La storia di Chief e Hawk, due Mustang amici per la pelle

Due dei Mustang in soprannumero catturati dal Bureau of Land Management dell’Oregon si sono incontrati per caso in un recinto: e non si sono più lasciati, verranno salvati insieme dallo Skydog Santuary

Salem, 19 marzo 2019 – In Oregon ci sono i Mustang: tanti, troppi Mustang.

Così il  Bureau of Land Management (BLM) periodicamente ne cattura un certo numero: vengono selezionati, quelli in buono stato di salute per la maggor parte adottati da privati per diventare cavalli da sella e gli altri generalmente eutanizzati – la gestione delle mandrie selvagge richiede notevoli risorse economiche e non c’è un granché da destinare alle cure veterinarie dei soggetti che non si prevede possano avere una vita attiva.

In un gruppo di 850 soggetti catturati l’ottobre scorso c’era anche Hawk: zoppicava in modo grave, e questo stava per segnare la sua sorte.

Ma in uno dei recinti in cui vengono mischiati gli appartenenti a tanti branchi diversi Hawk ha incontrato Chief.

Anche Chief era un po’ acciaccato ma in modo meno significativo, e i due – per una di quelle improvvise alchimie che capitano così spesso tra i cavalli, e a pensarci bene anche tra gli uomini – si sono immediatamente legati uno all’altro, diventando (letteralmente) amici per la pelle.

Già, perché probabilmente Hawk ha salvato la sua proprio grazie all’evidente, fortissimo legame instaurato con Chief: quest’ultimo faceva parte dei soggetti per cui era  si era trovata l’adozione, venne destinato allo Skydog Santuary i cui responsabili però non hanno avuto cuore di separarlo dal suo amico meno fortunato, tanto era evidente l’affetto che li univa.

Così i due Mustang sono stati adottati insieme: adesso Chief sgroppa allegramente nel paddock che divide con Hawk, che lo guarda tranquillo mentre fa le sue rallegrate. tanto sa che ogni due minuti Chief arriva da lui e lo tocca gentilmente col muso, come per controllare ogni volta che stia bene e rassicurarlo che lui è lì, e non lo lascerà mai solo.

Qui la fonte dell’articolo, da The Dodo