Riportiamo tutti i grandi binomi al Campionato d’Italia

La contemporaneità con il 5* a Grimaud  ha portato via a Cervia Emanuele Gaudiano, Piergiorgio Bucci e Lorenzo De Luca

L'Agente Francesca Ciriesi e Cape Coral - ©️Fotoshop Eventi di Mario Canteri
Bologna, 1 maggio 2022 – Il Campionato d’Italia dovrebbe essere in ogni paese la manifestazione più prestigiosa e iconica, la Wimbledon, la Montecarlo, il Maracanà di una disciplina sportiva.
E Cervia, che lo ha appena ospitato, ha tutto per questa allure da grande evento: un campo gara splendido, un’organizzazione perfetta così nell’architettura del campionato come nell’attenzione al dettaglio, una location meravigliosa.
Purtroppo, cosa che avviene ormai da anni per il campionato, mancano i binomi di prima fascia che del Campionato d’Italia e del suo podio dovrebbero essere per definizione i frequentatori più abituali.
Succede anche negli altri paesi e non è un problema di oggi.
Ma la contraddizione è evidente, stride: come un Louvre senza la Monna Lisa.
E il cuore del problema quest’anno sta giusto in Francia.
La contemporaneità con il Concorso internazionale importantissimo Cinque stelle a Grimaud  ha portato via a Cervia Emanuele Gaudiano, Piergiorgio Bucci e Lorenzo De Luca.
Ma non basta: i calendari sono così intasati che la prossima settimana La Baule ospita la Coppa delle Nazioni e per l’Italia i quattro binomi in gara hanno scelto di evitare rischi e di orientare diversamente la propria programmazione.
Giulia Martinengo Marquet era a Busto con i cavalli giovani, Filippo Bologni era a Cervia ma non con il suo primo cavallo, Fabio Brotto e Riccardo Pisani hanno comunque rinunciato all’appuntamento come pure Antonio Alfonso, anch’egli nel giro della Nazionale.
Una rinuncia evidentemente che stride in un contesto così prestigioso.
Anche se il problema è annoso, sarebbe comunque opportuno che qualcuno decidesse di mettere mano al calendario.
Tempo fa la Fei propose di lasciare una data completamente libera per consentire alle Federazioni Nazionali di organizzare il proprio campionato senza subire la concorrenza di montepremi e vetrine molto attrattive.
Poi la proposta cadde nel vuoto, la Fei alla fine ha scelto altre logiche più legate al business ed all’immagine.
Ma qualcosa va fatto.
Una ipotesi è rendere il Campionato d’Italia, se non obbligatorio, comunque vincolante per i cavalieri di prima fascia: vincolando per esempio un Top Event come Piazza di Siena alla partecipazione al Campionato d’Italia.
Altre federazioni sono anche più severe con i propri tesserati, in un mondo che condivide chiaramente a tutti i livelli la maggiore attrattiva di business, sponsor e montepremi rispetto alle icone nazionali.
I tennisti sono soliti snobbare Coppa Davis e Fed Cup per non perdersi i più ricchi tornei: lo spauracchio di eventuali squalifiche ha mitigato il problema, finchè la Coppa Davis è stata soppiantata in toto dalla logica del business trasformandosi completamente in un grande evento brandizzato e televisivo.
Stesso problema per il calcio.
Molti nazionali rinunciano alla maglia perché spinti dai club, o semplicemente per scelta personale.
Un insulto diretto che molte Federazioni accettano colpevolmente, perché deboli verso i club e gli stessi calciatori.
La Fise non lo è e siamo convinti che il problema sarà all’ordine del giorno: di fronte all’insensibilità della Fei alle esigenze nazionali, una scelta forte potrebbe invertire questa lunga e annosa problematica.
Il Campionato d’Italia lo merita.