Emma Augier de Moussac: dimostrato il doping involontario

L’amazzone ceca è rimasta vittima di false indicazioni riportate sulla confezione di un prodotto assunto per dimagrire: la sanzione della Fei c’è sulla negligenza, ma è moderata per via della non intenzionalità

Emma Augier de Moussac (ph. UM)

Bologna, sabato 4 luglio 2020 – Dopo la vicenda dell’amazzone elvetica Nadja Steiner (positività della sua cavalla a seguito di contaminazione con fluidi umani) ecco ora il caso di Emma Augier de Moussac a ribadire quanto possa essere facile oggi come oggi cadere nel doping del tutto involontariamente. L’amazzone ceca, infatti, era risultata positiva nel giugno 2019 al test effettuato dopo lo Csi di Coppa del Mondo di Budapest, valido anche come qualifica olimpica: la sostanza rinvenuta nel suo organismo era l’hydrochlorothiazide, un diuretico inserito dalla Wada (l’agenzia per l’antidoping umano) nell’elenco delle sostanze proibite. Sospesa dalla Fei in dicembre 2019, Emma Augier de Moussac si è sempre detta certa del fatto che la sostanza rinvenuta nel suo organismo fosse contenuta in un prodotto assunto per dimagrire sulla cui confezione veniva dichiarato composto da ingredienti naturali al 100%. Il prodotto in questione è stato consegnato dall’amazzone ceca a un laboratorio di analisi subito dopo il provvedimento di sospensione: effettivamente è stata accertata la presenza della sostanza incriminata, confermando quindi in via definitiva i suoi iniziali sospetti. Alla luce di tali risultati la sanzione imposta dalla Fei a Emma Augier de Moussac è di dodici mesi di sospensione dal momento del rinvenimento della sostanza nel suo organismo, quindi dal 28 giugno 2019 al 27 giugno 2020, con la sua squalifica da tutte le gare affrontate dal 28 giugno 2019 al 23 dicembre 2019, momento in cui è scattata la temporanea sospensione. La non volontarietà dimostrata e accertata ha evitato all’amazzone ceca un provvedimento ben più pesante: non l’ha tuttavia scagionata completamente poiché nel momento in cui un atleta assume un integratore deve essere consapevole del possibile e significativo rischio di violazione delle norme antidoping, esattamente come dimostrato dal caso in questione. Quindi viene sanzionata una sorta di negligenza: “Un atleta che assume un integratore dimostra di sottovalutare tale rischio (quello di assumere involontariamente sostanze vietate, n.d.r.)”, stabilisce la Fei a tale proposito.

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DELLA FEI
https://inside.fei.org/system/files/Case_2019-HD01-Emma_AUGIER_DE_MOUSSAC-Final_Tribunal_Decision-Approval_of_Agreement_between_Parties-16_June_2020.pdf