Paola Pedrazzini è tornata dai suoi cavalli: e li racconta

La nota allevatrice e driver milanese ci aveva tenuti col fiato sospeso dopo il suo incidente del maggio scorso: ma adesso è tornata dai suoi cavalli e ci parla degli ultimi successi raggiunti dai Barock Pinto made in Italy

Biella, 15 agosto 2019 – Paola Pedrazzini è tornata, sì: dopo il grave incidente di cui era rimasta vittima nel maggio scorso mentre si allenava alla guida di uno dei suoi attacchi è stata dimessa dall’ospedale, e ha potuto raggiungere la sua famiglia alla Cascina Casone di Cavaglià.

Una famiglia composta da un marito, tanti cani e molti cavalli: tra loro anche i Barock Pinto, fascinosi e accattivanti con il loro mantello pezzato, selezionati in Olanda a partire dagli anni ’60 unendo la dolcezza proverbiale dei cavalli Frisoni a soggetti sportivi a sangue caldo caratterizzati dalla livrea bicolore.

Approfittiamo della felice conclusione di una avventura che poteva risultare anche molto più dolorosa e del carattere di acciaio temprato di Paola, la cui voce adesso è tornata squillante e allegra come sempre: per noi è una gioia saperla nuovamente in forma, e come sempre un piacere parlare con lei di cavalli.

Come è nata La Cascina Casone?

«Sin da bambina ho sempre avuto una grande passione per tutti gli animali, in particolare cavalli e cani. Il mio sogno è sempre stato quello di poter vivere con i miei animali in una cascina e di poterli curare ed amare al meglio. L’idea di aprire l’azienda agricola con allevamento annesso l’abbiamo avuto nel 2008, ma è solo nel 2012 che ho deciso di trasferirmi a vivere assieme alla mia famiglia a Cavaglià, in provincia di Biella: abbiamo ristrutturato una cascina e costruito le scuderie, e un po’ per gioco e un po’ per passione è partita l’idea di allevare cavalli, iniziando così finalmente ad esaudire quello che era il mio sogno».

Con quali cavalli hai cominciato?
«All’inizio avevo diversi cavallil spagonoli PRE, ma poi ho scoperto   quella magnifica razza che è il Barock Pinto. Dalla mia prima cavalla Frisona, Femke, e dallo stallone Kwpn approvato per la produzione Barock Pinto Ceasar Ter Linden nel 2015 è nato Florian,  il nostro primo puledro Barock. Nel 2017 nascono altri due puledri dallo stesso stallone, Hermann ed Hanne del Casone, figli rispettivamente delle fattrici Femke e Zephyra: sono loro i fondatori del nostro allevamento di Barock Pinto, a cui sono seguiti sino ad ora altri cinque puledri».

E Florian, intanto?…

«Nel frattempo il nostro Florian è cresciuto, nel 2018 è stato presentato in selezione ufficiale di razza in Austria ed ha ottenuto il diritto di monta, per cui secondo le regole dello stud-book di razza è classificato come Ster».

Ma nel frattempo è cresciuto anche il numero di appassionati italiani dell’olandese colorato…

«Certamente, tanto che sull’onda di questi successi e in accordo con altri proprietari di cavalli di questa razza, Silvia Ravanelli (che è la presidente dell’associazione Barock Pinto Italy) ed io in qualità di vicepresidente abbiamo deciso di organizzare la prima rassegna assoluta a oro dedicata in Italia con giuria ufficiale olandese, presso la mia scuderia».

Quando si è tenuta questa rassegna, e come è andata?

«Purtroppo il 22 giugno scorso, quando io ero ancora in ospedale per le terapie: ma amici e colleghi hanno lavorato bene e il successo è stato superiore ad ogni più rosea aspettativa. I cavalli partecipanti sono stati 18, a detta dei giudici olandesi soggetti meritevoli; ed è stata una enorme soddisfazione per il mio allevamento cha ha portato a casa 2 primi premi, un secondo premio, una fattrice qualificata Ster e proclamata miglior soggetto della giornata e  il superamento a pieni voti dell’Ibop test del nostro stallone Florian».

Ibop test?…

«L’ibop è un test per capire le potenzialità del soggetto riproduttore, valutare i suoi movimenti e la capacità nel lavoro; di solito si fa con il cavallo montato, raramente alle redini lunghe: ma Florian è così bravo attaccato che abbiamo scelto questa modalità. Questo tipo di valutazione è il secondo passaggio sulla strada per l’approvazione definitiva dello stallone, che è suddivisa in tre tappe: la prossima sarà l’analisi delle qualità dei suoi prodotti, se ci saranno puledri con ottimi premi lui diventerà definitivamente BP. Ora è qualificato Ster, infatti sui documenti è identificato come Florian Ster 63. Un altro esame importante per questi cavalli è il test per l’idrocefalia: Florian ne è esente, quindi non portatore di questo grave difetto che assieme al rachitismo è una tara molto grave e che vengono loro dalla componente Frisone». 

Florian lo ricordiamo bene all’ultima Fieracavalli di Verona: molto vivo, esuberante come può essere uno stallone di nemmeno 4 anni in quella situazione ma anche serio e concentrato una volta che era impegnato nel lavoro o nel ring. E’ un campione rappresentativo della sua famiglia?

«Florian, che quest’anno ha compiuto 4 anni, porta 50% di sangue Frisone e 50% di sangue Kwpn, ed è davvero un buon esempio delle qualità del Barock Pinto: di indole docile come il Frisone, ma con sangue un po’ più caldo che gli deriva dal Kwpn».

Quale sarà il suo futuro?

«In pratica il suo futuro sarà il nostro: dal 2020 i puledri che nasceranno in allevamento saranno tutti figli di lui che è il nostro stallone, siamo stazione di monta pubblica e abbiamo disponibile il seme di Florian per chi volesse ingravidare la propria cavalla».

Quanto è stato difficile per testare lontana proprio in quella benedetta giornata di giugno?

«Tanto, tantissimo: erano anni che lavoravamo per arrivare a questo risultato. Ma l’importante è che tutto sia andato nel migliore dei modi.  E vorrei concludere ringraziando molte persone: in primis i giudici Gerrit Stelwagen e Rinze Van Teijen, che hanno svolto un ottimo lavoro e fatto molti complimenti ai miei cavalli, dichiarando il mio allevamento di grande qualità e la mia scuderia una ottima location.  Dedico poi un particolare ringraziamento a chi si è impegnato al massimo per rendere possibile lo svolgersi di questo evento storico: Danilo Ignazzi, Silvia Ravanelli, Giovanni Santi, Manuel Marquez Medina, Bruna Ballerio e Sergio Ghisi. Se non sono evasa dall’ospedale in preda all’ansia è stato solo perché avevo la massima fiducia nelle loro capacità».

E non fatichiamo a crederlo: perché Paola Pedrazzini è molto, molto difficile da fermare!