Alberto Zorzi, Franke Sloothaak e il tempo che passa

Due bambini e una passione… dai sogni dell’infanzia ai trionfi dell’età adulta… un incontro che li congiunge…

Alberto Zorzi e Franke Sloothaak... prima e dopo

Padova, sabato 17 ottobre 2020 – Il bambino Franke ha dieci anni e ogni sera prima di spegnere la luce rivolge lo sguardo alla parete opposta rispetto a dove si trova il suo letto. E guarda, stando fermo sotto le coperte, lasciando la mente libera di produrre i pensieri più arditi e temerari e per questo più suggestivi ed eccitanti… Su quella parete è appesa una grande fotografia, una sola: ritrae Alwin Schockemoehle in sella a Rex The Robber. Il bambino Franke guarda, e inizia a sognare: sogna ben prima di addormentarsi… Ma poi il bambino Franke si addormenta e il sogno continua identico tra le fantasie del sonno. Fino a che l’indomani, al risveglio, il bambino Franke come prima cosa una volta aperti gli occhi vede sempre e ancora quella fotografia: un’immagine che lo accompagnerà anche durante la mattinata di scuola, trascorsa nel tentativo di divorare il tempo per poi arrivare al momento in cui, di pomeriggio, ci saranno finalmente la scuderia e i cavalli.

Il tempo passa. Arriva quel giorno. Il giorno in cui in Olanda viene organizzato uno stage riservato ai migliori venti giovani cavalieri olandesi. Lo stage lo tiene proprio lui: Alwin Schockemoehle, il vincitore dell’oro olimpico a squadre nel 1960 e individuale nel 1976, il più forte cavaliere tedesco di quegli anni, il formidabile fuoriclasse la cui fotografia è appesa nella camera da letto di Franke, la fotografia del sogno. Schockemoehle guarda i ragazzi: parla, spiega, dimostra, chiede. Loro, i ragazzi, sono in adorazione. Poi il lavoro finisce. Ci sono i saluti e i ringraziamenti. Il ragazzino Franke però non se ne va: rimane, per guardare Alwin Schockemoehle fino all’ultimo istante possibile… l’uomo, il cavaliere della fotografia appesa in camera sua. Ma sta davvero venendo verso di me? Sì: Alwin Schockemoehle prima di salire in macchina e andarsene si muove verso il ragazzino Franke. Franke è impietrito. Alwin Schockemoehle va proprio da lui: «Ma senti, i tuoi genitori sarebbero d’accordo se tu venissi a montare per un po’ in scuderia da me?».

Il tempo passa. Franke di gare ne ha fatte tante, a partire dal giorno del primo grande risultato della sua carriera, il 4° posto nel Derby di Amburgo in sella a… sì certo, in sella a Rex The Robber, certo, proprio lui, il cavallo della fotografia nella sua cameretta di una volta, di quando lui era un bambino olandese che ogni sera prima di addormentarsi quella fotografia la guardava per sognare. Rex The Robber, sì… la fotografia sulla parete nella sua camera da letto… e poi il Derby di Amburgo.  Adesso invece il bambino olandese è un uomo tedesco: per la precisione un cavaliere tedesco, e infatti per i colori della Germania adesso sta combattendo la battaglia sportiva più importante della sua esistenza… e lo sta facendo proprio in Olanda, precisamente a L’Aia, perché il destino si diverte davvero molto a giocare con le situazioni della vita. È una battaglia sportiva estrema perché gli avversari sono fortissimi… ma lui alla fine è più forte di loro. Sì: Franke Sloothaak campione del mondo… Campione del mondo.

Il tempo passa. Il bambino Alberto non sta nella pelle dalla gioia: il Pavarotti International è uno dei concorsi più importanti sulla scena mondiale, e per questa ragione vi sono presenti tutti i più forti cavalieri in assoluto. Il bambino Alberto non crede ai suoi occhi: sono tutti lì… Ludger Beerbaum, Nick Skelton, John Whitaker, Jos Lansink, Willi Melliger, Gilles Bertran de Balanda, Markus Fuchs, Peter Charles, Philippe Le Jeune… Il bambino Alberto è estasiato. Ma quando si trova davanti a lui, l’emozione è travolgente: ecco Franke Sloothaak… ! Proprio lui: Franke Sloothaak… E lui, Franke, lo sa bene cosa può voler dire per un bambino come il bambino Alberto un gesto semplice ma pieno di significato come firmare un autografo. Lo sa: lui aveva la fotografia di Alwin Schockemoehle su Rex The Robber appesa al muro nella sua cameretta di quando era un bambino olandese… e adesso che è un cavaliere tedesco con una vita riempita fino all’orlo di trionfi e vittorie e successi sa bene che un autografo, una semplice firma su un pezzetto di carta, può far sognare il bambino Alberto tanto quanto lui stesso aveva sognato di fronte a quella fotografia…

Il tempo passa. Quello di Ginevra è il concorso ippico internazionale indoor più importante e prestigioso del mondo. È come un imbuto: tutto quello che accade durante la stagione agonistica sulla superficie dell’intero pianeta alla fine converge qui, si concentra qui, si riunisce qui. A Ginevra. Quindi a Ginevra c’è anche lui: lui non è più il bambino Alberto, lui adesso è Alberto Zorzi, un campione meraviglioso la cui fame di vittoria non si è per nulla placata, soprattutto dopo aver avuto in pugno il titolo di campione d’Europa qualche settimana prima a Goteborg e averlo perduto di un niente… ma sì, solo l’anticipazione di quel qualcosa che prima o poi accadrà, certo. Quindi l’area riservata al ristorante dei cavalieri e al salotto dei cavalieri qui a Ginevra è un continuo via vai di fuoriclasse meravigliosi e di protagonisti leggendari. Ci sono personaggi che hanno scritto la storia, personaggi che la stanno scrivendo, personaggi che la scriveranno… «Ciao Franke!». «Oh, ciao Alberto, che piacere!». «Tutto bene?». «Tutto bene, grazie. Anche tu?». «Sì, grazie, tutto ok». Il bambino Franke. Il bambino Alberto… Possiamo fare una fotografia? Ma certo, facciamola. Fermiamolo per un istante, questo tempo che passa.