Per la precisione a Tarzo di Tanzo, provincia di Treviso: dove – come potete vedere – i pony riescono a tirare fuori la loro vera anima. Quella di Re della Scuderia.
Il protagonista della foto è Spartaco, uno dei pony di Lisa Maiutto.
Lisa fa spettacoli equestri con la sua banda di piccole pesti. Ed è stata Susy Finotto, la sua istruttrice per quello che riguarda il lavoro in libertà, a mandarci questa foto che parla, anzi…ruggisce!
Lisa ama i cavalli da sempre, sì è appassionata ai pony quando il fidanzato gliene ha regalato uno per consolarla in seguito alla morte del suo cavallo.
Dopo il primo pony ne è arrivato un altro per fargli compagnia, e Lisa si divertiva a fare qualche gioco con loro, da autodidatta.
Ma voleva imparare di più sul lavoro con i cavalli in libertà. E tramite un’amicizia in comune ha cominciato con Susy Finotto, con cui ha trovato la chiave giusta per realizzare i suoi spettacoli.
“Non faccio altro che trasmettere quello che mi ha insegnato Bartolo Messina“, ci ha detto Susy Finotto. “Lavorare e imparare da lui è stato fondamentale per il mio percorso con i cavalli. Ha cambiato il mio modo di pensare sul rapporto con loro, un arricchimento prezioso”.
Risultato: un impulso positivo che si trasmette da persona a persona, migliorando sempre più la cultura etologica ed equestre di chi lavora con i cavalli.

Vicino a Spartaco il Leone alato di Marco Martalar, una scultura alta più di 7 metri e lunga 10. E costruita con il legno proveniente dagli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018 e i tralci delle viti del Prosecco.
L’opera, che non a caso rappresenta il simbolo più caro all’identità veneta, è stata inaugurata questa estate per celebrare il sesto anniversario del riconoscimento Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha detto a Treviso Today in occasione della presentazione del Leone di Martalar:
«Il Leone di Tarzo è molto più di un’opera d’arte. E’ un manifesto identitario che celebra la forza, la storia e la rinascita del nostro territorio. A sei anni dal riconoscimento UNESCO, le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene si confermano uno straordinario laboratorio di cultura, paesaggio e creatività contemporanea, capace di unire tradizione e innovazione, radici e visione. Marco Martalar è uno scultore veneto di grande talento, che ha saputo trasformare la ferita lasciata dalla tempesta Vaia in un messaggio di bellezza e speranza. Le sue sculture monumentali – realizzate con il legno degli alberi abbattuti – sono già diventate simboli diffusi in tutto il Veneto e oltre. Da Jesolo a Gallio, da Venezia a Padova, fino all’Altopiano dei Sette Comuni. Oggi, con il Leone di Tarzo, dona al nostro paesaggio un’opera che racconta la nostra identità più profonda, intrecciando arte, natura e comunità. Ringrazio l’Associazione per il Patrimonio delle Colline Unesco per questo progetto che coniuga valore culturale, impatto visivo e sostenibilità, valorizzando materiali di recupero provenienti proprio da queste terre. Un’opera che parla al mondo e che rende onore a un territorio che sa guardare avanti, senza mai dimenticare le sue radici».
Qui il romanzo di Dino Buzzati che ha ispirato il nostro titolo. Era stato disegnato da Buzzati stesso e pubblicato a puntate sul mitico Corriere dei Piccoli nel 1945.