il vessillo di riconoscimento donato a tutti i Colonnelli Comandanti di Reggimento dal Carlo Emanuele II di Savoia. Il Comandante del Gruppo Squadroni è l’erede storico del maggiore Alessandro Negri di Sanfront.

Il Comandante del 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo, in occasione della Festa dell’Arma che ricorre il 5 giugno di ogni anno, al termine del Carosello Storico, allo schierarsi per la Carica finale, fa il suo ingresso in campo, accompagnato dallo Stendardo e tutta la sua scorta.

Egli si pone al Comando della formazione completa elevando il numero di binomi ad oltre 100 unità, e al grido di “Pastrengo”, ordina alle truppe la Carica!

Cavallo da Squadrone.

Deve essere di indole buona, resistente e polivalente: un buon lavoro in piano, qualche saltino, servizi di rappresentanza e pattuglia rientrano nei suoi normali compiti. I cavalli per la rimonta degli Squadroni sono acquistati quando hanno dai quattro ai sette anni: al 1° Squadrone vengono assegnati quelli di colore (mantelli bai, sauri e morelli) mentre al 2° Squadrone e alla Fanfara sono riservati i grigi. Attualmente sono in forza al 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo 270 soggetti, per la maggior parte Sella Italiani, poi vi sono alcuni Irlandesi, Tedeschi, Francesi e Lipizzani; una volta riformati (per anzianità o motivi di salute) i cavalli che hanno servito l’Arma vengono ceduti in comodato a chi ne fa regolare richiesta presso il Comando Generale.

Prima Carabiniere, poi a cavallo.

Per entrare a far parte di questo Reggimento occorre prima di tutto aver superato il concorso per entrare nell’Arma, solo in seguito chi aveva già delle buone basi di equitazione nella vita civile, o chi ne fa espressamente richiesta, viene esaminato da una apposita commissione presieduta dal Comandante del 4° Reggimento anche Ispettore Ippico dell’Arma dei Carabinieri, che ne decreta l’eventuale idoneità, mentre i Reparti di formazione dell’Arma, avviano alla specializzazione anche chi mostra attitudine per l’equitazione, pur senza averne mai fatto esperienza nella vita civile.

I Carabinieri selezionati per i corsi a Cavallo giungono al 4° Reggimento e vengono presi in forza dalla Sezione Addestramento e Corsi, presso il Centro Ippico Carabinieri, li dove, al termine di un corso della durata di tre mesi, seguiti da istruttori militari di equitazione con qualifica anche federale, ed atleti di consolidata esperienza, ricevono un’adeguata e completa formazione ippica di base, per essere poi destinati ad alimentare quei serbatoi dai quali si sostentano tutti i reparti del 4° Reggimento.

Questione di orecchio.

Due delle arie più conosciute che accompagnano le evoluzioni del Carosello storico sono sicuramente la marcia di Radetzky (di Johan Strauss padre) e La Fedelissima, marcia d’ordinanza dell’Arma dei Carabinieri composta nel 1929 dal maestro Luigi Cirenei. Entrambe hanno il ritmo classico delle marce militari, quindi perfette per un bel trotto di parata: ma ascoltandole ci sembra che la Fedelissima sia più vivace, squillante e battagliera della famosissima marcia austriaca, certo incantevole ma più adatta ad un giro di valzer che ad una celebrazione militare. Assordati dall’amor di Patria? Può darsi, ma forse non è un caso che la marcia di Radetzky sia stata composta (in sole due ore) nel 1848 per celebrare il ritorno delle truppe austriache a Milano dopo la battaglia di Custoza, nella Prima Guerra d’Indipendenza: ma nel 1850 Cavour entra a far parte del governo piemontese, e in poco più di dieci anni sarà fatta l’Unità d’Italia.