Cavalli anziani: Smile, 28 anni di potenza, sorrisi e poesia

Smile è la Quarter Horse di Claudio Fabbri, che tra le altre cose ha scritto diversi libri dedicati ai cavalli e quindi possiamo aspettarci da lui una certa abilità con penne e tastiere: ma anche la sua musa deve essere speciale. Come ogni cavallo, del resto…

Siena, 16 agosto 2019 – Claudio Fabbri lo abbiamo conosciuto grazie ai suoi libri: e se non possiamo dire di avere avuto il piacere di farlo in prima persona, abbiamo la presunzione di credere di avere ormai una certa abilità nell’intravedere, tra le righe scritte, la persona che si cela (o si svela?) dietro di loro.

Per questo abbiamo pensato di porre anche a lui le nostre fatidiche domande sul cavallo più anziano della sua scuderia: e alla fine troverete un suo contributo extra, che crediamo vi farà capire qualcosa in più anche di lui. 

Chi è il cavallo o pony più vecchio che avete in lavoro attualmente, e quanti anni ha?

«La signora” più anziana, ora ventottenne, è Smile Twice. Ovviamente a riposo, da anni si gode un meritato stile di vita in semi libertà nella campagna montalcinese».

Di che razza è, da dove viene, da quanto tempo è con voi?

«Una bellissima Quarter Horse buckskin mare del 1991. E’ nata in Italia, nel senese, agli albori di un rinomato allevamento. La sua è una genuina e preziosa linea di sangue americana di cavalli da lavoro, proveniente dal bisnonno Peppy San Badger. Utilizzata per molti anni da “Beppe”, in pensione pure lui, vive con me dall’età di diciotto anni».

Cosa ha fatto nella sua vita, quale è stato il suo lavoro?

«Nel passato, è stata prevalentemente usata in campagna per lunghe passeggiate, poi l’incontro fatale. Quasi ventenne si è ritrovata ad affrontare un nuovo percorso di coppia. Il più difficile per me: ecce homo! Fui messo alla prova come uomo e cavaliere di fronte a tanta irruenza, potenza e infiniti mezzi. Un anno intero di difficoltà da affrontare, con alcune battute di arresto dovute dalle incomprensioni e interrogativi straordinari da dipanare.  Questi i motivi che mi costrinsero a diventare cavallo, per insegnare a lei ad “andare a uomo”. Poi, felicemente si costituì il binomio! Una totale fusione di corpi ed anime, come mai accade e che resta per sempre indelebile nei ricordi. Questa cavalla mi ha insegnato un linguaggio diverso che si insinua nella remota terra di mezzo posta a metà, tra l’uomo e l’equino. Lei è diventata il “Marrone” di casa, il termine che usiamo per definire il maestro, che insegna agli altri cavalli le abitudini, i tempi e le esigenze dell’uomo. Io per contro, sono rinato Cavaliere».

Cosa fa ora?

«Ozia, pascola e ci rende felici con la sua presenza».

Il suo carattere: come è cambiato nel tempo?

«Cavalla estremamente calda e insanguata, perennemente in calore, è quella che definiamo la femmina Alfa. Adesso ha compreso che è tempo di riposo ed ha delegato molte delle sue prerogative ad un castrone Murgese».

I suoi punti di forza, da giovane e adesso.

«Potenza allo stato puro, pensiero e azione. Un cavallo da 1000 bottoni, rispettosa del proprio cavaliere, super affidabile, ma che richiede coraggio, un assetto perfetto e pulizia nei comandi. Beautifull mind: il termine usato negli Usa per descrivere questa razza, attraverso lei è il modo più semplice per comprenderne le motivazioni. Adesso, da terra, nulla è andato perduto: i comandi verbali che avevo associato durante la monta, sono più che sufficienti a mantenere aperto il dialogo quotidiano».

Come gestite un pony/cavallo della sua età, quali accortezze usate?

«Per essere sinceri, la sua vita si sviluppa ora all’interno di un trinomio. Insieme alla mia compagna provvediamo a tutte le sue esigenze. Per farla breve, adesso dobbiamo gestirla tentando di non rompere un perfetto ma precario equilibrio. Principalmente stando attenti ai tempi di pascolo, all’ esposizione durante le condizioni climatiche estreme e soprattutto all’alimentazione. Alterniamo il fieno ammollato al crock per cavalli anziani, congiuntamente a vari integratori mirati naturali, sottoforma di mangimi o fioccati: indispensabili per sopperire alle improvvise necessità fisiche o alle carenze dettate dall’andamento stagionale dei pascoli. La cadenza delle visite con veterinario e dentista è fitta e puntuale; fondamentale per interrompere sul nascere eventuali patologie o per tenere sotto controllo gli acciacchi della vecchiaia».

Manie, abitudini e tratti distintivi dell’arzilla vecchietta

«»Come tutti gli anziani, guai a sgarrare gli orari! E’ Smile che spesso decide quando è l’ora del pasto o il momento di uscire libera in aperta campagna, ci pensa lei a ricordartelo. Un roco borbottio di petto, seguito da un vigoroso nitrito, i ripetuti movimenti sussultori della testa a orecchie abbassate, sono i segnali che ci richiamano ai nostri doveri».

Il record-horse che avete avuto in scuderia in quanto ad anzianità, di servizio e non?

«E’ lei la capofila».

Poi continua così Claudio Fabbri, una volta terminati i compiti relativi alle nostre domande standard: «Non so se ho risposto a tutti i quesiti, ma per comprendere bene il nostro incontro e il successivo rapporto, ti allego pochi versi, composti in un rimaneggiato linguaggio volgare, che tempo fa le dedicai. Fu l’unico modo che trovai per descrivere alcuni sentimenti che comprendiamo, sebbene impossibili da rappresentare, risultando efficace laddove la normale parola falliva o non poteva contenere tanta grandezza.

“La scelta imperfecta”. Tratto da Principii de l’arte equestre et de li rimedii tvtti

Ella vidi, tra cento e cento anime, celata allo sguardo mio, ma non al core.

L’intelletto nulla potea pe’ lo prevaler in su la gioia mia che s’apprestava lesta, ne lo riconoscer familiare chi a lo momento familiar non era,

ma che lo fato or svelava tessendo lo novo destino, commosso et con cotanto ardore.

Non si puote dir ciò che spinse l’occhio mio a scovar ne l’immenso branco tra le selve ov’ella si perdea,

celata fra veli di polvere innalzati da li zoccoli tutti; ma fu medesima cosa che portommi te, meravigliosa creatura,

ch’ebbe a esser spinta innanzi a me, curiosa et bisognosa, condotta da fune che mai era esistita e che nessuna man tenea.

Vergogna et viltade soffocano la bocca mia ne lo cantar a veritate l’innocente scelta, o forse paura,

ma mai come ora, lo sentimento mio dava risposta, anche ne lo nome di colui che invano non si puote nominare,

a ragion de la grandezza sua, che lo universo ha per dimora et da lo quale tutto governa e move a dismisura.

Così immenso è ciò che Ello puote, che neanch’io ebbi a movermi et parlare,

quando, dirimpetto a uno a uno, al cospetto de lo sdomo destriero, la tremante mano mia s’apposò ne la sua testa,

senza valutar li quattro arti, che a lo momento divenivan di tutt’altro affare.

Da l’affannoso petto, potevo ora udir lo battito suo accordarsi a lo battito mio, immaginando le sue gesta,

ne lo scoprir che anco due et diversi istrumenti possan sonar la medesima melodia,

che natura ebbe a iscriver, ma che lo omo ebbe a non legger, preferendo guerra e tempesta.

Anche lo sole preso a commozione era sceso dall’alto dei cieli a la sinistra mia,

stemperando stanco la rossa luce, tra le lontane colline sparse a dismisura,

prima di lasciarmi appagato, tra le braccia di sora luna, per indicarmi la via.

Pure lo branco, pe’ lo compimento de lo ignaro destino, avea consegnato a me per sempre la celestiale creatura.

Nulla più era come a lo principio: nessuno scalpitio o polvere mossa da la imponente mandria,

ma sol silenzio, che avvolgea tra li suoni sui, lo respiro mio co’ lo respiro suo, soli nel mezzo de la divin radura.

Come uno novello sposo, ebbi la sconosciuta moglie a rinfrancar, co’ la promessa di sostituir la parlata sua a la mia,

finché fosse meno histraniera ne la nova casa, addivenendo io cavallo, per renderla più forte;

pe’ lo insegnar a lei destriero, come sopportar l’humane debolezze che lo creato ebbe a mettere da pria,

perchè potessero completarsi in riparatrice unione e che porta ora me bisognoso di te.

Nessuno altro ne lo mondo, per come io conosca, potrà distogliermi da lo legame ordito da la sorte,

ricevuto in dono da lo Dio, che potrà sol dividerci co’ l’amara morte».

Ma i buoni cavalli sono come le stelle: non spariscono mai, sono solo dietro un altro orizzonte.