Questa volta sembra che non c’entrino i trasporti ippotrainati per turisti, più o meno illegali e incuranti della salute animale, col cavallo morto a Catania stamattina verso le 6 e 15.
Potrebbe anche essere stato un non prevedibile problema di salute – un aneurisma, o un infarto, esattamente come può accadere agli esseri umani ad uccidere qul bel baio, immobile a terra nel traffico di chi deve andare al lavoro verso la circonvallazione della città etnea.
L’orario antelucano (e anche il tipo di calesse a cui era attaccato) non sembra adatto ad una corsa clandestina, probabilmente c’era un bel frescolino: l’aria giusta per una sgambata di allenamento.
Lui aveva il mantello lucido lucido, e una stellina bianca sulla fronte si prolungava un poco verso il naso con una lista sottile, che sembrava una cometa.
Anche con gli occhi chiusi e una smorfia strana delle bocca ha l’aria di un cavallo ben tenuto e curato, ed era dotato di microchip.
Il calesse a cui era attaccato al momento del malore è parcheggiato dietro di lui con le stanghe all’aria, una ghinghetta da allenamento per i cavalli da trotto.
Che poi i cavalli da trotto si dovrebbero allenare altrove, ma adesso per lui non fa più differenza: l’autopsia farà chiarezza sulle cause della sua morte, ed evidenzierà l’eventuale uso scorretto di farmaci dopanti.
Intanto il baio col mantello lucido, lucido è volato in cielo: forse adesso la stellina cometa che portava tra gli occhi si sentirà a casa, lassù.
Qui la fonte della notizia, da Catania Today