Il 1° maggio 2025, la Corte d’Appello del Quarto Distretto della Florida ha annullato una sentenza che imponeva al cavaliere olimpico canadese Eric Lamaze il pagamento di oltre 1,4 milioni di dollari in un contenzioso civile legato alla vendita di due cavalli sportivi. Si trattava di un ‘default judgment’, una tipologia di decisione prevista nel sistema giuridico statunitense che consente al giudice di pronunciarsi a favore di una parte quando l’altra non si presenta o non risponde nei tempi previsti, senza che vengano esaminate nel merito le sue argomentazioni.
Nel novembre 2023, il tribunale della contea di Palm Beach aveva emesso la sentenza proprio il giorno in cui l’avvocato di Lamaze aveva formalizzato il proprio ritiro dal caso, lasciandolo privo di rappresentanza legale. Secondo quanto stabilito dalla Corte d’Appello, ciò ha compromesso il diritto fondamentale alla difesa, poiché Lamaze non ha avuto un tempo ragionevole per nominare un nuovo legale.
Il giudice Mark W. Klingensmith, in un’opinione separata ma concorde, ha osservato che anche l’eventuale ipotesi di una frode alla corte, sostenuta nella sentenza di primo grado, non avrebbe giustificato una misura così drastica. Secondo il giudice, un simile scenario avrebbe potuto eventualmente motivare un rinvio dell’udienza, ma non l’esclusione del convenuto dal procedimento.
La controversia oppone Lamaze a due ex investitori, Lorna Guthrie e Jeffrey Brandmaier, e riguarda la presunta sopravvalutazione di due cavalli sportivi. Tra questi figura la cavalla Nikka VD Bisschop, che nel frattempo ha ottenuto risultati di rilievo nel panorama equestre internazionale. Ha infatti contribuito alla qualificazione del Canada ai Giochi Panamericani e ha vinto il titolo di campionessa di Francia 2025 con l’amazzone francese Nina Mallevaey. Tali risultati sportivi sono stati richiamati come elemento oggettivo di valutazione del valore effettivo dell’animale.
Eric Lamaze era stato condannato in contumacia, cioè senza essere presente né rappresentato in giudizio, una condizione che nei sistemi giuridici può verificarsi quando una parte non si costituisce o non partecipa al processo. In quel momento stava attraversando una fase delicata della propria vita, segnata da problemi di salute e da difficoltà legali. A seguito della sentenza, i suoi conti erano stati congelati, aveva perso i cavalli oggetto della causa e la sua reputazione aveva subito conseguenze rilevanti. Con la decisione della Corte d’Appello, il procedimento ripartirà ora dalla fase iniziale e si svolgerà con il pieno contraddittorio tra le parti, garantendo a Lamaze l’opportunità di presentare la propria versione dei fatti.
Relativamente alla documentazione medica al centro di parte delle contestazioni, Lamaze ha riconosciuto che alcuni certificati sono stati trasmessi fuori contesto da un avvocato canadese che li aveva ottenuti tramite un suo collaboratore, senza il suo diretto consenso. Ha ammesso che si è trattato di un errore, ma ha anche dichiarato che tale circostanza non giustificava la privazione del diritto a una difesa in giudizio, come ora riconosciuto dalla Corte.
Attualmente Lamaze è impegnato in un percorso di ripresa personale e professionale. Dopo un periodo trascorso in una struttura di riabilitazione, ha ripreso l’attività di coaching con l’intenzione di affrontare il contenzioso in corso in modo trasparente e costruttivo.
Per approfondire, è possibile consultare la sentenza integrale della Corte d’Appello della Florida: clicca qui