Piemonte: quando il medico arriva a cavallo

A Verduno, in Piemonte, il medico condotto arriva a casa dei suoi pazienti a cavallo: è Roberto Anfosso, 62 anni, che ogni settimana fa un centinaio di kilometri in sella per completare il suo giro di visite

Cuneo, 16 febbraio 2018 – Immaginate di abitare a Verduno, tra vigne di Barolo e noccioleti, di avere l’influenza con un bel febbrone da cavallo (tanto per rimanere in tema) e  sentire arrivare il medico al galoppo…no, tranquilli, non che le vostre condizioni siano così preoccupanti da fare arrivare il corpo sanitario a sirene spiegate: è che qui il medico condotto, dottor Roberto Anfosso, da una decina d’anni ha preso l’abitudine di raggiungere i suoi pazienti che non richiedano interventi d’urgenza in sella.

Anfosso ha 63 anni, i suoi pazienti sono spesso molto agée in questa zona rurale: “E’ un angolino d’Italia tra quelli in cui la longevità è molto alta. A cavallo visito pazienti che hanno dai 70 ai 104 anni; la struttura sociale è organizzata attorno alle cascine dove la persona anziana, il malato o l’handiccappato sono curati dalla famiglia e occorre raggiungere gli anziani che non possono muoversi in autonomia. Sono sempre visite di routine ma che devono comunque essere fatte per controllare il diabete, la pressione, il cuore”.

Così il dottore sella Ambra, la sua cavalla di 4 anni, e nelle bisacce mette lo stetoscopio, lo sfigmomanometro e il suo bravo ricettario: negli ultimi 3 anni con lei ha fatto più di 1.000 visite, ha smesso di contarle una volta raggiunta la cifra a tre zeri. Prima di Ambra il dottor Anfosso montava Sissi, la sua precedente collaboratrice sanitaria.

“Da queste parti i panorami sono bellissimi, è una zona benedetta da Dio” racconta il dottor Anfosso: nipote di un ufficiale di cavalleria, cominciò a montare a 14 anni. La prima delle sue visite equestri fu frutto del caso: stava sellando il suo cavallo per una passeggiata quando arrivò la richiesta di una visita a domicilio e decise di prendere due piccioni con una fava:  “Anche se quando sono arrivato il paziente mi ha guardato in modo strano e non mi ha lasciato entrare, tanto era rimasto sorpreso”.

Che nonostante l’esordio non felicissimo ha perseverato: “Se arrivo a cavallo, il paziente capisce che ho più tempo da dedicargli, si sente gratificato. Questo crea un rapporto speciale, molto umano e meno istituzionale”.

Poi il contatto con il cavallo aiuta i pazienti ad aprirsi un po’, continua il dottore: “Gli anziani sono spesso fissati sulle loro patologie e ne parlano costantemente,  il cavallo li distrae dalla loro situazione personale e così durante la visita una mezz’ora se ne va  a parlare del cavallo, dei loro ricordi . Molto spesso mi offrono cibo, o il loro vino. Sono quasi tutti vignaioli. Se tirano fuori una bottiglia  non si può rifiutare, perché sarebbe come rifiutare l’ospitalità e il frutto del loro lavoro “, e quindi con Ambra si risolve anche il problema di un eventuale (e intempestivo!) controllo della stradale col palloncino.

Posto felice, la provincia di Cuneo vicino a Verduno, tra vigne e noccioli.

Il video è di La7, Tagadà, la fonte della notizia Afp ma qui da La Stampa trovate un altro bellissimo articolo sul dottor Anfosso