Alberto Zorzi: sto ritornando

Il campione azzurro ha quasi ultimato il periodo di convalescenza conseguente al grave infortunio di cui è rimasto vittima lo scorso ottobre

Alberto Zorzi (ph. LGCT Live TV)

Bologna, domenica 3 gennaio 2021 – Siamo a Grimaud, in Francia, giovedì 8 ottobre 2020, nella gara più importante e difficile (1.45 a tempo) della prima giornata di concorso. Gabbia di verticali a due falcate di galoppo. Ulane de Coquerie entra e… stacca per il salto del secondo verticale dopo una sola falcata! L’esito è drammatico: cavalla e cavaliere si schiantano sull’ostacolo di uscita finendo a terra in un turbinio di barriere. Una caduta spaventosa… però sia Ulane sia Alberto Zorzi si rialzano immediatamente: un sospiro di sollievo! Alberto Zorzi poi continua il suo concorso così come la sua cavalla. La caduta? Solo un episodio sgradevole, lì per lì… Però Alberto Zorzi sente un po’ di dolori: per forza, dopo un volo del genere… ma nessun problema per uno come lui, un po’ di antidolorifici e via. Arriva il concorso della settimana seguente: il campione azzurro monta come da programma, però il dolore invece di diminuire aumenta… e aumenta nonostante gli antidolorifici. Meglio farsi controllare a fondo… così il nostro cavaliere si sottopone a una serie di esami, il cui esito non è affatto rassicurante: frattura di una vertebra… ! Proprio così. E dunque terapie conseguenti ma soprattutto riposo assoluto: i medici dicono ad Alberto che di montare a cavallo non se ne parla fino ad almeno il mese di gennaio 2021. Quindi adesso.

«Il 20 ottobre mi hanno messo un collare fisso che praticamente mi impediva il movimento, me ne stavo sempre seduto. Il 3 novembre sono venuto in Italia, e poi sono tornato in Olanda per accertamenti il 30 novembre, e mi hanno detto che avrei dovuto rimanere a riposo fino ad almeno il 13 gennaio, giorno di ulteriori controlli».

Se tutto andrà per il meglio dopo quel controllo potrà riprendere a montare?

«Credo di sì. Dovrò fare parecchia fisioterapia per rinforzare bene i muscoli, soprattutto quelli del collo, perché il tono è sceso parecchio durante questo periodo di inattività».

Cosa ha fatto durante questo tempo di riposo forzato?

«Tutto quello che non ho potuto fare negli ultimi anni… sono andato in giro per l’Italia nei limiti imposti dalla situazione sanitaria generale e mi sono riposato».

Saranno stati contenti i suoi genitori!

«Moltissimo. Sono stato con la mia famiglia, ed è stato bellissimo… sono stato molto bene».

Probabilmente una cosa del genere non le è mai capitata da che ha iniziato la sua vita di cavaliere professionista…

«Sì, esatto, proprio così. Solo una volta per un piccolo infortunio al polso sono stato fermo una ventina di giorni… ma tre mesi senza montare a cavallo non è mai successo in tutta la mia vita!».

Le è pesato oppure ha trovato qualche aspetto positivo in tutto ciò?

«Dico la verità: mi è servito molto… Mi sono riposato, dopo cinque anni e mezzo di vita e lavoro in scuderia da Jan Tops in Olanda non mi ha fatto male riposare un pochino. Adesso però comincio a sentire la mancanza dei cavalli, del lavoro, della scuderia, delle gare… della mia vita, insomma».

Forse tutto questo potrà servire per ricominciare con ulteriore carica… !

«Oh sì, certo: sono già carico come una molla!».

I suoi cavalli li ha seguiti, pur se da lontano o comunque senza montarli?

«Sì, certo. Quando sono tornato in Olanda sono andato ogni giorno in maneggio dove loro venivano montati da un cavaliere che li ha tenuti in allenamento in mia assenza. Io ne ho seguito il lavoro, abbiamo fatto piccoli esercizi, qualche volta un po’ di salti… giusto per tenerli in forma e niente di più, anche perché non ho gare in programma, a parte i concorsi di Oliva, in Spagna, in febbraio, quindi un po’ di riposo fa bene anche a loro».

E lei è sicuro di poter riprendere le gare in febbraio?

«Non sono sicuro, ma diciamo che lo spero molto… Nella mia mente ho questo traguardo: speriamo… La parola decisiva l’avranno i medici, ovviamente».

Ma fisicamente come si sente adesso?

«Sono in forma smagliante, sto benissimo!».