Marco Porro: obiettivo crescita

Parla il tecnico azzurro che guiderà l’Italia nel primo impegno ufficiale della squadra nazionale del 2021: lo Csio a tre stelle di Gorla Minore

Marco Porro (ph. UM)

Bologna, martedì 20 aprile 2021 – L’ormai imminente Csio di Gorla Minore all’Equieffe Equestrian Centre (da venerdì 23 a domenica 25) ci fa riassaporare il gusto di seguire l’Italia nel grande sport. La Coppa delle Nazioni in programma sabato alle 11.30 si annuncia come un impegno difficile, quanto meno per il fatto che le squadre in gara saranno addirittura dodici… e tutte fermamente intenzionate a puntare alla vittoria.

La nostra squadra si presenterà in campo con Antonio Alfonso, Piergiorgio Bucci, Emanuele Camilli, Antonio Garofalo e Guido Franchi. Alla testa del quintetto azzurro il capo équipe Marco Porro, l’uomo che forma insieme a Duccio Bartalucci il vertice tecnico del salto ostacoli italiano secondo una organica distribuzione dei compiti: lui per l’attività agonistica fino ai concorsi a tre stelle, Bartalucci per gli eventi maggiori e per i campionati internazionali. Naturalmente nell’ambito di un rapporto sinergico e condiviso, tale da poter dare all’Italia la migliore organizzazione sportiva possibile.

E dunque proprio con Marco Porro parliamo di presente e futuro alla vigilia di un impegno importante come quello che vedrà la nostra nazionale protagonista sabato prossimo.

Il 2021 è una stagione importante soprattutto perché dovremo individuare i binomi sui quali puntare per l’immediato futuro: e il suo ruolo in tal senso è determinante.

«Io già da qualche anno ho cominciato a provare tanti cavalli e cavalieri con l’obiettivo poi di restringere un po’ la rosa».

E come vede la nostra situazione quindi?

«In Italia abbiamo tanti cavalli giovani, intendo giovani per l’agonismo di alto livello e quindi parlo degli 8 e 9 anni, sotto la sella di cavalieri molto esperti. Poi abbiamo molti ragazzi giovani che stanno venendo avanti bene: purtroppo questo è un momento particolarmente difficile perché a causa dei tanti concorsi cancellati sono diminuite le occasioni per far fare loro esperienza. E infine abbiamo un gruppo di cavalli molto esperti e confermati che dovranno essere impegnati solo negli eventi di massimo livello. Ecco, questo è in estrema sintesi il quadro generale».

Da questo punto di vista lo Csio di Gorla è un primo importante passo.

«Sì, esatto. E faremo proprio quello che stavo dicendo: ci saranno cavalli maturi e verificati come Ottava Meraviglia di Ca’ San Giorgio di Paolo Paini e Chaclot di Riccardo Pisani che non faranno la Coppa delle Nazioni e che invece affronteranno il Gran Premio come importante allenamento su quel livello di competizione. In Coppa ne schiereremo di diversi: se continuassimo a impegnare i cavalli più affermati e sicuri non riusciremmo a far crescere gli altri».

Bisogna allargare e alzare il livello medio/alto, insomma…

«Esatto, proprio questo è il lavoro che mi propongo di svolgere. E per fare questo dobbiamo puntare soprattutto sui cavalli giovani che abbiamo in Italia. Anche perché va considerato un aspetto diciamo storico e statistico: tutte le volte che l’Italia è stata forte aveva una squadra composta in maggioranza da cavalli cresciuti da giovani in Italia. Quindi io la vedo così: i nostri attuali cavalli maturi ed esperti li dobbiamo riservare alle Coppe delle Nazioni della Prima Divisione, i cavalli giovani con cavalieri esperti li dobbiamo preparare per sostituire per l’appunto quelli più maturi».

Certo la situazione del calendario agonistico internazionale non aiuta…

«Eh sì. Per esempio alcuni cavalieri li avevo messi come individuali a Gorla per portarli poi in Coppa delle Nazioni a Le Touquet, e penso a Francesco Turturiello, oppure a Giulia Martinengo Marquet con il suo morellino Kiwi Kick. Purtroppo Le Touquet è stato cancellato… Abbiamo l’invito allo Csio di Praga che è subito dopo il Campionato d’Italia di Cervia, ma lì dovremo anche pensare ai cavalli destinati a Piazza di Siena e poi alle prime tappe della Prima Divisione. Insomma, in questa situazione determinata dal Covid-19 e dall’Ehv-1 non è facile far muovere i cavalli nuovi e mettere in forma quelli… vecchi».

Secondo la sua esperienza e competenza, in questa prima parte di stagione agonistica i cavalli potranno risentire di un difetto di preparazione causato dai tanti concorsi cancellati tra il 2020 e l’inizio del 2021?

«Dobbiamo stare molto attenti a non esagerare con le difficoltà nei percorsi in questa prima parte di stagione, soprattutto con le larghezze. Noi in Italia grazie alla bravura della Fise abbiamo avuto la fortuna di poter continuare un certo tipo di attività agonistica con i concorsi nazionali, ma alcuni dei nostri cavalieri che provengono dall’estero, e penso ad esempio ad Antonio Alfonso e a Emanuele Camilli, sono stati proprio fermi… Hanno fatto dei training, certo, ma nessun concorso: e c’è una certa differenza. Bisogna trovare la strada giusta per metterli in forma, insomma, soprattutto guardando alla seconda metà della stagione».

In ogni caso le difficoltà rendono ancora più stimolante e interessante il tutto… !

«È vero. Il mio obiettivo è quello di riuscire a fare le cose in modo da mettere Duccio Bartalucci nella condizione di avere una ampia e consistente opportunità di scelta nella seconda metà di questo 2021 così particolare».