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Home | Sport | Salto ostacoli | Cinque domande per un Presidente: Marco Di Paola, le uniformi, la passione e lo sport

Cinque domande per un Presidente: Marco Di Paola, le uniformi, la passione e lo sport

Un periodo intenso per il nr.1 della Federazione Italiana Sport Equestri, tra obiettivi federali e umano coinvolgimento nel vivo dello sport equestre

17 Dicembre 2019
di Maria Cristina Magri
Marco Di Paola

Marco Di Paola, presidente Fise

Bologna, 17 dicembre 2019 – L’occasione di questa intervista è stato il XXVIII Memorial Dalla Chiesa, al cui Gran Premio intitolato a QN-Il Resto del Carlino  era presente anche il presidente della Fise Marco Di Paola: dopo essere stata pubblicata sull’inserto speciale edito per l’occasione, la condividiamo anche qui per voi.

Un interlocutore perfetto parlando di un concorso che lega lo sport equestre ai valori civili: è Marco Di Paola, presidente della Federazione Italiana Sport Equestri ma anche avvocato, e in gioventù ufficiale dei Carabinieri che ha montato per il loro Gruppo Sportivo.

Il Memorial Dalla Chiesa ha un legame particolare con l’Arma dei Carabinieri. Ma anche l’equitazione italiana in generale ha tanti cavalieri ed amazzoni in divisa che portano alto il tricolore. Che importanza ha per la Fise questa collaborazione?

«I rapporti di collaborazione tra la Federazione e l’Arma dei Carabinieri, ma devo aggiungere con le Forze Armate in genere, sono ottimi e costituiscono un importantissimo supporto per lo sviluppo dello sport agonistico, nello specifico per gli sport equestri. Con la nostra Federazione il legame è maggiore, poiché il cavallo sportivo nasce in ambiente militare. I nostri atleti, poi, sono gli unici che prendono parte alle gare in divisa e abbiamo avuto campioni come i fratelli d’Inzeo che hanno fatto la storia del nostro sport. Personalmente provengo dal Gruppo Sportivo dei Carabinieri a cavallo, conosco i valori che l’Arma coltiva e promuove nello sport e ritengo che siano dei riferimenti per migliorare la crescita dei nostri giovani campioni coniugando i valori sportivi con quelli civili».

La Fei ha deciso, il Centro Equestre Ranieri di Campello ai Pratoni del Vivaro ospiterà il Campionato del Mondo di completo e di attacchi nel 2022: come ci stiamo preparando a questo evento?

«Dobbiamo iniziare a organizzarci perché è stata una meravigliosa sorpresa battere la concorrenza di molti Paesi economicamente più forti. Conferma che l’Italia è particolarmente apprezzata e i Pratoni del Vivaro sono un santuario sportivo che bisogna proteggere e valorizzare. A breve bisogna predisporre un organigramma dei collaboratori. Abbiamo professionalità adeguate, stimate a livello FEI e apprezzate a livello sportivo. Il prossimo anno bisogna implementare la sistemazione del complesso sportivo, risorto grazie al contributo di tanti appassionati».

Diversi cavalli italiani di punta hanno preso la strada di scuderie estere, un complimento implicito a chi li ha gestiti e cresciuti e una conseguenza ovvia del libero mercato. Fise può fare qualcosa per incentivare il ricambio di questi soggetti?

«Il binomio è fondamentale per raggiungere il risultato sportivo. I proprietari sono importanti per contribuire a disporre di cavalli-atleti adeguati. La capacità di crescere e addestrare cavalli atleti utili per lo sport di vertice è l’obbiettivo della Federazione. Siamo consapevoli che i cavalli hanno anche un valore che spesso genera la loro commerciabilità, ma anche che i nostri cavalieri sono capaci di costruire nuovi binomi. La frontiera varcata da diversi cavalieri è quella di crescere più cavalli che possano sostituire quelli eventualmente venduti e generare con i proprietari rapporti virtuosi che possano motivare questi ultimi a reinvestire in nuovi soggetti».

Portare a termine il lavoro iniziato: una buona motivazione

Difficile dimenticare che il prossimo anno ci saranno le elezioni per il nuovo quadriennio olimpico: una sfida che vede in campo, per primo, l’attuale presidente Fise e che presumibilmente avrà un tono del tutto diverso da quelle immediatamente precedenti, caratterizzate da un clima decisamente focoso.

Nel 2020 ci saranno le elezioni per eleggere (o rieleggere) il presidente della Federazione Italiana Sport Equestri: di tutte le esperienze vissute in questi ultimi 4 anni, quali sono quelle che le danno la forza per ricandidarsi?

«Certamente la passione per lo sport equestre e l’impegno sociale di portare a termine un compito iniziato nel primo quadriennio. Ci eravamo presi l’impegno di sburocratizzare le procedure, trasformare la Federazione da un’istituzione a un’organizzazione a servizio degli operatori e dei tesserati, implementare i servizi online, proteggere i nostri operatori dalla burocrazia pubblica, sempre e comunque nel rispetto delle leggi, conferire prestigio internazionale alla federazione e visibilità allo sport di vertice per alimentare la crescita di quello di base. I risultati ci sono su tutti gli obiettivi. Certamente possono e devono migliorarsi, ma la strada intrapresa è quella giusta».

In tutti i modi: buona fortuna a tutti i candidati, anche se per il momento non abbiamo nomi ufficiali.

In un anno così particolare per l’evento sportivo che il Gruppo Emiliano Sport Equestri organizza da ventotto edizioni c’è bisogno di feedback positivi: è mancata una delle colonne portanti del comitato promotore e esecutivo, Alessandro Zanini Mariani, e tutto quanto fa entusiasmo servirà a motivare ancora di più chi d’ora in avanti avrà l’onore e l’onore di sostituirlo.

Presidente Di Paola, rimanendo in ambito di tradizione: il Master d’Italia Indoor del G.e.s.e. è giunto alla sua 28° edizione dimostrandosi uno degli appuntamenti più longevi nel calendario del salto ostacoli nazionale: quanto è importante che continuino ad esistere manifestazioni di questo genere, e cosa si può fare perché continuino a prosperare?

«Il Master d’Italia al GESE è un must della programmazione sportiva nazionale. Un format che coniuga valori sportivi e valori umani per i ricordi che evoca con la dedica all’eroico Generale Dalla Chiesa. Entrare nel palmarés del Memorial è un’ambizione dei migliori cavalieri che si danno battaglia sul campo di gara. Certamente il Master ha il vantaggio di essere unico, prestigioso e storico. Vincere il Master significa vincere una gara di particolare valore tecnico con una concorrenza molto agguerrita. I tecnici federali sanno che chi vince il Master Dalla Chiesa sarà sicuramente un binomio che emergerà nel corso della successiva stagione, se non si tratta di un binomio già affermato».

E anche la fama di essere un bel portafortuna per il successivo anno agonistico è un plus da non sottovalutare: se lo dice un pragmatico come Marco Di Paola, possiamo tranquillamente lasciarci andare alla scaramanzia sportiva.

A proposito, nel 2020 cadrà l’anniversario dei cento anni dalla nascita del generale Carlo Alberto dalla Chiesa: dovremo festeggiare.

Tags: arma dei carabinieri carabinieri equitazione federazione italiana sport equestri fise interviste marco di paola memorial dalla chiesa salto ostacoli sport equestri
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